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Pieraccioni: un paradiso che delude

La risata è dovuta più alle apparizioni di Anna Maria Barbera e al suo improbabile italiano, che alle freddure del protagonista, scapolo cinico e cattivello

  • 10 gennaio 2004

Il paradiso all’improvviso
Italia 2003
Commedia
Di Leonardo Pieraccioni
Con Leonardo Pieraccioni, Angie Cepeda, Anna Maria Barbera, Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Fabrizio Pizzuto.

Se questo doveva essere il film della sua maturità, Leonardo Pieraccioni è rimandato a settembre. Stupisce davvero, a dispetto di tanta promozione e dei tanti dibattiti stile Porta a porta sulla singlitudine innescati dall’uscita della pellicola nelle sale, scoprire che tutto è solamente accennato, sfiorato e sommerso da battute ripetitive, glutei al vento, ed un certo numero di espressioni colorite. Peraltro, la risata è dovuta più alle apparizioni di Anna Maria Barbera (nei panni di Nina, collaboratrice di Lorenzo/Pieraccioni nella ditta di effetti atmosferici “Neve e grandine”) e al suo improbabile italiano, che alle freddure del protagonista, scapolo impenitente cinico e cattivello. Nel ruolo del marito strabico di Sconsy, troviamo il “nostro” Fabrizio Pizzuto (cabarettista noto),  tradito dalla passione per l’oriente, e per gli indiani, della moglie.

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Che dire poi dei “loschi figuri” impersonati da Alessandro Haber e Rocco Papaleo? Davvero eccessiva la loro caricatura dei due nobili decaduti Taddeo e Bardella, amanti della scommessa, donnaioli e senza scrupoli. In Amici miei, Monicelli, di tipi così, aveva già detto tutto.
Allo stesso modo, il finale in chiesa ricorda troppo da vicino Casomai di D’Alatri, ma lì la storia aveva ben altra profondità. Poco importa, quindi, raccontare la trama: lo spettatore capisce già da subito come andrà a finire. Pochi, insomma, i motivi per andare al cinema a vedere Il paradiso all’improvviso. Sicuramente il titolo accattivante, la bruna Angie Cepeda (Amaranta), ennesima bellezza latina importata da Pieraccioni, della quale il film offre un autentico book fotografico, esagerando nei primi piani per coprire la pochezza di idee della sceneggiatura, il mare e le passeggiate di Ischia, scenario della vicenda, la dolce canzone di Antonello Venditti che accompagna i titoli di coda.

L’unico passaggio serio, il momento in cui Taddeo/Haber intima a Lorenzo di salvarsi, lasciando la dissoluta vita da single e scegliendo di vivere la vita con una sola donna, quella di cui si è innamorato suo malgrado e che lo ha ammonito sul fatto che il single per scelta non esiste ed è solo “una persona che sta aspettando qualcuno”. Il matrimonio ci sarà, ma non facciamoci illusioni, l’eternità è contemplata solo finché separazione...“non ci separi”!

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