La parola d'ordine è Fase 2: la lista completa delle attività a basso, medio e alto rischio
Per lanciare la "Fase 2" e far riprendere le attività produttive e i primi contatti sociali è stata stilata una graduatoria che distingue le attività in base al rischio di possibile contagio

Una ragazza in aeroporto (foto Pixbay)
Parola d'ordine "Fase 2". L'impegno del Governo nazionale, dopo il contenimento del Covid-19 e il conseguente impegno fuori misura legato alla sanità pubblica, lavora alcremente alla fine del lockdown.
Un piano complesso e atteso da tutti, che segnerà la fine della totale chiusura in casa e aprirà le porte alle attività produttive, in primis, e alle nuove relazioni sociali "distanziate", a seguire. Un piano così atteso che era già circolata in rete una bozza con tutte le possibili date, poi rivelatasi falsa.
Il nodo centrale della questione che sta attanagliando gli esperti è legato a quello che è stato definito "rischio integrato", quello che correrebbero i dipendenti dei settori produttivi che, anche per contrastare la crisi economca nata a causa del Coronavirus, devono necessariamente riaprire in fretta.
I rischi riguardano come sempre e principalmente gli assembramenti. Ecco allora, come riporta il Corriere della Sera, una prima lista di settori produttivi e attività connesse. Ci sono tre colori: verde (basso rischio), giallo (rischio medio) e rosso (alto rischio).
Andiamo a vedere allora quali sono i settori che presentano i diversi gradi di "pericolosità".
RISCHIO BASSO
Probabilmente perché svolte all'aria aperta, le attività come la pesca o l'agricoltura sono considerate quelle a minor rischio di diffusione del virus. Di questa lista fa parte anche l'industria manifatturiera che comprende la costruzione delle auto, il tessile, la chimica, la lavorazione della carta e delle componenti elettroniche.
Seguono settori che hanno già riaperto, come le librerie e di conseguenza l'editoria, le agenzie di viaggio. Di questa lista farebbero parte anche i cantieri edili.
RISCHIO MEDIO
A metà strada, quindi fra le attività considerate a medio rischio, ci sono i ristoranti e le attività sportive che hanno dovuto chiudere totalmente dopo il decreto nazionale. La scuola ha lo stesso livello di criticità perché si svolge in spazi chiusi. E di questa categoria fanno parte anche i mezzi legati al trasporto pubblico come treni, bus e tram.
A rischio medio ci sono le attività svolte dai collaboratori domestici, le attività di assistenza domiciliare e le ricevitorie che notoriamente richiamano un gran numero di persone.
RISCHIO ALTO
Infine i settori più rischiosi. Si tratta in primis del trasporto aereo (probabilmente per il piccolo spazio chiuso dentro il quale viaggiano i passeggeri) seguita dall'attività più importante che dall'inizio del diffondersi del virus è sotto osservazione, ovvero il settore della sanità con medici, infermieri e operatori di settore.
Un piano complesso e atteso da tutti, che segnerà la fine della totale chiusura in casa e aprirà le porte alle attività produttive, in primis, e alle nuove relazioni sociali "distanziate", a seguire. Un piano così atteso che era già circolata in rete una bozza con tutte le possibili date, poi rivelatasi falsa.
Il nodo centrale della questione che sta attanagliando gli esperti è legato a quello che è stato definito "rischio integrato", quello che correrebbero i dipendenti dei settori produttivi che, anche per contrastare la crisi economca nata a causa del Coronavirus, devono necessariamente riaprire in fretta.
I rischi riguardano come sempre e principalmente gli assembramenti. Ecco allora, come riporta il Corriere della Sera, una prima lista di settori produttivi e attività connesse. Ci sono tre colori: verde (basso rischio), giallo (rischio medio) e rosso (alto rischio).
Andiamo a vedere allora quali sono i settori che presentano i diversi gradi di "pericolosità".
RISCHIO BASSO
Probabilmente perché svolte all'aria aperta, le attività come la pesca o l'agricoltura sono considerate quelle a minor rischio di diffusione del virus. Di questa lista fa parte anche l'industria manifatturiera che comprende la costruzione delle auto, il tessile, la chimica, la lavorazione della carta e delle componenti elettroniche.
Seguono settori che hanno già riaperto, come le librerie e di conseguenza l'editoria, le agenzie di viaggio. Di questa lista farebbero parte anche i cantieri edili.
RISCHIO MEDIO
A metà strada, quindi fra le attività considerate a medio rischio, ci sono i ristoranti e le attività sportive che hanno dovuto chiudere totalmente dopo il decreto nazionale. La scuola ha lo stesso livello di criticità perché si svolge in spazi chiusi. E di questa categoria fanno parte anche i mezzi legati al trasporto pubblico come treni, bus e tram.
A rischio medio ci sono le attività svolte dai collaboratori domestici, le attività di assistenza domiciliare e le ricevitorie che notoriamente richiamano un gran numero di persone.
RISCHIO ALTO
Infine i settori più rischiosi. Si tratta in primis del trasporto aereo (probabilmente per il piccolo spazio chiuso dentro il quale viaggiano i passeggeri) seguita dall'attività più importante che dall'inizio del diffondersi del virus è sotto osservazione, ovvero il settore della sanità con medici, infermieri e operatori di settore.
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