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La (nuova) Vucciria di Palermo: a che punto sono i lavori di recupero di piazza Garraffello

Tra pochi mesi cominceremo a vedere i primi risultati dell’evoluzione del cuore della Vucciria, avviata da una cordata di imprenditori nel 2017. Le novità e lo stato dei lavori

Elena Cicardo
Digital strategist
  • 10 dicembre 2020

Palazzo Mazzarino di piazza Garraffello in Vucciria

Pochi mesi ancora e cominceremo a vedere i primi risultati dell’evoluzione di piazza Garraffello, cuore pulsante del centro storico di Palermo e dell'antico mercato della Vucciria.

Era il 2017 quando una cordata di imprenditori – che costituì la Garraffello s.r.l. - si affidò allo Studio Pl5 di Architettura per avviare un imponente intervento di recupero di piazza Garraffello e in particolare dei tre palazzi che su di essa si affacciano: Palazzo Rammacca, Palazzo Sperlinga e Palazzo Mazzarino (quello su cui campeggiava la celebre scritta “Uwe ti ama”, per intenderci).

E proprio quest’ultimo sarà il primo a vedere la luce, con alcuni elementi che già stanno destando parecchio interesse. È venuto fuori, infatti, un affascinante pezzo di Palermo medievale che il degrado aveva finora tenuto nascosto.

Il primo prospetto che vedremo, presumibilmente tra gennaio e febbraio 2021, è quello che dà su via della Loggia: accanto a una parte più nuova, che comprende il portone di accesso, è emersa una parte più antica del palazzo che sta richiedendo – per ovvie ragioni – un lavoro di restauro più importante e i cui lavori si concluderanno soltanto qualche mese dopo, nell'estate del prossimo anno.
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A suscitare meraviglia è quella che, a prima vista, sembra una torre medievale ma che invece è quel che resta del palazzo che un tempo proseguiva sulla piazza, orientativamente sino alla posizione dell'attuale fontana, e che venne tranciato alla metà del Cinquecento (alcune fonti dicono nel 1546) per la realizzazione di piazza Garraffello. I resti della doppia bifora che lo caratterizza – e che in passato era stata oggetto di un maldestro tentativo di restauro – sembrano molto simili a quelli delle tre case medievali di Salita sant'Antonio, evidenzano gli architetti che si stanno occupando del progetto, e le colonnine trafugate quasi identiche proprio alle case medievali che si trovano dietro la chiesa di San Matteo al Cassaro, su via Vittorio Emanuele, poco più avanti della piazzetta Marchese Arezzo.

Si è trattato di un accurato progetto di restauro, sottolineano gli architetti, che è passato anche per il recupero - e in alcuni casi la completa ricostruzione, con la dovuta differenziazione - degli elementi decorativi dei balconi del prospetto principale distrutti da quella che fu definita una scellerata messa in sicurezza degli edifici dopo i crolli del 2014.

Fatta eccezione dei pianoterra, di cui ancora non si sa nulla relativamente alla destinazione d’uso (per sapere se saranno, come si diceva, esercizi commerciali o sedi di associazioni pare che passerà ancora un po' di tempo) e di uno ancora in fase di trattativa, tutti gli appartamenti sono già stati venduti.

E per quanti si staranno interrogando su quell'ultimo piano, i 380 metri quadri in cui ha vissuto per oltre quindici anni l'artista austriaco Uwe Jaentsch insieme alla sua compagna Costanza Lanza di Scalea, ciò che si sa è che quella casa-studio è stata suddivisa in tre appartamenti, venduti anche questi.

Palazzo Sperlinga (quello che guardando palazzo Mazzarino, con la fontana del Garraffello alle spalle, ci troviamo sulla destra) sarà il secondo a essere ultimato. Mentre non si sa ancora quando inizieranno i lavori di palazzo Ramacca.
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