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The Grudge: fotocopia scolorita dell’originale

  • 18 gennaio 2005

The Grudge
U.S.A. 2004
Di Takashi Shimizu
Con Sarah Michelle Gellar, Bill Pullman, Jason Behr, Ryo Ishibashi

Sulla scia di “The Ring”, ecco la ricetta per realizzare un altro remake di successo. Si prende un horror nipponico diventato fenomeno di culto in patria, si modifica la trama quel tanto che basta per far sì che i protagonisti siano occidentali (i giapponesi, si sa, sono tutti uguali, e poi hanno quei nomi così complicati: si fa troppa fatica a seguire il film), si aggiunge qualche tocco di computer graphic, anche dove non ce ne sarebbe assolutamente bisogno (tanto per sciorinare l’alto budget speso) e si assolda una star di successo a fare da contorno. Quindi, e soprattutto, si semplifica, chiarificando tutti gli snodi della trama. In soldoni, questo è “The Grudge”, rifacimento di “Ju On” (2003), cui ha rimesso mano lo stesso regista Takashi Shimizu, fortemente voluto da Sam Raimi (che di case infestate se ne intende). Francamente sfugge il senso di questa operazione (a parte il motivo commerciale, ovviamente): siamo di fronte a un vero e proprio “film fotocopia” in cui la quasi totalità delle scene sono identiche alla versione originale (e, per questo, non ce la si può prendere certo con Shimizu, che ha colto l’occasione di un facile guadagno per lui e per la sua troupe, sfruttando questa bizzarra pratica occidentale dei remake).

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A mutare è un unico elemento della storia: questa volta le vittime della “maledizione del rancore”, originata da un’abitazione in cui fu commesso un atroce delitto, sono degli americani. Si tratta dei Williams, tranquilla famiglia trasferitasi per lavoro, e di Karen Davies (Sarah Michelle Gellar), studentessa universitaria in trasferta che presta assistenza sociale all’anziana Williams. Questo peraltro diventa il pretesto per mostrare tutta una serie di stereotipi triti e ritriti legati alla presunta astrusità della cultura giapponese, dipinta come “un mondo alieno” in cui è impossibile orientarsi (Karen ha problemi con la lingua, fatica a barcamenarsi nella metropolitana, si perde facilmente per strada). In realtà, non solo questo film non aggiunge nulla a “Ju On”, ma, addirittura, toglie molto in termini di tensione. Il miglior pregio dell’originale, infatti, era quello di essere circondato da un alone di vaghezza, che procurava allo spettatore una sensazione di straniamento e inquietudine.

Qui, invece, viene tutto semplificato (tant’è che si parla di “The Grudge” come di un “Ju On for Dummies”, per gli stupidi insomma), sono tagliati alcuni episodi più distanti dalla trama centrale (come quello delle studentesse liceali) e si inserisce anche un piccolo accenno di storia d’amore (inevitabile). Ma, quel che è peggio, l’antefatto che dà origine alla maledizione viene spiegato per filo e per segno: si svapora così tutto il fascino e il mistero che contraddistingueva il finale di “Ju On”. Insomma, come è facile intuire, il consiglio è di lasciar perdere questo film e di orientarsi piuttosto sul vero “Ju On” (disponibile in videoteca), magari augurandosi che in Occidente in futuro distribuiscano direttamente i film originali. La cosa meno deprecabile del film risulta alla fine essere proprio la “Miss Ammazzavampiri” Sarah Michelle Gellar, scritturata evidentemente col proposito di richiamare al cinema il classico pubblico di teenager appassionati d’orrore. Non sarà eccezionale, però se la cava più che discretamente, e si dimostra particolarmente adatta per questo tipo di ruoli. In confronto a Bill Pullman, poi, fa un figurone.

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