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Il "brutto voto" di Moody's che declassa i conti siciliani

L'agenzia di rating si è espressa in maniera negativa rispetto alla situazione finanziaria della regione, declassandola ad un livello di rischio d'insolvenza significativo

  • 28 maggio 2013

L'ombra della Moody's corporations (nota agenzia, con sede a New York, che esegue ricerche finanziarie e analisi sulle attività di imprese commerciali e statali) è arrivata fino in Sicilia. Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, dice il proverbio, e adesso è ora di fare i conti con l'agenzia di rating internazionale, che si è espressa in maniera ben poco incoraggiante riguardo alla capacità finanziaria della Regione Sicilia. La notizia è già di dominio pubblico: I titoli derivati della Regione siciliana presentano elementi speculativi e sono soggetti ad un rischio di credito considerevole. I tagli alle risorse dovuti all’austerity stanno mettendo sotto pressione i bilanci traducendosi in una crescente rigidità fiscale. Le pressioni sulla liquidità hanno contribuito intanto alla accumulazione di arretrati e debiti commerciali.

Come spiegare in termini comprensibili cosa significa tutto questo? Cosa possiamo intendere per capacità finanziaria, in termini piuttosto blandi ed elementari senza dover scomodare grandi professori o seguire un corso in economia? In un certo senso, molto semplicistico, una parte della capacità finanziaria di un ente è proprio la sua attitudine al poter far fronte alla scadenza dei propri debiti, cioè farsi trovare solvibile - ovvero: avere moneta - dai propri creditori nel breve periodo, in modo da poter ripagare per tempo i propri debiti e quindi essere credibili agli occhi di chi presta soldi.

E qui entra in gioco Moody's. Cos'è Moody's? Moody's è una società di rating, ossia di voto. Una sorta di "professore" degli andamenti economici e finanziari che studia e interroga tutte le realtà territoriali ed aziendali e dispensa consigli molto apprezzati. Tutto questo, naturalmente, per il mercato. Cos'è il mercato? L'insieme degli investitori, ossia chiunque voglia prestare capitale per farlo fruttare sempre più in investimenti vantaggiosi.

Moody's assegna ad ogni possibile debitore - la Sicilia, nel nostro caso - dei voti. Ma se il debitore ha un voto basso, prestargli soldi è più rischioso, cioè chi presta il capitale rischia di non rivederlo. Un po' come un esame andato male: un brutto voto macchia la carriera universitaria agli occhi dei professori. Più il voto al potenziale debitore è basso, più il rischio nel prestargli i soldi è elevato: colui che presta capitale, dunque, avrà diritto, come forma di protezione, a vederselo rimborsare a tassi più alti.

Questo è quello che sta succedendo alla Sicilia: Moody's ha abbassato il "voto" da Baa3 a Ba1 trasformando la Sicilia in una possibile insolvente, di conseguenza i suoi futuri prestiti vedranno salire vertiginosamente i tassi d'interesse. Servirà dunque elaborare nuove manovre per tornare più credibili agli occhi dei creditori ma soprattutto "solvibili", cioè capaci di far fronte ai nostri debiti, in particolare quelli di breve periodo e cioè vicini alla scadenza. In sostanza: avere davvero moneta con cui pagare.


Il suggerimento è stato quello di aumentare le tasse: la maniera più rapida per rimpinguare le casse della Regione. Tale previsione è stata smentita dall'assessore Luca Bianchi, che ha dichiarato che i contribuenti non verranno vessati ulteriormente in questo periodo di crisi. Si attende, allora, un prossimo riscontro per scoprire se davvero le manovre messe in atto dal presidente Crocetta hanno influito positivamente sulla complessa situazione. E nell'attesa si subisce il brutto voto.

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