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Ferrigno vs Pellegrino: due artisti a confronto nel nome della New pop art

A raccontare Palermo e la corrente artistica New pop art sono Max Ferrigno e Domenico Pellegrino, tra supereroi, Santa Rosalia, luminarie e manga

  • 19 aprile 2017

Max Ferrigno e Domenico Pellegrino

Quando Andy Warhol disse che "la Pop art è un modo di amare le cose", intendeva sdoganare il concetto di arte che fino a quel momento era riservato a un pubblico d'élite. Una genialità che rese la pop art una vera e propria rivoluzione culturale, unendo la classe benestante e la classe operaia e divenendo un vero e proprio simbolo di eguaglianza politica.

Questo, e molto di più per la verità, è il concetto di Pop art nato nella seconda metà del ventesimo secolo, periodo in cui l'uomo è al centro del cambiamento e l'artista acquista consapevolezza del suo potere creativo e dell'autonomia del suo operare: l’arte e la comunicazione dei mass media si fondono.

Gli artisti iniziano a connettere il mondo consumistico al proprio stile artistico utilizzando diversi elementi: dalle foto, alla rielaborazione di immagini pubblicitarie, ai fumetti. La New pop art arriva anche a Palermo con due artisti che salgono sul podio per aver delineato al meglio questa corrente artistica grazie alle loro creazioni: Domenico Pellegrino e Max Ferrigno.
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Nonostante seguano due diversi indirizzi tematici e tecnici, entrambi hanno come soggetto il fumetto. Ma se Pellegrino mette in mostra l'imperfezione umana nella sua collezione "Supereroi" valorizzando la propria tradizione siciliana ricca di colori, Ferrigno, palermitano d'adozione, trova la sua ispirazione nel Japan pop in cui la fascinazione è andare a ricercare stimoli nei personaggi dal retrogusto punk rock.

Il loro merito fondamentale è quello di saper interpretare la New pop art, portando una ventata di rivoluzione e colore ed è evidente anche nei luoghi dove nascono i lavori dei due artisti, seppur con stili diversi.

Nell'ordinato laboratorio di Max Ferrigno colpisce subito una Pollon che fa uso di stupefacenti, le pin-up tatuate e il Carletto originale anni Settanta sulla scrivania: l'artista guarda con gli occhi di un cartone animato. Negli spazi co-working di Domenico Pellegrino regna un caos disciplinato che segue le regole dell'arte in cui tra sacro e profano spiccano sculture ed enormi Sicilie che rilevano il suo profondo attaccamento al territorio.

Domenico Pellegrino, classe '74, nasce a Mazzarino e frequenta l'Accademia di Belle arti di Palermo. Pittura e scenografia sono i suoi primi amori ma è nella scultura che si scatena la sua vera passione, realizzando le opere con le proprie mani e trasmettendo non solo un meraviglioso lato estetico ma anche personalità e anima in ciò che crea.

Dietro ogni suo manufatto c'è un messaggio profondo: Spider-man racconta anni di bombardamento, di rinascita e riscatto del popolo siciliano, mentre la Sicilia pensata per Lampedusa rappresentata con luminarie, riflette sul tema della luce portando un messaggio più gioioso e meno drammatico.

«Per me è fondamentale utilizzare professionisti siciliani o aziende locali leader del settore - rivela Domenico Pellegrino - per un lavoro tutto made in Sicily. È stato così per le statue di Santa Rosalia in occasione di due Festini e per il progetto della Sicilia immersa nel mare di Lampedusa».

La sicilianità dell'artista è ciò che caratterizza le sue opere, in cui predominano colori, simboli, storia ma anche rispetto della materia e dell'oggetto finito. Paragona la collezione Supereroi alle divinità (Spider-man è il Dio Apollo, Capitain America il Dio Hermes, Catwoman la Dea Afrodite), non solo rimarcando le sue radici isolane ma utilizzandoli come modello da seguire.

Max Ferrigno nasce invece a Casale Monferrato (Torino) nel 1977 e inizia a lavorare come decoratore subito dopo il diploma artistico. Nel suo piccolo laboratorio dà forma alle fantasie fino al 2005, quando riprendendo a guardare i vecchi cartoni animati giapponesi e ad ascoltare le sigle tv, diventano fonte di idee e progetti gli echi della memoria infantile. Inizia così la fase “popsurrealista” e si trasferisce a Palermo.

«Attraverso la New pop art - spiega Ferrigno - riesco a trasmettere emozioni facilmente comprensibili che caratterizzano tutta la mia generazione ed è proprio a Palermo che ho trovato la mia massima ispirazione, perchè ritengo che sia una delle città più pop del mondo con il suo street food, la sua aristocrazia e il suo Festino dedicato a Santa Rosalia».

In occasione di “New Pop in The Castle”, mostra allestita lo scorso giugno al castello Lanza di Trabia, l'artista espone la sua “Santa Rosalia Pop”: una ragazza alternativa di Palermo che assume le fattezze di una cosplayer, che vuole essere un omaggio alla città. La Santuzza di Max Ferrigno indossa i piercing e ha i tatuaggi ma il suo sguardo e la sua anima riflettono un messaggio magico e salvifico e Santa Rosalia diventa contemporanea, ambigua e a tratti surreale.

I due artisti fondono le loro arti e rafforzano un sodalizio nato sul web: le luminarie di Pellegrino incorniciano alcuni elementi di Metalrobot o ancora delle Reliquie di Ferrigno, esasperando «il concetto di idolatria della mia generazione, quella degli anni Ottanta, verso il mondo del made in Japan», come spiega l'artista piemontese.
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