Palermo come "Ipotesi di semiotica urbana"
Ecco la presentazione del libro "Palermo. Ipotesi di semiotica urbana" a cura di Gianfranco Marrone, che proietta Palermo in una prospettiva sociosemiotica
La nuova identità culturale di Palermo? Passa dagli immigrati e dal loro modo di abitare e usare quegli spazi che gli “autoctoni” hanno abbandonato: dal centro storico al santuario di Santa Rosalia, dalla Favorita al Foro Italico. Il semiologo Gianfranco Marrone, martedì 22 giugno, alle ore 18.30, al Palermo Multicenter (via Ruggero Settimo 18; ingresso libero), per il ciclo "Il piacere della ricerca", presenta il volume “Palermo. Ipotesi di semiotica urbana” pubblicato da Carocci editore. Interviene Gianfranco Marrone, professore ordinario di Semiotica, Semiotica della cultura e Semiotica della pubblicità con Maurizio Carta Professore ordinario di Urbanistica e Vincenzo Guarrasi, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia.
Esito di una ricerca che ha setacciato luoghi di culto e spazi commerciali, parchi e spiagge, per vedere se e come convivono nuove forme di socialità, il volume intende costruire una nuova metodologia che integri gli sguardi del geografo, dell’urbanista e dell’etnografo in una più ampia prospettiva di tipo sociosemiotico. La ricerca, coordinata da Gianfranco Marrone, professore dell’Università di Palermo, riconosciuto esperto in materia di sociosemiotica e di semiotica dei linguaggi e degli spazi urbani, si collega a una avviata ricerca biennale già finanziata dal Ministero dell’Università sulle Riscritture urbane, che vede coinvolte, insieme all’Università di Palermo, le Università di Torino, Roma La Sapienza, Bergamo e Sassari.
Nella quarta di copertina si legge: Palermo città normale? Se vista con gli occhi della cronaca, assolutamente no: essa è il baricentro del malaffare e del sottosviluppo, di un’irredimibile, esotica decadenza. Se viene messa a fuoco dallo sguardo semiotico, emerge qualcosa di più: una città contraddittoria ma dinamica, in cerca di sé. E viene fuori, per esempio, che, a differenza di molte realtà europee, l’odierna identità di Palermo passa anche e soprattutto dagli immigrati, dal loro modo di abitare gli spazi che gli autoctoni hanno abbandonato. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.semioticapalermo.it.
Esito di una ricerca che ha setacciato luoghi di culto e spazi commerciali, parchi e spiagge, per vedere se e come convivono nuove forme di socialità, il volume intende costruire una nuova metodologia che integri gli sguardi del geografo, dell’urbanista e dell’etnografo in una più ampia prospettiva di tipo sociosemiotico. La ricerca, coordinata da Gianfranco Marrone, professore dell’Università di Palermo, riconosciuto esperto in materia di sociosemiotica e di semiotica dei linguaggi e degli spazi urbani, si collega a una avviata ricerca biennale già finanziata dal Ministero dell’Università sulle Riscritture urbane, che vede coinvolte, insieme all’Università di Palermo, le Università di Torino, Roma La Sapienza, Bergamo e Sassari.
Nella quarta di copertina si legge: Palermo città normale? Se vista con gli occhi della cronaca, assolutamente no: essa è il baricentro del malaffare e del sottosviluppo, di un’irredimibile, esotica decadenza. Se viene messa a fuoco dallo sguardo semiotico, emerge qualcosa di più: una città contraddittoria ma dinamica, in cerca di sé. E viene fuori, per esempio, che, a differenza di molte realtà europee, l’odierna identità di Palermo passa anche e soprattutto dagli immigrati, dal loro modo di abitare gli spazi che gli autoctoni hanno abbandonato. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.semioticapalermo.it.
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