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International Noise Festival, l’elettronica conquista la Sicilia

  • 5 settembre 2005

Interessante l'idea di portare un festival musicale di indie rock e musica elettronica in Sicilia, complici il bel tempo, il mare e il buon cibo, “sverginando” così una terra poco avvezza a questo tipo di raduni e poco considerata dai grandi promoter (ma questa è un'altra storia). Ma parliamo di musica. La musica dell’International Noise Festival, svoltosi il 26 e 27 agosto a Capo D'Orlando (Messina) e organizzato da Musicaoltranza.net e Studio27, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di Capo D’Orlando, dell’Associazione Culturale Carega Nell’Arte e del Tropicana Beach.

Il primo giorno, venerdì 26, la line up subisce un po’ di cambiamenti a causa di "forfait" dell'ultimo momento (Plaid, Masters at Work, Mu-Ziq) che fanno andare “in palla” gli organizzatori. Sul palco principale si esibiscono, tra gli altri, le rock band A Toys Orchestra e successivamente Hugo Race col suo show "intensamente" dedicato a Mario Merola, mentre sull'altro palco il palermitano Mario Bajardi, armato di laptop apre con un set di minimal techno molto "cinematica" lo showcase live della Warp: sciabolate techno breakbeat, virate hard core drum n' bass rapiscono letteralmente i presenti, che vedono (o meglio sentono) alternarsi sia nomi meno famosi (Dj Ned) che i punti fermi del sound della label di Sheffield (Chris Clark). Chiude il tutto il "tour-dj" degli Underworld, Darren Price, con un set di solida tech-house dritta e rotolante. Sul terzo palco, a dire il vero un po’ troppo lontano rispetto gli altri due, numerose crew drum n' bass (Link Dnb Arena e soci) si sono alternate sdoganando finalmente anche in Sicilia l'unico vero suono black "made in UK" dopo anni di snobbismo house.

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La giornata di sabato 27 si aspetta più succosa grazie alla presenza di headliner di tutto rispetto: Asian Dub Foundation e Zion Train, che hanno comunque fatto aumentare notevolmente la presenza di pubblico. Apre la serata Dj Lord, da poco più di sette anni membro effettivo dei Public Enemy (ha sostituito Tarminator X) che quasi a sorpresa stupisce con un'ora e mezza di "musica con giradischi" inanellando con cutting e scratching numerosi classici del rap old shool ad incredibile velocità. La comparsa sul palco del famoso collettivo anglo-indiano scatena il pubblico, arrivato soprattutto per loro, ma la miscela di tabla n' bass e bangra non sorprende più di tanto. Chi sorprende invece è l'emiliano Alexander Robotnik con un live di electro Detroit serrata e senza sosta in combutta col collettivo Partyzan. Letteralmente atomico il set del brasiliano Amon Tobin che fa vedere come sia possibile sovrapporre senza essere maranza i Velvet Underground con il tech-step o il trash metal coi beat della Ninja Tune (chiude il set con un pezzo degli Slayer!). Ultimi, ma non per bravura, gli Zion Train con un carismatico live di matrice dub che ben si concilia con i "ritmi lenti" del Sud Italia. Sebbene abbiamo apprezato lo sforzo organizzativo dell'art director Matteo Trifirò, la realizzazione della compilation del festival in collaborazione con l'etichetta Joint Operation Records di Berlino, non possiamo non costatare che gli ingranaggi della macchina organizzativa erano (un po’) troppo ossidati dalla salsedine dello splendido mare di Capo D'Orlando.

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