CRONACA

HomeAttualitàCronaca

L'allarme nella notte, poi le foto del delitto: i "figli di Palermo" in piazza per Paolo

I ragazzi dell’organizzazione no profit, Filiis Palermo, raccontano quanto accaduto la notte in cui è stato ucciso Paolo Taormina. Manifestazione anche giovedì 16 ottobre

  • 13 ottobre 2025

La gente in piazza al Politeama per la fiaccolata contro la violenza, dopo l'omicidio di Paolo Taormina

Palermo è ancora attonita, incredula. Cosa sta accadendo in città? Non ci si sente più al sicuro. Quello che doveva essere un tranquillo sabato sera si è trasformato nel palcoscenico di un delitto. E in città si torna a sparare. O meglio, si continua.

Nella notte tra sabato e domenica c’è stata un’altra vittima, il 21enne Paolo Taormina, freddato con un colpo di pistola dopo un tentativo di sedare una lite. L’assassino ha confessato: Gaetano Maranzano, 28 anni, fermato dai carabinieri allo Zen di Palermo.

Palermo torna, così, ad avere paura. Eppure, solo pochi giorni fa, in una riunione con prefetto, sindaco e Confcommercio, era stato detto che il capoluogo siciliano, in base alle statistiche, è una città più sicura rispetto a tante altre. Ma, a quanto pare, così non è. Sono i fatti a dimostrarlo.

«Ci hanno scritto durante la notte. Dicevano che avevano ucciso un ragazzo – spiegano i ragazzi dell’organizzazione no profit, Filiis Palermo (che significa "figli di Palermo", ndr) -. Prima di parlare, prima di scrivere, abbiamo voluto accertarci che fosse vero. E purtroppo lo era. Ci è arrivato materiale fotografico, e siamo rimasti increduli. Lo siamo tutt’ora».

Prima la notizia circolata. Poi la vana speranza che non fosse vera e, infine, il materiale fotografico che lo testimoniava. «Non si può morire così, a Palermo, in mezzo alla movida, tra le strade dove dovremmo sentirci vivi, non in pericolo – proseguono da Filiis Palermo -. Giovedì sera, alle ore 21.00 in piazza Olivella, terremo una manifestazione pacifica per commemorare il ragazzo e per parlare insieme di sicurezza, civiltà e rispetto della vita. Accenderemo un cero in sua memoria, in silenzio ma con coraggio. Perché Palermo non può abituarsi alla violenza. Perché ogni vita spezzata pesa su tutti noi».

Intanto, nelle scorse ore, una folla gremita si è riunita per dire “Basta alla violenza”. In testa al corteo, per le vie del centro cittadino, Fabiola Galioto, madre di Paolo Taormina. Presente anche il sindaco, Roberto Lagalla, che ha espresso le proprie condoglianze alla famiglia ed è poi andato via.

Il corteo ha voluto ricordare non soltanto Paolo Taormina, ma anche le altre vittime della movida, come Aldo Naro (ucciso nel 2015 in discoteca), Massimo Pirozzo, Andrea Miceli e Salvatore Turdo, i tre ragazzi uccisi nella strage di Monreale. Proprio per sottolineare che l’escalation di episodi di violenza, in città, non è più tollerata da cittadini. E non è più “solo” mala movida.

Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e vicepresidente nazionale con delega alla sicurezza e legalità, esprime dolore, sconforto e profonda indignazione per una tragedia, l’ennesima, che ha colpito la città: «Paolo, uno dei tanti giovani che con senso di responsabilità aiutava i genitori nell’attività familiare, è stato ucciso in conseguenza di un suo gesto di coraggio e senso civico che rappresenta l’esatto contrario di una cultura intrisa di violenza e vigliaccheria che dilaga tra chi si sente libero di aggredire, armato, nel cuore della nostra città. Ha cercato di aiutare un ragazzo pestato dal branco, ha scelto l’umanità e ha pagato con la vita».

«Siamo attoniti perché questa morte è la conseguenza diretta di una ferocia senza controllo e di un problema di sicurezza che denunciamo da tempo – prosegue la Di Dio -. Solo pochi giorni fa, in riunione con Prefetto e Sindaco, ci è stato detto che Palermo, in base alle statistiche, è una città più sicura rispetto a tante altre. Ma di fronte a questo ennesimo episodio, e stavolta si tratta di un omicidio, quei numeri diventano insopportabili e privi di senso. La città non può essere lasciata in balia di bande armate che scorrazzano persino nelle vie principali e turistiche».

«Questa non è più solo “mala movida”: questa è violenza pura, criminalità diffusa, emergenza sociale e istituzionale», conclude la presidente di Confcommercio.

«Un ragazzo è morto in via Spinuzza, nel cuore della nostra movida- dichiara Rosa Di Stefano, presidente di Federalberghi Palermo –. Appena pochi giorni fa abbiamo incontrato il prefetto Mariani e il sindaco Roberto Lagalla per affrontare il tema della sicurezza in città. Chiediamo con forza un piano forte, coordinato e visibile di presidio del territorio, per restituire fiducia e protezione a chi vive e lavora a Palermo».

Intanto, il consigliere Natale Puma chiede un incontro per fermare la circolazione di armi in città: «Ho scritto al sindaco Lagalla per sollecitare un incontro urgente con il prefetto, il questore, il comandante provinciale dei carabinieri e il comandante provinciale della guardia di finanza, il comandante della polizia municipale e provinciale. Non possiamo più restare inerti di fronte a questa escalation di violenza.

È necessario mettere in campo azioni concrete, rapide e coordinate per fermare la circolazione di armi tra i giovani e prevenire altre tragedie. La sicurezza dei cittadini, in particolare dei nostri ragazzi, deve tornare ad essere una priorità assoluta. Confido nella sensibilità istituzionale e nella volontà di promuovere, quanto prima, un tavolo operativo con le Forze dell’Ordine, al fine di definire una strategia efficace di prevenzione, controllo e sequestro delle armi che continuano a circolare impunemente nelle nostre strade».
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI