MUSICA

HomeNewsCulturaMusica

Brass Group: Francia ed Italia a confronto

  • 29 dicembre 2004

Jazz italiano ed internazionale, improvvisazione e fantasia, come si addice alla musica di miglior fattura: due le serate di punta programmate dal “Ridotto” del Brass Group di Palermo, il jazz club allestito permanentemente allo Spasimo dall’associazione palermitana. A riaprirne i battenti dopo la pausa festiva sarà Jean-Loup Longnon, con un concerto che vede il musicista francese impegnato con un quartetto, martedì 4 gennaio (ore 21.30, ingresso 10 euro), quindi venerdì 7 sarà la volta dell’italianissimo chitarrista Gigi Cifarelli in quartetto.

Trombettista, compositore e direttore d’orchestra, nato a Parigi da una famiglia d’arte (letterati e musicisti), dopo aver sperimentato piano e violoncello, Longnon adotta la tromba come proprio strumento, orientandosi a quindici anni allo studio del jazz da autodidatta, e dunque facendone un mestiere. Importanti incontri segnano taluni suoi concerti e certamente molte sue collaborazioni: Dizzy Gillespie, Clark Terry, Winton Marsalis, Stan Getz, James Moody, Ted Nash, Stéphane Grappelli, Didier Lockwood, Michel Petrucciani, Tania Maria, Eddy Louis, Maurice Vander, Martial Solal, Antoine Hervé, ma anche Michel Legrand, Nicole Croissille, Claude Nougaro. Accolto benevolmente nel corso degli anni dalla critica, che lo considera fra le personalità più interessanti della scena jazzistica d’oltralpe, i suoi album ne attestano la spiccata attitudine verso la composizione e la direzione d’orchestra (Premio “Django Reinhardt”, Premio “Boris Vian”, Premio “Django d’Or”), dote che lo conduce ad impegnarsi in molteplici attività, tanto in Francia quanto all’estero (USA, Israele, Brasile, Turchia, Russia, Madagascar, e in tutt’Europa), facendolo apprezzare al grande pubblico per la maestria e l’inventiva dello stile, nonché per la sua presenza scenica.

Adv
Non a caso, parallelamente al jazz, Longnon è altresì profondo conoscitore dei compositori d’opera del secolo scorso, da Stravinsky a Prokofiev, da Bartok a Berg, Honneger, Szimanowski, Duruflé, Roussel, Boulanger, Poulenc, passando per Fauré, Ravel, Debussy e Dutilleux. Improvvisatore dalle ali leggere, il suo ultimo album, “Bop Dreamer”, registrato dal vivo al Festival del jazz di Marciac nel 1996, riunisce otto prestigiosi jazzisti per interpretare standard e composizioni originali, in quell’atmosfera che ne fa contemporaneo portavoce del bebop, ma anche sottile arrangiatore alla testa di diverse combinazioni jazzistiche, dal settetto alla big-band, all’intera orchestra.

A Longnon si avvicenderà il 7 gennaio Gigi Cifarelli, chitarrista jazz di casa nostra ma di fama internazionale, che vanta collaborazioni con jazzisti del calibro di Chick Corea, Sam Rivers, Jack De Johnette, Mark Murphy, Delmar Brown, Cameron Brown, Billy Hart, Charles Tolliver, Jimmy Owens, Ursula Kukjack, Tony Scott, nonché, fra gli italiani, Franco Ambrosetti ed Enrico Rava, entrambi presenti nel suo album “Kitcken Blues” (1992), insieme ad altri importanti musicisti italiani (Alfredo Golino, Antonio Faraò, Christian Meyer, Demo Morselli, Massimo Colombo e Paolino Dalla Porta). Considerando la chitarra dapprima soltanto un hobby, coltivato accanto alla sua attività professionale di ciclista, a partire dai 23 anni si dedica alla propria formazione artistica studiando al conservatorio. Inizialmente noto al grande pubblico anche per le sue incursioni nel pop leggero italiano (Renato Zero, Tullio De Piscopo, Carlo Marrale dei Matia Bazar e soprattutto Mina e Massimiliano Pani) ed internazionale (Joe Cocker, Paul Young, Sam Moore), nostrano baluardo della negritudine blues, sua è la prima produzione di fusion italiano, l’album “Coca & Rhum” (1985), anche se il suo cd più noto è del 1991, “Kitchen Blues”, disco nel quale esordisce come cantante, compositore ed arrangiatore e che, recensito da svariate riviste di settore che definiscono l’artista “un autentico fuoriclasse della chitarra con grandi doti di compositore, arrangiatore e cantante”, vende più di 10 mila copie.

Definito “jazzista che segue una linea aperta a tutte le influenze”, pur possedendo uno stile ed un tocco assolutamente personale, Cifarelli come moltissimi chitarristi molto deve a due grandi maestri, Wes Montgomery (per il quale in “Kitchen Blues” compone il brano “Letter to Wes”) e George Benson (al quale ha dedicato il pezzo “Ben...sonata”, inciso in “Coca & Rhum”). Nel 1995, affiancato a musicisti come Robben Ford, Mike Stern, John Scofield, Philipe Caterine e Toots Thielemans, raggiunge rilievo e dimensione internazionali, venendo definito dalla stampa francese “super guitariste”. Del 1999 il suo ultimo lavoro, “With the eyes of a Child” (BMG Ricordi). Affiancato da giovani promesse della scena jazz locale – Mauro Schiavone al piano, Riccardo Lo Bue al contrabbasso, Giuseppe Urso alla batteria – offrirà al Ridotto un saggio del suo repertorio e della sua versatilità musicale.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI