CULTURA
L'ombra del complotto su Palermo: la ex Manifattura Tabacchi chiuse per un accordo?
Sembra che i politici dell'epoca e le potenti multinazionali del tabacco stipularono un accordo per chiudere ben ventidue manifatture dei tabacchi in Italia
La struttura sorse verso il 1880 sul preesistente lazzaretto. Infatti le zone vicine al mare, in epoca seicentesca, erano ritenute ottimali per accogliere i degenti in quarantena, per via della comodità di rifornimento della merce a loro necessaria appunto via mare.
Il complesso in quel periodo si componeva di pochi edifici, venendo poi ampliato nel 1830. Furono aggiunti dei corpi di fabbrica ad uso deposito, scuderia, inceneritore e cappella.
Una volta ottenuto il monopolio dei tabacchi in Italia, nacque l'esigenza del reperimento di una struttura adeguata e fu scelto l'ex lazzaretto.
Gli edifici esistenti vennero adattati all'uso della manifattura del tabacco ed altri furono aggiunti, insieme ai macchinari necessari.
In quel periodo la manodopera era soprattutto femminile, perchè ritenuta più adatta a questo tipo di lavorazione (leggi "I fantasmi delle operaie tra i saloni: la storia dell'ex Manifattura Tabacchi").
Questo florido periodo di attività durò molti anni ed i lavoratori ancora ricordano con commozione i momenti trascorsi in fabbrica con i colleghi e le colleghe.
Ma la crisi delle manifatture di tabacchi colpì anche quella di Palermo che chiuse definitivamente nel 2001 e giace a tutt'oggi abbandonata.
Da informazioni apprese invece risulterebbe che la crisi c'entrerebbe poco e che i politici dell'epoca, di concerto con le potenti multinazionali del tabacco, stipularono un accordo tramite il quale, nonostante le proteste dei lavoratori, in Italia chiusero ben ventidue manifatture dei tabacchi.
Pare che la American Tobacco, acquistando tutto il ramo produttivo dell'Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato, ne acquistò anche gli immobili di pertinenza più prestigiosi, accantonando gli altri meno remunerativi, come quelli di via Simone Gulì.
Adesso tutto il complesso, che si estende per una superficie di oltre due ettari, rischia di cadere in pezzi.
Andrebbe rivalutato urgentemente perchè potrebbe essere un'ottima risorsa per Palermo. Ma nonostante i vari progetti in corso di riqualificazione, ancora nulla si muove.
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