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La bottega di Ballarò con tante storie in una: al cinema l'amore di Massimo e Gino

Dopo l’anteprima alla 70esima edizione del Taormina Film Festival ed essere approdato al Festival del Cinema di Locarno, “Quir - a Palermo love story” arriva nelle sale italiane

Silvia De Luca
Giornalista
  • 10 settembre 2025

Massimo Milani e Gino Campanella davanti a Quir

Nel cuore del centro storico di Palermo, nel quartiere di Ballarò, c’è una bottega che spicca tra tutte, un po’ come i suoi fondatori. Massimo Milani e Gino Campanella sono i proprietari di Quir, la piccola pelletteria che attira le attenzioni di chiunque passi da via del Ponticello.

Tra questi, anche il regista toscano Nicola Bellucci che, dal casuale incontro con Massimo e Gino, da vita a Quir - a Palermo love story, distribuito nelle sale italiane dall’8 settembre 2025.

«Ho sempre amato raccontare di personaggi che, con il loro modo di vivere e di lottare, riescono a cambiare in meglio il mondo e le persone che li circondano. Dopo aver incontrato a Palermo Massimo e Gino, che in quasi cinquant’anni di vita sono riusciti a dare un’impronta nuova alla città, ho sentito l’urgenza e il desiderio di raccontare la loro storia e la loro lotta», racconta Nicola Bellucci.

Ma quello che dove essere un film su Massimo e Gino e sul loro matrimonio a Giarre, un gesto simbolico dedicato alla memoria di Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, che nel paesino siciliano furono brutalmente uccisi nel 1980, ha preso rapidamente un’altra direzione.

«Grazie a Massimo e Gino ho avuto la fortuna di immergermi in un modo incredibile e di conoscere le persone che ogni giorno gravitano attorno al loro negozio di Ballarò - aggiunge Bellucci -. Ho capito che il film stava prendendo vita propria e ho deciso di lasciarmi andare al racconto delle testimonianze di vita a cui stavo assistendo.

Fare un film così, con persone reali che ti danno accesso alla loro vita, è sempre una responsabilità enorme perché quelle persone bisogna amarle e rispettarle e io mi auguro di esserci riuscito.

La realizzazione di Quir è stato un percorso veramente importante che mi ha permesso di conoscere meglio sia me stesso che Palermo. È stato davvero un bel viaggio vissuto insieme a delle persone straordinarie». Massimo Milani e Gino Campanella, infatti, non sono gli unici protagonisti del film di Nicola Bellucci.

Al loro fianco vi sono diversi comprimari come: Ernesto Tomasini, affermato cantante e performer Drag Queen che ha interrotto la sua carriera per dedicarsi alle cure della madre malata; Charly Abbadessa, "un bambino di 92 anni" - come lo definisce lo stesso Massimo Milani - figlio di emigrati siciliani e ricco di centinaia di aneddoti sulle più famose star della vecchia Hollywood che ha conosciuto e frequentato negli anni di giovinezza, e infine Vivian Bellina, una donna trans con il sogno di fare l’attrice e che spesso si confronta con Massimo sulle difficoltà e i dubbi che il percorso di transizione MtF le pone davanti.

Quir - a Palermo love story, non si pone solo come il racconto della straordinaria vita di Massimo e Gino, ma come una storia corale e intergenerazionale.

«La nostra è una storia che va divulgata oggi più che mai», spiega Massimo Milani, protagonista del film e compagno di Gino Campanella, venuto a mancare lo scorso giugno.

«Noi proveniamo da un passato in cui la nostra vita era inimmaginabile. Eravamo resi invisibili da un sistema soffocante. Adesso, invece, siamo diventati testimonianza del grande cambiamento che è avvenuto con gli anni, eppure si sa, i diritti sono sempre in pericolo.

Lo sono soprattutto in questo momento storico, dove c’è nostalgia di quel passato tanto opprimente. Ma la verità è che l’odio nasce dall’ignoranza, ecco perché insistere sul raccontare queste storie diventa fondamentale».

E poi aggiunge: «Non vogliamo ergerci a modello per nessuno - sottolinea Milani -. La nostra è una storia non solo d'amore, ma anche di lotta, di vita assidua per quarantasette anni, ma non è un modello perché si può amare anche solo per un giorno o per una settimana. Ognuno ama come può e come sa fare. Vogliamo solo essere un esempio di amore».

Nonostante la scomparsa di Gino Campanella, che ha lasciato un profondo vuoto nel cuore di chiunque lo abbia conosciuto, quell’esempio di amaro continua a esistere e persistere ancora oggi.

«Non so se questo film possa essere definito il suo lascito - racconta Massimo Milani -, ma la cosa bella è che lui è riuscito a vedersi e a gioire del successo. Gino lascia un grande eredità, non soltanto a me ma anche a tante altre persone.

Era un grande uomo perché sapeva amare. Lui ha accolto e accettato i miei cambiamenti, la mia trasformazione, senza mai impormi nulla. Il suo amore è sempre rimasto intatto perché ha imparato ad amare la mia anima. Questo è il testamento che lui lascia in questo film: un insegnamento importante per molti uomini la cui incapacità di amare è palese e devastante».
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