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Documentari da tutto il mondo in rassegna a Palermo

  • 15 novembre 2004

Il documentario, un genere che negli anni ha incontrato sempre più i favori del pubblico e che sembra vedere riconosciuta finalmente una propria specifica autorevolezza (“la finzione nel documentario non è mai finzione”, William Rothman, critico americano degli anni ‘40), continua ad essere presente a Palermo dal 22 al 26 novembre in occasione della sesta edizione della rassegna internazionale di documentari sull’uomo, l’ambiente e i popoli, "Il Silenzioso Richiamo della Terra" (che a partire dall'anno prossimo diventerà "Nanookfilmfest"), curata da Giovanni Massa, direttore artistico della manifestazione, rassegna non competitiva il cui obbiettivo è quello di fornire una visione aggiornata delle produzioni documentarie nel mondo e di diffonderne la conoscenza. Al festival, organizzato dall’associazione culturale Nanook e dalla Cooperativa Lavoratori del Cinema e del teatro, partecipano (e sono in aumento ad ogni edizione) documentaristi di ogni parte del mondo e i numeri sono notevoli per un’iniziativa che deve fare i conti con le immancabili ristrettezze di budget: oltre 50 i documentari visionati, di cui 18 i selezionati.

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Molti naturalmente i documentari provenienti dall’Italia (“Industrial” di Tommaso Biondi, “We are the poors” di Michele Citoni, “Viaggio nella notte” di Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni, “Animol” di Martina Parenti e Marco Berrini, “Giuseppe Pastore di periferia” di Ignazio Figus, “Di luni s'accumincia lu ran chiantu” di Alessandro Aiello, Angelo Di Cataldo, Giuseppe Di Maio, “Ali Babà, u Palermo in Serie A” di Marco Battaglia, Gianluca Donati, Laura Schimmenti, Andrea Zulini), quindi un paio dalla Francia (“Scirocco” di Cédric Putaggio, “De Profundis” di Olivier Ciechelsky & Laetitia Mikles), più la produzione di “The People of Angkor” del cambogiano Rithy Pan, poi dal Belgio (“Nos Coeurs sont vos tombes“ di Roger Beeckmans), ancora due documentari dall’Austria (“The Gorillas of my grandfather”di Adrian Warren, “ Beringia” di Herbert Habersack), uno dalla Germania (“life Running out of control” di Bertram Verhaag), dalla Finlandia (“The Tank Man” di Arto Halonen) e da Israele (“Class of 2000” di Tami Gross & Yuval Cohene) e quindi dagli USA (“Orwell Rolls in His Grave” di Robert Kane Pappas) e dal Canada (The Shirt di Shelley Niro).

Luogo dell’inaugurazione del festival, il 22 novembre alle 21, sarà il cinema ABC (in via Emerico Amari n.166) con il prezioso “Louisiana Story”, un documentario del 1948 del mitico Robert Flaherty, l’autore di “Nanook of the North” (film datato 1921, principale riferimento per gli appassionati del genere e non solo), ma tutte le proiezioni in rassegna avranno luogo allo Spazio Tre Navate dei Cantieri Culturali alla Zisa (via Paolo Gili 4) alle 18 e alle 20.30. Piccola nota positiva a favore dei progetti comuni fra le risorse creative della città: il manifesto per questa edizione del festival sarà disegnato dal Dipartimento di Disegno Industriale dell'Università.

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