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Shrek2: ironico, irriverente, dissacrante e geniale

  • 11 gennaio 2005

Shrek 2
U.S.A. 2004
Di Andrei Adamson, Kelly Asbury, Conrad Vernon
Con (voci): Mike Myers (Shrek), Edde Murphy (Ciucchino), Cameron Diaz (Fiona), Antonio Banderas (Gatto con gli Stivali), Rupert Everett (Principe Azzurro)

Il primo Shrek, 3 anni fa, fu considerato il più bel film d’animazione di tutti i tempi. Gli ingredienti vincenti di questo successo sono da attribuirsi a due scelte fondamentali: in primo luogo la tendenza, sempre più crescente, di dare a film, che fino ad oggi erano destinati prevalentemente ad un pubblico di bambini, delle sfaccettature e delle sfumature più adatte ad un pubblico adulto, con una perfetta fusione che mette tutti d’accordo; in secondo luogo lo stravolgimento dei valori fiabeschi fino ad ora in vigore. I protagonisti non sono più belli, d’animo e d’aspetto, ed eredi di illustri famiglie, ma brutti, sporchi e…. buoni! La storia diventa così più veritiera, meno favola e più storia reale, sebbene i connotati siano sempre gli stessi. Un successo tale che è stato praticamente impossibile resistere alla tentazione di mettere in scena un seguito. Anche questo secondo episodio ruota attorno al tema portante del primo: quanto conta essere belli in amore? E quanto conta essere belli per essere accettati da tutti e non essere scambiati per creature orripilanti, capaci di chissà quali nefandezze? Fiona e Shrek, ormai sposi felici, vivono la loro romantica luna di miele in perfetto amore e sintonia. Ma al loro ritorno saranno costretti ad intraprendere un lungo viaggio verso il Regno di Molto Lontano, per far conoscere lo sposo ai genitori della sposa. Genitori della sposa che non potranno esimersi dal rimanere piuttosto basiti di fronte alla realtà: anziché il più classico dei principi azzurri, biondo, bello ed in sella ad un nobile cavallo bianco, si ritrovano un orco grande e grosso, verde, per nulla aggraziato e che ha un asino parlante per destriero! Sortilegi, inganni, magie, intrighi e tanto altro arricchiscono la trama che può essere apprezzata pur senza aver seguito il primo episodio.

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Ad impreziosire la storia ci sono innumerevoli personaggi: un improbabile Gatto con gli stivali, abile spadaccino mascherato, che fa il verso ad Antonio Banderas in Zorro, la cui arma vincente è lo sguardo languido con cui distrae gli avversari, più che la sua stessa spada; il melenso Principe Azzurro, viziato e mammone, abile nel ballo ma troppo intento a curare la sua bellezza per dare spazio ai sentimenti; la fata con la bacchetta magica a stella, che anziché essere buona usa i suoi poteri per fare del male; ed ovviamente Ciucchino, l’asino parlante del primo Shrek, ampiamente riconfermato e più svampito che mai. Molte sono le citazioni e i riferimenti ad altri film, da Matrix a Mission Impossibile, da Spider Man al Signore degli Anelli, passando attraverso il mondo delle fiabe, ironizzato e dissacrato come solo questo film sa fare. Un film tutto da ridere che non scade mai nel banale e che non finisce di stupire, dove tutti i cliché della nostra moderna società sono abbattuti e ridicolizzati. E siccome non dobbiamo dimenticare che, in fin dei conti, si tratta pur sempre di una favola, il lieto fine da “E vissero tutti felici e contenti” ovviamente ha il suo ruolo predominante e conclusivo. La qualità delle immagini è spettacolare come sempre: quella del film d’animazione in tridimensionale è un’arte ancora “giovane” ma in continua crescita. La verosimiglianza delle immagini è straordinaria, così come la cura dei particolari, anche quelli meno ovvi. Tanto di cappello a quelli della DreamWorks e alla loro genialità.

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