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BlueBrass: sette musicisti per due formazioni

  • 31 gennaio 2005

Saranno sette i musicisti che in due diversi concerti si avvicenderanno sulla pedana del Blue Brass, il ridotto del Brass Group allo Spasimo di Palermo: il quartetto del sassofonista Sherman Irby (sabato 5 febbraio) ed uno dei trii italiani internazionalmente più accreditato, il P.A.F. (lunedì 7 febbraio), formazione cui titolari sono rispettivamente Paolo Fresu, Antonello Salis e Furio Di Castri (per entrambi ingresso 10 euro, ore 21.30).

Compositore melodicamente dotato e dalle multiple sfumature espressive – come è stato definito da Time Magazine –, il contraltista Irby Sherman si guadagna l’attenzione della critica con il suo “Big Mama Biscuits” (1998), album che lo vede inserito fra i primi dieci posti dalla stampa specializzata, New York Times in testa: evidentemente la Blue Note, fra le case discografiche “storiche” per il jazz “d’origine controllata”, deve aver fiutato in lui della stoffa se ha dato alle stampe non soltanto il citato ma pure il precedente cd, “Full Circle”. Eppure il primo strumento che l’Irby fanciullo ha imbracciato è stata una viola, piuttosto inconsueto per un bambino dell’Alabama imbattersi in uno strumento d’estrazione musicale “colta”; ma tant’è, e ciò la dice lunga sulla sensibilità musicale anche della sua famiglia: sarà solo adolescente che, dopo esser passato anche per chitarra e piano, finalmente abbraccerà il contralto. È chiaro che le radici afroamericane non avrebbero tardato tuttavia a rivelarsi nel giovane musicista che dai Boys Choir of Harlem passa a suonare come studente della Lincoln Center Jazz Orchestra. Nel frattempo, attentissimo e con tanta voglia di apprendere, partecipa al programma Jazz Ahead tenuto da Betty Carter e fa esperienza alla scuola del pianista Marcus Roberts, con il quale gira in tour. Nel ’97 si unisce al progetto “Crisol” di Roy Hargrove, suonando in occasione del conseguimento del Grammy Award, e come membro del quintetto e del sestetto del trombettista texano, infonde il proprio distintivo sound che ha reso questi gruppi fra i migliori sulla piazza dell’epoca. Ma registra anche con Wynton Marsalis, Ann Hampton-Calloway e Russell Gunn. Nel 2000 forma finalmente un proprio quartetto, con Larry Willis, Gerald Cannon e Willie Jones III, e parte in tour: ed è con essi che si accinge a pubblicare il suo prossimo lavoro, “Faith”, uscita prevista per la prossima primavera. Nel frattempo, reduce dal Midem di Cannes, atterrerà al Blue Brass per farci gustare la propria musica, accompagnato da Oscar Zenari, Marco Marzola e Alessandro Minetto.

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Chiaramente acronimo delle iniziali dei nomi dei tre co-leader, il progetto P.A.F. nasce inizialmente per iniziativa del fiatista Fresu e del contrabbassista Di Castri – già compagni di musica di mille avventure – come duo a formula aperta, passibile cioè di trasformarsi in "duo più uno" o "doppio duo", avvalendosi della partecipazione di ospiti speciali (musicisti, attori, mimi e danzatori), fra cui ricordiamo le collaborazioni con il pianista inglese John Taylor (’92/’93), il percussionista Naco (’93/’94), il percussionista Pierre Favre ed il pianista norvegese Jon Balke (’95-’96). Del 1995 è l’incontro con il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, anch’egli sardo come Fresu, apripista di una nuova avventura sonora che impasta con mestiere la sensuale finezza del trombettista e flicornista, l’eleganza contrappuntistica del contrabbassista e l’irruenza corposa del tastierista (piano e fisarmonica). Tanti i lavori rappresentativi dell’eclettismo di questa combinazione – il CD-Rom interattivo “Hands” su opera dello scultore Flavio Piras (il primo del genere che sia mai stato realizzato in Italia), la collaborazione all’interno di “Sonos e Memoria” (progetto multimediale di cinema e musica dal vivo) che dopo la presentazione al Premio Solinas de La Maddalena e alla Mostra del Cinema di Venezia (estate 1995), è stato portato a Nizza, Strasburgo, Milano, Cagliari, Alghero, Sassari, Rio de Janeiro e Sao Paulo –, sebbene dopo più di 10 anni di attività e “Live a Capodistria” (unica testimonianza di una loro performance dal vivo per la Splasc/h Records), soltanto adesso la francese Label Bleu ha impresso il proprio marchio discografico all’album “Morph”, pubblicazione che finalmente darà conto della ricchezza musicale, dell’inventiva e della comunicatività di questa formazione.

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