La telefonata, il (falso) corriere e i soldi rubati: a Palermo attenti al "pacco-truffa"
Vi raccontiamo quanto di spiacevole accaduto alla scuola di lingue "Language Centre IH": truffatori che approfittano della generosità della gente perbene
Protagonista un (falso) corriere che inscena la consegna di un pacco importantissimo da ritirare per il vicino, dietro pagamento di una somma di denaro. Peccato che all'interno non c'era quanto promesso e che il vicino, ignaro di tutto, non aspettasse un bel niente. Finale: 185 euro rubati e delusione, tanta.
Siamo in via Quintino Sella, cuore della città, dove tra bar, ristoranti e strade estive deserte (tipo far west), c’è anche il Language Centre, una scuola di lingue «dove si studia l’inglese ma anche un po’ di umanità».
A raccontarci quanto accaduto è Marco Faldetta, direttore del Language Centre.
La telefonata arriva verso ora di pranzo. Una voce maschile con accento romano credibile dice: «Buongiorno, so’ er titolare der ristorante romano di fronte alla scuola».
«Ora, che il ristorante fosse chiuso per ferie lo sapevano pure i tombini - racconta Faldetta -. Ma la telefonata non destava sospetti».
Il tizio al telefono sembra attendibile: «Dovrei ricevere un pacco importante- dice -, un motorino per l’impastatrice. Me lo potete ricevere voi?».
Gentili come sono, quelli della scuola dicono di sì. «Che sarà mai», pensano. Il tono è affabile, la richiesta è semplice. Ma poi, ecco la vera mossa: «Ve lo chiedo perché siamo chiusi per ferie, capite, e avevo dimenticato che oggi veniva il corriere. Se c’è Marco, magari può anticipare lui...».
Il nome di Marco salta fuori come il prezzemolo. Marco, uno dei responsabili. Che, guarda caso, proprio in quel momento passa dalla reception. Si parla, si valuta, si fa quel gesto di fiducia che tra vicini, a Palermo, è ancora una cosa seria.
Poco dopo arriva il corriere (o sarebbe meglio dire il truffatore). «Un tipo sulla trentina, cappellino in testa, pacco sotto il braccio, educato quanto basta - racconta Faldetta - Il pacco è marchiato “Distribuzione Materiale Elettrico” con scritto a penna rossa: “Ristorante Cucina Romana, via Q. Sella e il nome del propietario del locale"».
Marco Faldetta consegna i 185 euro. Il corriere ringrazia, sorride e se ne va.
La truffa è "servita".
A questo punto comincia l’attesa. Passano una, due, tre e anche quattro ore ma del titolare del ristorante che sarebbe dovuto passare a prendersi il pacco non c'è traccia.
A quel punto il dubbio viene. E se fosse una farsa?
«Ma man mano che il sole cala, cala pure la fiducia - racconta Marco Faldetta -. Il pacco, ora, pare cambiare forma. Non è più un favore da custodire. È un ospite invadente, un enigma con la carta da pacchi. Ogni volta che qualcuno entrava, si alzava la testa: “Sarà lui?”.
Ma non era mai lui».
Alle 19:30 la scuola sta per chiudere. Fa caldo, l’aria è ferma. Marco guarda il pacco come si guardano le bugie dopo che le hai capite. E decide. «Apriamolo».
Dentro non c’è nessun motore. Ma una specie di museo casalingo degli anni ’90: un libro intitolato "Estati Felici", un cofanetto DVD di Audrey Hepburn, un album fotografico con una donna elegante, sorridente, del ’94, un cofanetto CD Graffiti Anni 80, il DVD Cuore Mio e una copia senza copertina di Saturno Contro.
«Ci siamo sentiti dentro un film. Una piccola commedia amara palermitana. Girata in diretta». Oggi il pacco sta ancora lì, come un monumento al buon cuore fregato.
Un avviso a tutti: «Attenti alle telefonate gentili, ai pacchi con scritte strane e alle impastatrici che non impastano un bel niente. Perché a volte, anche una scatola può raccontare una bugia. E altre volte, invece, racconta la vita di chi non ha scrupoli ad approfittare della generosità altrui».
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|