Nipote d'arte, i suoi pupi li ha pure Sting: Fulvio porta la Sicilia in giro per l'Europa
Palermitano, è cresciuto nella famiglia dei Cuticchio, dove il mestiere si tramanda di generazione in generazione. Oggi vanta di essere il primo puparo siciliano al Nord Italia
Fulvio Verna, con la moglie Viviana Sacco, le figlie Irene e Luna e la cugina Tiziana Cutucchio
Il messaggio è chiaro e lo rivolge a coloro che vogliono intraprendere la sua arte: non mollare mai. Ne è esempio proprio lui: ha cominciato con soli quattro pupi e adesso, è arrivato a possederne 180. Vanta di essere il primo puparo Made in Sicily del Nord Italia.
A Balarm racconta la sua storia.
«Mia madre, Piera, è figlia del cavaliere Giacomo Cuticchio. Lei, insieme ad alcuni dei suoi fratelli sono proprio cresciuti in teatro – racconta Fulvio Verna -. Inizialmente, quando nelle case non era ancora diffusa la televisione, mio nonno portava l’Opera dei pupi nelle piazze dei comuni siciliani. Ricordiamo che si tratta di un’arte che nasce per il popolo».
Fulvio cresce assorbendo tutti i racconti dei Paladini che, oggi, ha fatto suoi. Comincia ad avvicinarsi a questo mondo all’età di 15 anni, quando, giovanissimo, trascorre i fine settimana al teatro ai Quattro Canti, l’Ippogrifo, o in quello dello zio, in via Bara all’Olivella. «Ogni volta che apriva il teatro, con mio fratello aiutavamo gli zii Nino e Anna Cuticchio – prosegue Verna -. Lavoro lì fino al 2006. Poi, vado da mio zio Mimmo come aiutante suo e di mio cugino Giacomo».
Nel 2008, fonda l’associazione “Teatroggi”, con l’intenzione di organizzare eventi culturali per gli studenti e i giovani palermitani ed esordisce con la rassegna “Siamo tutti pupi” portando in scena presso il teatro Gregotti dell’Università stessa lo spettacolo tradizionale “Prime imprese di Orlando” di Mimmo Cuticchio e organizzando visite guidate nel laboratorio di Via Bara all’0livella.
Qualche anno dopo, avviene la svolta nella vita di Fulvio: nel 2014 lascia Palermo e va a vivere, per tre anni, a Milano, dove comincia a fare degli spettacoli itineranti presso musei e teatri del posto.
Proprio nel capoluogo lombardo, esordisce al Festival del Teatro sull’Acqua di Arona con la direzione artistica di Dacia Maraini, portando in scena uno spettacolo sulla Gerusalemme liberata per la regia di Mario Barzaghi. Qui, per la scenografia mozzafiato, il suo teatro entra letteralmente sull’acqua, proprio sul Lago Maggiore.
Sempre a Milano ha collaborato con diverse scuole e con il teatro "Pane e Mate".
Il successo è immediato: il Nord Italia ha accolto calorosamente e con interesse l’arte di Verna, che vanta di avere fatto innamorare Milano dell’arte siciliana.
Nel 2017, Fulvio si trasferisce a Bologna, dove risiede ancora oggi. «Una città viva, allegra e con tanti giovani – racconta a Balarm -. Qui, creo la compagnia "Ippogrifo", in onore del teatro di mio nonno, aperto nel 1964. Lo faccio insieme ai miei cugini Sara, Tiziana e Filippo. Portiamo con amore la tradizione. Abbiamo partecipato a festival e rassegne di teatro di figura in città come Bergamo, Ravenna, Milano, Lugano e Locarno».
Di recente, il suo ritorno a Palermo dopo dieci anni: «Mi ha invitato il Museo delle Marionette, il Pasqualino, e per me è stato un onore – prosegue Verna -. In estate, a Noto, invece, ho fatto uno spettacolo per il matrimonio della figlia di Sting, dove ho raccontato la loro storia tramite i pupi con un testo scritto dal marito, Max. Nella storia anche Kate, sua moglie e figlia di Sting con il basso. I pupi sono stati acquistati dagli sposi da quanto sono piaciuti».
Un pezzo di Sicilia è finito così nella casa dell’artista dei Police. I costumi erano, inoltre, firmati dalla mamma di Fulvio Verna.
Il futuro del puparo è roseo: in cantiere ci sono spettacoli a Bologna, sia per le scuole che in comuni di alcuni paesi vicini, per poi andare a Firenze e, nuovamente, a Milano. E, ancora, tornerà in Svizzera per il festival sulla fiaba, a marzo.
La Sicilia, però, resta sempre nel suo cuore. «Per quello che ho raggiunto, ringrazierò sempre mia moglie, Viviana Sacco, che mi ha sempre supportato in tutto. Con lei anche le mie figlie, Irene e Luna, di 9 e 5 anni. Vengono in quasi tutti i miei spettacoli e salgono già sul palco. Si occupano di abbassare i fondali, rumoristica e suoni vari. Hanno anche partecipato ad alcuni spettacoli i figli e le figlie di mio fratello e le mie cugine. Con noi hanno esordito sul palco la quinta generazione della nostra famiglia».
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