STORIA E TRADIZIONI
Lo sapeva pure Apollo, era destino: com'è nata la (straordinaria) città in Sicilia
La nascita di una città è quasi sempre legata alle necessità di un popolo costretto ad abbandonare il proprio luogo natio: vi raccontiamo la storia di un luogo siciliano
Siracusa
La nascita di una città è quasi sempre strettamente legata alle necessità di un popolo, che mosso da forti ragioni di crisi, si trova costretto ad abbandonare il proprio luogo natio per trovare una condizione migliore altrove.
È quel che accadde nell’ VIII a.C. alla città di Corinto, che si trovava in uno stato di eccessivo sovrappopolamento. Non bastavano i beni primari e i terreni coltivati risultavano essere insufficienti.
Tutto questo non permetteva un adeguato sostentamento della popolazione ed è per tale ragione che parte degli abitanti si misero in viaggio alla ricerca di un nuovo territorio che potesse ospitarli.
Guidati da Archia, che divenne in seguito l’ecista (nell'antica Grecia era il capo scelto per guidare i cittadini nella fondazione di una città, ndr) della città di Siracusa, si misero in viaggio, non prima però di aver consultato l’oracolo di Apollo delfico.
In ogni circostanza i Greci cercavano un segno divino che ne guidasse l’azione e solo dopo aver ottenuto l’approvazione del dio, si apprestavano a svolgere i propri compiti.
Così Archia, insieme a Miscello che, come lui era alla ricerca di una nuova terra da colonizzare, si recarono a Delfi presso il santuario di Apollo, per chiedere il responso del dio.
Qui, viveva una sacerdotessa, la Pizia che scendendo nelle grotte sotterranee del tempio ispirava dolci vapori naturali e foglie di alloro bruciate che gli provocavano uno stato di trance.
E solo dopo aver raggiunto la “divina estasi” pronunciava le parole consigliategli dall’oracolo di Apollo.
La Pizia chiese loro se preferissero la ricchezza o la salute, Archia scelse la ricchezza, mentre Miscello optò per la seconda alternativa e andò a fondare Crotone.
Allora l’oracolo di Apollo si rivolse ad Archia con queste parole: «Fonderai una città ricca, potente e grande sull’isola di Ortigia, che giace sull’oceano nebbioso di contro a Trinacria, dove all’Alfeo la foce sgorga mescolandosi alle sorgenti di Aretusa dal bel corso».
Udite tali parole, Archia insieme ai suoi coloni si mise in viaggio e dopo una lunghissima navigazione approdarono sulle coste di Siracusa, capirono che era quello il luogo designatogli dal dio Apollo.
Sia per la presenza della fonte di acqua dolce nelle vicinanze del mare che per la disponibilità di due porti sicuri, di cui uno di straordinaria grandezza che da solo sembrava promettere grandi cose.
Un territorio suburbano ricco dal punto di vista agricolo e ancora, la prossimità alla foce del fiume Anapo, che gli permise di espandersi e di fondare altri territori nell’hinterland.
Come in effetti accadde: nel VIII sec. si mossero verso l’Eloro, nel 664 a. C. fondarono Acrai, l’odierna Palazzolo Acreide. Poi nel 664 Casmene e infine Camarina nel 599 a. C.
Tutte queste straordinarie dotazioni naturali furono la diretta conferma, per i coloni corinzi, di ciò che l’oracolo aveva predetto per loro: un destino fatto di grandezza, floridezza economica, potenza ed espansione. Ed è qui che fondarono Siracusa nell’anno 734 a. C.
È quel che accadde nell’ VIII a.C. alla città di Corinto, che si trovava in uno stato di eccessivo sovrappopolamento. Non bastavano i beni primari e i terreni coltivati risultavano essere insufficienti.
Tutto questo non permetteva un adeguato sostentamento della popolazione ed è per tale ragione che parte degli abitanti si misero in viaggio alla ricerca di un nuovo territorio che potesse ospitarli.
Guidati da Archia, che divenne in seguito l’ecista (nell'antica Grecia era il capo scelto per guidare i cittadini nella fondazione di una città, ndr) della città di Siracusa, si misero in viaggio, non prima però di aver consultato l’oracolo di Apollo delfico.
In ogni circostanza i Greci cercavano un segno divino che ne guidasse l’azione e solo dopo aver ottenuto l’approvazione del dio, si apprestavano a svolgere i propri compiti.
Così Archia, insieme a Miscello che, come lui era alla ricerca di una nuova terra da colonizzare, si recarono a Delfi presso il santuario di Apollo, per chiedere il responso del dio.
Qui, viveva una sacerdotessa, la Pizia che scendendo nelle grotte sotterranee del tempio ispirava dolci vapori naturali e foglie di alloro bruciate che gli provocavano uno stato di trance.
E solo dopo aver raggiunto la “divina estasi” pronunciava le parole consigliategli dall’oracolo di Apollo.
La Pizia chiese loro se preferissero la ricchezza o la salute, Archia scelse la ricchezza, mentre Miscello optò per la seconda alternativa e andò a fondare Crotone.
Allora l’oracolo di Apollo si rivolse ad Archia con queste parole: «Fonderai una città ricca, potente e grande sull’isola di Ortigia, che giace sull’oceano nebbioso di contro a Trinacria, dove all’Alfeo la foce sgorga mescolandosi alle sorgenti di Aretusa dal bel corso».
Udite tali parole, Archia insieme ai suoi coloni si mise in viaggio e dopo una lunghissima navigazione approdarono sulle coste di Siracusa, capirono che era quello il luogo designatogli dal dio Apollo.
Sia per la presenza della fonte di acqua dolce nelle vicinanze del mare che per la disponibilità di due porti sicuri, di cui uno di straordinaria grandezza che da solo sembrava promettere grandi cose.
Un territorio suburbano ricco dal punto di vista agricolo e ancora, la prossimità alla foce del fiume Anapo, che gli permise di espandersi e di fondare altri territori nell’hinterland.
Come in effetti accadde: nel VIII sec. si mossero verso l’Eloro, nel 664 a. C. fondarono Acrai, l’odierna Palazzolo Acreide. Poi nel 664 Casmene e infine Camarina nel 599 a. C.
Tutte queste straordinarie dotazioni naturali furono la diretta conferma, per i coloni corinzi, di ciò che l’oracolo aveva predetto per loro: un destino fatto di grandezza, floridezza economica, potenza ed espansione. Ed è qui che fondarono Siracusa nell’anno 734 a. C.
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