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Progetti triennali per il Teatro Massimo

  • 14 agosto 2004

“L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”. Questo l’esergo che spicca sul frontone del Teatro Massimo di Palermo: e sembra che la nuova gestione voglia riuscire nell’intento di applicarne la lettera. È stato infatti presentato il nuovo progetto artistico del Teatro Massimo, che, in un circuito in cui verranno coinvolti insieme anche Teatro Biondo, Teatro Bellini e Teatro di Verdura, si svilupperà nell’arco di tre anni, abbracciando i cartelloni di ben tre stagioni artistiche, fino all’estate 2007. E a chi ancora nutra dubbi sulla situazione finanziaria della Fondazione Teatro Massimo, risponde il sindaco Diego Cammarata, presidente della stessa, che ha precisato: «il processo di risanamento del Teatro Massimo è stato avviato. La prova tangibile è il bilancio consuntivo appena approvato», specificando che a fronte di «una situazione difficile con un passivo iniziale di tredici milioni di euro, abbiamo affrontato il problema con coraggio e rigore, facendo grossi sacrifici ed adesso il passivo è di quattro milioni di euro, ma si tratta solo di oneri non legati ai costi di gestione».

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Un itinerario triennale, dunque, che, dopo l’anticipazione de “La serva padrona” di Giovan Battista Pergolesi (dal 26 ottobre al 7 novembre) e la “Dannata epicurea” di Matteo D’Amico (3, 4, 5 dicembre), entrambe al Bellini, verrà inaugurato al Massimo il 26 novembre prossimo con “I vespri siciliani” di Giuseppe Verdi in un allestimento coprodotto con il Teatro Capitole di Tolosa e l’Opera di Marsiglia. Seguiranno – per limitarci alla stagione 2004/2005 – “L’opera da tre soldi” (dal 15 al 30 dicembre) della coppia Brecht-Weil, per la regia del direttore artistico Pietro Carriglio, in lizza come migliore spettacolo della stagione, “Pelléas et Mélisande” (dal 18 al 27 gennaio) di Claude Débussy, “La Bohème” di Giacomo Puccini (dal 15 al 27 febbraio) nell’allestimento ideato da Franco Zeffirelli per la Scala, e il doppio appuntamento di marzo con “Songs Divine Comedy” di Giovanni Sollima (da definire) e l’ “Andrea Chénier” di Umberto Giordano (dal 16 al 31), per finire la tranche pre-estiva con Richard Strauss per “Salome” (dal 16 al 24 aprile) e “Ariane auf Naxos” (dal 15 al 25 giugno), diretta da Maurizio Scaparro, e con “La scala di seta” di Gioacchino Rossini (dall’1 al 9 giugno). Se le stagioni di operetta per il triennio sono ancora da definire, l’apertura del programma estivo (luglio/agosto) al Teatro di Verdura è affidata a “We like Mozart” (7, 8 e 9 giugno), percorso artistico coreografico che il regista Amedeo Amodio ha dedicato al compositore di Salisburgo, mentre, in prima esecuzione assoluta, le musiche di Matteo D’Amico e la regia di Pietro Carriglio firmano “Il borghese gentiluomo” di Molière (dal 12 al 20 luglio) e, per il balletto, “Il lago dei cigni” (da definire) di Piotr Ilic Cajkovskij.

Per le successive stagioni, previsti ancora autorevoli compositori di tutti i tempi, da Mozart (“La finta semplice”) a Giuseppe Verdi (“Un ballo in maschera”, “La Traviata” e la “Tosca”) da Igor Stravinskij (“The Rake’s progress”, regia di Lina Wertmüller) a Cajkovskij (“Lo schiaccianoci”), nonché la prima palermitana del “Doktor Faust” di Ferruccio Busoni e  “Luci mie traditrici” di Salvatore Sciarrino, mentre per l’estate del Verdura spicca il dittico “Cavalleria Rusticana” (Pietro Mascagni) e “I Pagliacci” (Ruggero Leoncavallo). C’è di che “rinnovare e rivelare la vita” ai Palermitani, allora!

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