Nata da una leggenda, ora torna alle origini: una piazzetta di Palermo cambia volto
All’Albergheria un piccolo cortile, famoso per una delle storie più affascinanti del folklore palermitano, recupera la sua identità originaria: ecco come, via ai lavori
Piazzetta Sette Fate a Palermo
L’intervento sullo slargo di Ballarò, che prenderà il via lunedì 15 dicembre, rientra nel progetto di riqualificazione della pavimentazione del percorso Unesco, già avviato in altre zone del centro storico: previste la rimozione dell’asfalto ad oggi presente e la realizzazione del mattonato con riquadri in pietra Grigio di Billiemi, una tipologia di marmo anticamente utilizzato in città e riscontrabile in monumenti come i Quattro Canti e Casa Professa.
«L’intervento intende ripristinare l’aspetto originario della piazza, rispettandone la conformazione storica - spiega l’architetto Giuseppe Prestigiacomo, responsabile unico del progetto (Rup) – l’intervento intende ripristinare l’aspetto originario della piazza rispettandone la conformazione storica. Verranno mantenute le aiuole decorative, rimuovendo l’asfalto e sostituendolo con la pavimentazione storica già presente in altre zone del centro. La durata dei lavori dovrebbe essere di circa 100 giorni».
Dopo il completamento dell’area, l’intervento di riqualificazione della pavimentazione interesserà anche le zone limitrofe: via dei Biscottari, via Puglia, piazza Casa professa, piazza Santissimi 40 martiri ma anche salita Santi Romano e via Niccolò Cervello.
«Si tratta di 18 interventi – spiega Prestigiacomo - i primi cinque partiranno tra gennaio e febbraio. Lavori analoghi saranno effettuati anche in piazza Villena (i Quattro Canti, ndr) comprendendo i marciapiedi e una nuova illuminazione artistica».
La piazzetta custodisce una delle storie più affascinanti del folklore palermitano: sette creature magiche, "le donni di fora", figure a metà tra fate e streghe, sono le protagoniste di racconti tramandati di generazione in generazione. Ne ha trattato anche Giuseppe Pitrè nel suo monumentale “Usi e Costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano”, raccontando di queste strane creature che trascinavano con sé uomini e donne per mostrare loro cose mai viste: balli, feste e magie. Le sette fate, infatti, portavano le loro vittime fino al mare e le facevano camminare sulle acque senza bagnarsi.
Un angolo sospeso tra mito e architettura, il cui racconto ad oggi rimane vivo nella memoria del quartiere. Ogni notte la magia si ripeteva, ma al mattino le creature svanivano nel nulla. Attorno alle credenze popolari si sono accompagnate interpretazioni più razionali.
Una lettura suggerisce che le "sette fate" non fossero altro che prostitute, le cosiddette “lucciole” che intrattenevano gli uomini per un’intera notte. Al loro ritorno, incapaci di giustificare l’assenza a mogli e parenti, gli uomini ricorrevano a storie fantastiche.
Un’altra invece affonda le radici nel mondo delle stregonerie siciliane: le fate sarebbero state in realtà streghe. Donne potenti, temute e capaci di portare fortuna o sciagura, amore o malattia.
Infine una versione più fiabesca ancora oggi riportata dai residenti: le Sette fate vivrebbero ancora nella loro torre, nascoste tra le pietre e il silenzio della notte attendendo la persona giusta da condurre in un viaggio oltre i confini del reale.
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