Lo Zingaro lo puoi vedere solo in cartolina: incognita riapertura, le regole della Regione
Riserva chiusa per motivi di sicurezza da ormai un mese dall'ultimo incendio. Dopo lo scontro tra sindaci e ambientalisti, spunta il decalogo sulla corretta fruizione

La Riserva dello Zingaro dopo il devastante incendio del 25 luglio scorso
Un mese senza la Riserva dello Zingaro. Da quel terribile incendio del 25 luglio che ha devastato piante e sentieri, che ha ucciso animali e trasformato in cenere buona parte del suo patrimonio naturalistico, le visite sono vietate. Niente più tour, niente escursioni, in pieno agosto.
Quel gioiello che la Sicilia fatica a difendere, oggi è rappresentato solo dalle cartoline e dai cartelli di chiusura. Per ragioni di sicurezza non si può accedere e si teme che passeranno molti mesi prima della riapertura.
Dalla Regione è arrivato un messaggio esplicito: il pericolo di caduta massi è concreto, vanno fatte tutte le verifiche sulla sicurezza. La ripartenza non è prevista nell'immediato.
E per chiarire come funziona la gestione di una riserva naturale, il Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale della Regione ha pubblicato le regole su una corretta fruizione, spiegando anche quando è necessario vietarne l'accesso.
Tra i motivi che obbligano alla chiusura, come si legge nel documento (clicca qui), c'è anche il rischio per la sicurezza dei fruitori a seguito di incendi. Gli altri casi sono le allerte meteo, l'incremento repentino della temperatura, il pericolo di incendi.
L'avviso pubblicato dalla Regione è un vero e proprio decalogo sulle riserve naturali con una lista di consigli e anche di divieti per i fruitori. Per esempio si invita i visitatori a seguire i sentieri tracciati, a utilizzare scarpe chiuse, a non appoggiarsi alle staccionate, a lasciare tranquilli gli animali.
Molto lungo l'elenco dei divieti tra cui l'abbandono di rifiuti e mozziconi di sigarette, accendere fuochi, catturare animali, danneggiare la vegetazione.
Il documento pubblicato dalla Regione taglia la testa al toro nel pieno del dibattito con tanto di polemica sulla riapertura della riserva.
Da una parte i sindaci di Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo Giuseppe Fausto e Francesco La Sala chiedono che alcuni tratti tornino fruibili, dall'altro c'è Legambiente che contesta duramente la proposta, ritenendo che tutta l'area vada tenuta chiusa dando la possibilità alla natura di riprendersi.
Dopo l'attacco degli ambientalisti, i sindaci hanno poi chiarito la loro posizione: «Non chiediamo, e non abbiamo mai chiesto, di aprire lo Zingaro per “fare un bagno” o per un turismo mordi e fuggi. Vogliamo dire che, nonostante la ferita profonda inferta dagli incendi, una piccola parte della riserva è ancora viva, sicura e pronta ad accogliere chi sa viverla con rispetto».
E ancora: «Parliamo di tratti limitati, verificati e sicuri, che non presentano rischi né per i visitatori né per l’equilibrio dell’ecosistema. Non proponiamo l'accesso indiscriminato alle zone devastate, dopo un opportuno sopralluogo da parte dei tecnici, saranno ritenuti idonei per la fruizione».
Quel gioiello che la Sicilia fatica a difendere, oggi è rappresentato solo dalle cartoline e dai cartelli di chiusura. Per ragioni di sicurezza non si può accedere e si teme che passeranno molti mesi prima della riapertura.
Dalla Regione è arrivato un messaggio esplicito: il pericolo di caduta massi è concreto, vanno fatte tutte le verifiche sulla sicurezza. La ripartenza non è prevista nell'immediato.
E per chiarire come funziona la gestione di una riserva naturale, il Dipartimento dello sviluppo rurale e territoriale della Regione ha pubblicato le regole su una corretta fruizione, spiegando anche quando è necessario vietarne l'accesso.
Tra i motivi che obbligano alla chiusura, come si legge nel documento (clicca qui), c'è anche il rischio per la sicurezza dei fruitori a seguito di incendi. Gli altri casi sono le allerte meteo, l'incremento repentino della temperatura, il pericolo di incendi.
L'avviso pubblicato dalla Regione è un vero e proprio decalogo sulle riserve naturali con una lista di consigli e anche di divieti per i fruitori. Per esempio si invita i visitatori a seguire i sentieri tracciati, a utilizzare scarpe chiuse, a non appoggiarsi alle staccionate, a lasciare tranquilli gli animali.
Molto lungo l'elenco dei divieti tra cui l'abbandono di rifiuti e mozziconi di sigarette, accendere fuochi, catturare animali, danneggiare la vegetazione.
Il documento pubblicato dalla Regione taglia la testa al toro nel pieno del dibattito con tanto di polemica sulla riapertura della riserva.
Da una parte i sindaci di Castellammare del Golfo e San Vito Lo Capo Giuseppe Fausto e Francesco La Sala chiedono che alcuni tratti tornino fruibili, dall'altro c'è Legambiente che contesta duramente la proposta, ritenendo che tutta l'area vada tenuta chiusa dando la possibilità alla natura di riprendersi.
Dopo l'attacco degli ambientalisti, i sindaci hanno poi chiarito la loro posizione: «Non chiediamo, e non abbiamo mai chiesto, di aprire lo Zingaro per “fare un bagno” o per un turismo mordi e fuggi. Vogliamo dire che, nonostante la ferita profonda inferta dagli incendi, una piccola parte della riserva è ancora viva, sicura e pronta ad accogliere chi sa viverla con rispetto».
E ancora: «Parliamo di tratti limitati, verificati e sicuri, che non presentano rischi né per i visitatori né per l’equilibrio dell’ecosistema. Non proponiamo l'accesso indiscriminato alle zone devastate, dopo un opportuno sopralluogo da parte dei tecnici, saranno ritenuti idonei per la fruizione».
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