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In Sicilia "vogghiu moriri sazio" anche a dieta: cosa mangiare per non sentire la fame

Nell'immaginario collettivo la dieta è sinonimo di assoluta restrizione di cibo. Ma la realtà è diversa: la dieta è come un vestito su misura. I consigli dell'esperto

  • 17 marzo 2023

Mine Vaganti di Ozpetek

La convivialità, il buon umore, l’amicizia e i rapporti sociali per noi siciliani soprattutto, passano sempre dalla tavola, dal buon cibo e dal buon vino.

A noi piace "bussare con i piedi" a casa delle persone, perché le mani sono occupate da una guantiera di dolci, dalle bottiglie di vino o da qualsiasi cosa possa essere gradita a chi apre le porte della propria casa.

Una delle paure più grandi nell’iniziare una dieta o meglio nell’imparare un regime alimentare corretto è proprio la paura di perdere questa convivialità. Convivialità che ritroviamo anche alla base della piramide alimentare della dieta mediterranea, quindi mangiare bene e sano, convivialità, condivisione dei pasti sono elementi fondamentali per un corretto stile di vita.

Le decisioni più importanti in Sicilia si prendono a tavola, quando tutta la famiglia è riunita e a panza china si ragiona meglio.

La frase"Vogghiu moriri sazio" è solitamente accompagnata dal gesto di slacciare il bottone dei pantaloni o allargare la cintura, perché si è pronti per riposare e continuare a godere di ciò che si è mangiato.
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Ci si sente in uno stato di benessere tale da poter riposare tranquillamente ed abbandonarsi al sonnellino pomeridiano.

Pensiamo ad esempio alle domeniche in famiglia, dopo aver mangiato magari un bel piatto di pasta al forno, salumi e formaggi, un bel callozzo di salsiccia il tutto accompagnato da del buon vino e poi lasciamo sempre lo spazio per un buon dolce , un bel cannolo con la ricotta e per sciacquarsi la bocca un bel bicchierino di passito e un buon caffè.

Vogghio morire sazio come nella scena di "Mine Vaganti" di F. Ozpetek, in cui la nonna, con in sottofondo un bellissimo valzer, si fa bella per mangiare diversi tipi di dolci e cosi congedarsi alla famiglia e alla vita.

In questa scena si ritrova un duplice significato.

Il cibo assume infatti valore consolatorio, produce un senso di soddisfazione, l’uomo che cede alla golosità e dall’altro lato però possiamo anche leggere di come il cibo possa essere causa di patologie importanti.

E quindi la domanda è: posso morire sazio anche se devo seguire una dieta? La risposta più ovvia è un sì secco, ma in realtà non è cosi semplice.

Si deve innanzitutto smantellare l’idea che tutte le diete sono uguali per tutti, la dieta è come un vestito su misura, va pensata, disegnata sulla persona, perché deve tenere conto delle abitudini lavorative, familiari, del contesto socio economico, delle abitudini alimentari, dello stile di vita.

Quando devo prescrivere una dieta alcuni pazienti mi chiedono: mi fa morire di fame?

Questo perché nell’immaginario collettivo la dieta è sinonimo di assoluta restrizione di cibo, di impossibilità di mangiare alcuni cibi che normalmente assumiamo e che in qualche modo hanno anche un ruolo consolatorio ( comfort food).

Per senso di sazietà si intende la sensazione di pienezza e la soppressione del senso di fame.

Un concetto semplice ma che coinvolge complessi meccanismi del nostro organismo. Il senso di sazietà è in realtà una delle variabili principali in grado di influenzare il comportamento alimentare e capire come modularlo può aiutare a gestire l’alimentazione e a non vanificare gli sforzi se ci stiamo sottoponendo ad un periodo di dieta.

Quando mangiamo soddisfiamo sia un’esigenza fisiologica sia psicologica. Il senso di sazietà infatti non è tanto dovuto al riempimento fisico dello stomaco, ma è influenzato soprattutto da ciò che ingeriamo. Dunque sentirci sazi non dipende tanto dal volume, ma dalla qualità dei nutrienti e delle sostanze che mangiamo.

Oltre a fattori più oggettivi, ci sono anche aspetti soggettivi che impattano sulla sazietà come l’appetibilità di un cibo e l’aspetto: questi chiaramente variano a seconda del soggetto, in base ai cibi preferiti.

Indice di sazietà
L’indice di sazietà (IS) permette di valutare quanto un alimento è saziante o meno nel breve termine (2 ore).

Dal punto dell’IS, gli alimenti che saziano di più sono quelli con proteine, fibre, acqua. I fattori che determinano il potere saziante di un alimento sono la densità energetica, la palatabilità, la presenza di acqua, proteine e fibre.

Fibre
Le fibre sono polisaccaridi sostanzialmente indigeribili dall’organismo umano e che hanno un elevato peso molecolare: sono “molecole voluminose”.

In virtù di questa caratteristica, quando assunte non apportano calorie (se non in piccola quantità) ma riempiono ugualmente il tratto digerente: proprio quello che serve per una dieta.

Inoltre, in particolare quelle insolubili assorbono e trattengono sia acqua che gas, aumentando ulteriormente il volume della massa di cibo assunta e semi-digerita. Non inducono però sazietà solo per questo motivo più di natura meccanica, ma anche perchè, così come i grassi, promuovono il rilascio di colecistochinina (anoresizzante).

Esempi sono i cereali integrali, gli pseudocereali, i legumi (in particolare fagioli, piselli, fave, lenticchie), frutta secca (soprattutto mandorle, arachidi).

Acqua
Anche l’acqua ha le stesse caratteristiche: è acalorica e allo stesso tempo occupa spazio. In relazione alla distensione della parete gastrica, anche i liquidi acalorici quindi contribuiscono alla sazietà. Se sei a dieta, ma non solo, assicurati di bere abbastanza acqua, sia per essere idratato che per limitare la fame.

Gli alimenti con il più alto contenuto di acqua sono quelli che tieni in frigo piuttosto che nella credenza (alimenti “secchi” e disidratati), primi fra tutti frutta a verdura che inoltre hanno anche fibra alimentare, soprattutto come costituenti della buccia per quanto riguarda i frutti.
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