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Storie di tango ai Candelai

  • 3 marzo 2004

Dopo più di un secolo dalla nascita, attraversando nazioni e continenti, il tango riesce a calamitarsi simpatie a favori di sempre più estimatori. Ed è proprio viaggiando, nel tempo e nello spazio, che approda ai Candelai di Palermo (via Candelai 65), mercoledì 3 e giovedì 4 marzo alle 21,15 in “Come un Tango, tutti i nostri figli vagabondi”, lo spettacolo organizzato dall’associazione Muralia di e con Francesco Giordano e Patrizia D’Antona.

La vita come un tango o quest’ultimo visto in modo “vitale”, capace, nelle sue molteplici forme ed espressioni, di scandire i momenti, passionali e tristi, della coppia che, assieme a Lui, sarà di scena. A sottolineare queste parole una frase di Borges: «il Tango si balla in tre, due corpi e la loro passione, la loro musica» dove quest’ultima è vista non come un sottofondo, una base musicale, ma una terza “voce” che interpreta, amplifica ed espande il significato delle parole e gli umori dei protagonisti. E così, tra i ballerini/amanti, entra in scena un “terzo” (come in ogni rapporto che si rispetti) ingombrante, insinuante, curioso e pettegolo: il Tango. Due giovani maestri argentini, Pablo e Silvina, daranno vita a una coppia innamoratasi proprio con le dolci e passionali note di questa musica; un uomo e una donna che si confronteranno, riflettendo uno sull’altro le loro difficoltà esistenziali, mentre le note della fisarmonica e del violoncello andranno fluttuando sinuose tutt’intorno.

Attualissimi anche i temi trattati: uomini insicuri, donne con la voglia, necessità, di essere madri e un velo che copre tutto dovuto alla paura di avere un bambino in un mondo che, sembrerebbe a tutti, sta sfuggendo di mano. L’autore, Francesco Giordano, ha tenuto a sottolineare come in questa storia d’amore si tocchino aspetti profondi dell’universo femminile ma non solo, con grande altruismo ha voluto ringraziare Antonio Raffaele Addamo, che insieme a lui ha firmato la regia. Il biglietto per lo spettacolo costa 7 euro.

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