Non a caso è in Vucciria: perché il "Bunker" a Palermo non è (solo) un locale per gay
Il nuovo spazio, però, punta a essere molto più di un semplice luogo di divertimento: al suo interno troverà posto uno sportello antiviolenza, ve ne parliamo nell'articolo
Bunker Club Palermo
Sembra essere sulla bocca di tutti l’apertura del “Bunker Disco Men Club”, il nuovo locale gay della città di Palermo. Situato nel cuore della Vucciria e nato da un gemellaggio storico tra Palermo e Barcellona, il locale si rivolge a un pubblico esclusivamente maschile.
Il nuovo spazio, però, punta a essere molto più di un semplice luogo di divertimento: al suo interno troverà posto “Stop Omofobia”, uno sportello antiviolenza che offrirà sostegno morale, psicologico e legale, oltre a servizi di prima accoglienza e soccorso, completamente gratuiti per chi ne avrà bisogno.
Un’iniziativa senza dubbio lodevole, che nasce tuttavia in un’area spesso tristemente nota per episodi di violenza di vario genere. Per comprendere meglio lo spirito del progetto, abbiamo chiesto chiarimenti al network promotore, l’European Gay Network, che ha spiegato di aver scelto Palermo «perché una città ricca di cultura, arte e storia come questa merita un respiro più internazionale.
Il Bunker Club - continuano gli organizzatori - ha un duplice obiettivo: creare un luogo di aggregazione e svago per il pubblico gay, compresi i tanti turisti che ogni anno visitano la città, e al contempo sensibilizzare il territorio su tematiche sociali come l’omofobia».
Secondo il network «il divertimento può andare di pari passo con l’impegno sociale, e per questo abbiamo aperto lo sportello antiviolenza “Stop Omofobia”. Palermo ha già altri locali e iniziative LGBTQ+, oltre alla storica sede dell’Arcigay, con cui contiamo di collaborare: una comunità gay può esistere solo se esiste una rete di servizi e spazi diversificati». L’organizzazione, come già precedentemente detto, sta realizzando una struttura ricettiva dedicata al pubblico gay, che fungerà anche da centro di accoglienza per le vittime di violenza omofobica.
La scelta della Vucciria non è casuale: «rappresenta il cuore pulsante della movida palermitana, un luogo multiculturale e facilmente raggiungibile dai turisti, che le istituzioni locali stanno impegnandosi a rendere più sicuro. Questo ci ha dato ulteriore slancio nel portare qui il nostro progetto», spiegano ancora dall’European Gay Network.
Il network è consapevole delle difficoltà e degli episodi di violenza che negli ultimi anni hanno interessato la zona, ma vuole lanciare un messaggio chiaro: «Siamo consapevoli che atti di violenza possano accadere ovunque, a Palermo come a Roma, Milano o in altre città europee, e non crediamo che Palermo sia più pericolosa di altre. L’omofobia esiste ovunque, e la nostra missione è quella di contrastarla attraverso la sensibilizzazione sociale».
«Serve coraggio per cambiare le cose – aggiungono – il centro storico di Palermo appartiene ai palermitani, alla loro storia millenaria, e deve essere restituito a chi rappresenta l’onestà e il senso civico. Abbandonare il centro storico significherebbe abbandonare Palermo stessa, dando al mondo un’immagine negativa della città. Siamo certi che le istituzioni non permetteranno che questo accada».
Per prevenire possibili episodi spiacevoli, l’organizzazione ha già attivato misure preventive. «Abbiamo chiesto collaborazione e maggiore sicurezza alla Questura e al Comune di Palermo – spiegano – e siamo fiduciosi nel supporto delle istituzioni. Siamo in contatto con l’assessore alle Pari Opportunità Mimma Calabrò, a cui abbiamo richiesto anche la creazione di centri di accoglienza per le vittime di violenza omofobica».
L’attenzione è rivolta soprattutto ai più giovani: «Può capitare che ragazzi gay, anche minorenni, vengano allontanati dalle famiglie o subiscano episodi di bullismo per il proprio orientamento. Non possiamo lasciarli soli».
Il messaggio finale è di fiducia e apertura: «Confidiamo nei cittadini di Palermo. La nostra comunità non è qui per togliere nulla a nessuno, ma per portare qualcosa in più: un’immagine positiva, aperta e civile della città. Il Pride di Palermo lo dimostra: rivela una città accogliente e tollerante, non meno di Barcellona. È proprio da questa affinità che nasce il nostro gemellaggio visionario tra Palermo e Barcellona».
Il nuovo spazio, però, punta a essere molto più di un semplice luogo di divertimento: al suo interno troverà posto “Stop Omofobia”, uno sportello antiviolenza che offrirà sostegno morale, psicologico e legale, oltre a servizi di prima accoglienza e soccorso, completamente gratuiti per chi ne avrà bisogno.
Un’iniziativa senza dubbio lodevole, che nasce tuttavia in un’area spesso tristemente nota per episodi di violenza di vario genere. Per comprendere meglio lo spirito del progetto, abbiamo chiesto chiarimenti al network promotore, l’European Gay Network, che ha spiegato di aver scelto Palermo «perché una città ricca di cultura, arte e storia come questa merita un respiro più internazionale.
Il Bunker Club - continuano gli organizzatori - ha un duplice obiettivo: creare un luogo di aggregazione e svago per il pubblico gay, compresi i tanti turisti che ogni anno visitano la città, e al contempo sensibilizzare il territorio su tematiche sociali come l’omofobia».
Secondo il network «il divertimento può andare di pari passo con l’impegno sociale, e per questo abbiamo aperto lo sportello antiviolenza “Stop Omofobia”. Palermo ha già altri locali e iniziative LGBTQ+, oltre alla storica sede dell’Arcigay, con cui contiamo di collaborare: una comunità gay può esistere solo se esiste una rete di servizi e spazi diversificati». L’organizzazione, come già precedentemente detto, sta realizzando una struttura ricettiva dedicata al pubblico gay, che fungerà anche da centro di accoglienza per le vittime di violenza omofobica.
La scelta della Vucciria non è casuale: «rappresenta il cuore pulsante della movida palermitana, un luogo multiculturale e facilmente raggiungibile dai turisti, che le istituzioni locali stanno impegnandosi a rendere più sicuro. Questo ci ha dato ulteriore slancio nel portare qui il nostro progetto», spiegano ancora dall’European Gay Network.
Il network è consapevole delle difficoltà e degli episodi di violenza che negli ultimi anni hanno interessato la zona, ma vuole lanciare un messaggio chiaro: «Siamo consapevoli che atti di violenza possano accadere ovunque, a Palermo come a Roma, Milano o in altre città europee, e non crediamo che Palermo sia più pericolosa di altre. L’omofobia esiste ovunque, e la nostra missione è quella di contrastarla attraverso la sensibilizzazione sociale».
«Serve coraggio per cambiare le cose – aggiungono – il centro storico di Palermo appartiene ai palermitani, alla loro storia millenaria, e deve essere restituito a chi rappresenta l’onestà e il senso civico. Abbandonare il centro storico significherebbe abbandonare Palermo stessa, dando al mondo un’immagine negativa della città. Siamo certi che le istituzioni non permetteranno che questo accada».
Per prevenire possibili episodi spiacevoli, l’organizzazione ha già attivato misure preventive. «Abbiamo chiesto collaborazione e maggiore sicurezza alla Questura e al Comune di Palermo – spiegano – e siamo fiduciosi nel supporto delle istituzioni. Siamo in contatto con l’assessore alle Pari Opportunità Mimma Calabrò, a cui abbiamo richiesto anche la creazione di centri di accoglienza per le vittime di violenza omofobica».
L’attenzione è rivolta soprattutto ai più giovani: «Può capitare che ragazzi gay, anche minorenni, vengano allontanati dalle famiglie o subiscano episodi di bullismo per il proprio orientamento. Non possiamo lasciarli soli».
Il messaggio finale è di fiducia e apertura: «Confidiamo nei cittadini di Palermo. La nostra comunità non è qui per togliere nulla a nessuno, ma per portare qualcosa in più: un’immagine positiva, aperta e civile della città. Il Pride di Palermo lo dimostra: rivela una città accogliente e tollerante, non meno di Barcellona. È proprio da questa affinità che nasce il nostro gemellaggio visionario tra Palermo e Barcellona».
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