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Gli incantesimi di Tuck&Patti: Jazz al Metropolitan al giro di boa

  • 20 aprile 2006

Uno dei duo più originali della scena musicale, Tuck & Patti, chitarra lui, voce lei, proseguiranno il 29 aprile la rassegna Jazz al Metropolitan, giunta al giro di boa dei suoi sei appuntamenti di quest'anno (cineteatro Metropolitan, viale Strasburgo 358 Palermo, ore 21.30, intero 22 euro, ridotto "Metropolitan Card" 17 euro, compresi diritti di prevendita).

Una coppia artistica che calca le scene da diverso tempo, incarnando un genere in grado di mettere d'accordo tutti, il mondo del jazz, le sonorità R&B e le trasversalità del crossover. Tuck Andress, chitarrista cresciuto nel segno del blues e country, ha saputo evolversi secondo la lezione di Wes Montgomery, pervenendo ad uno stile personale di grande spessore armonico-ritmico. Patti Cathcart, cresciuta a pane, R&B e rock’n’roll, è dotata di una voce da contralto vibrante ed intensa, da cui trapela tutta la forza emozionale del gospel, attraverso un linguaggio che, pur molto vicino al jazz, travalica ogni confine stilistico. Conosciutisi durante il provino per una band, non appena Tuck, già nel gruppo, ascolta la voce di Patti sulle note di "Out of the night came you" di Horace Silver, realizza di aver trovato la propria anima gemella musicale. Ed entrambi si rendono conto che, anche se il gruppo probabilmente non si sarebbe mai formato, il duo avrebbe invece funzionato a meraviglia.

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Era il 1978 e da allora, con questa formula vincente, intima ma solare e soprattutto comunicativa, Tuck & Patti hanno sempre riscosso unanimità di consensi fra critica e pubblico. Prima esibendosi in numerosi concerti dal vivo, poi iniziando ad incidere, imprimendo sempre un proprio stile che li rende immediatamente riconoscibili, fin dalle prime note, per la particolare atmosfera che riescono a creare in ogni loro esecuzione, sia in studio che, anzi ancor di più, dal vivo. Un approccio anche percussivo, non solo sulla chitarra ma pure nell'emissione vocale. Lo si intende perfettamente fin dal primo album, quel "Tears of Joy" dell'88 in cui spiccava una suggestiva versione di "Time after Time", brano e disco - perché allora ancora di vinile si parlava - che li hanno fatti imporre sulla ribalta musicale.

Da allora altri nove ne sono seguiti, un paio celebrativi, "The best of" e "Paradise Found", alcuni sulla scia di un certo "easy listening" molto accessibile e dalle sfumature romantiche, come "Love Warriors" (1989) o "Dream" (1991), altri più vicini a sonorità moderne, come "Learning How To Fly" (1994), senza dimenticare le venature jazz che rendono i due tanto apprezzati anche ai jazzofili, come per "Taking The Long Way Home" (2001), nato per essere una rivisitazione di standard del jazz ed invece finito come primo vero cd di sole composizioni originali, e "As Time Goes By" (2002), l'album in cui la coppia interpreta mirabilmente classici del jazz ed evergreen di tutti i tempi. Gli ultimi due, "Chocolate Moment" (2002) e "A Gift of Love" (2004), riprendono un po' la strada degli inizi, ma sono anche maturi di quell'esperienza che vede i due artisti fianco a fianco da circa trent'anni. Senza dimostrarli: proprio l'ultimo raccoglie le rendition dei brani che hanno reso famosi Tuck & Patti in tutto il mondo, compreso il loro cavallo di battaglia, "Time after time", ancora tutto da (ri)ascoltare. Ed è al loro repertorio di centinaia di canzoni che attingeranno per incantare il loro pubblico nel modo raccolto ed essenziale che solo loro sanno creare, per un concerto da godere, ad occhi chiusi.

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