SOCIAL E WEB
Non farcela è il loro stile di vita e ora le vedi a Palermo: chi sono le "mamme di merda"
Un duo irriverente e dissacrante che racconta in modo tragicomico la maternità. Perché, diciamolo chiaro, noi mamme non ce la dobbiamo fare sempre e per forza

Sarah Malnerich e Francesca Fiore, il duo Mammadimerda
"Dimmi che sei una Mdm (Mammadimerda) senza dirmi che sei una Mdm" e in risposta a questo curioso post, una sfilza di commenti che, in modo ironico ma veritiero, raccontano di mamme che dimenticano di svuotare gli zaini dei figli (e il giorno dopo la merenda è più che bella marcia), che sbagliano il giorno della gita o della festa di carnevale.
Così come chi non è mai al passo con le chat della classe o chi (apriti cielo) allatta scrivendo al cellulare invece di guardare insistentemente il bebè negli occhi.
È così, con queste "pillole" ironiche ma assolutamente reali e soprattutto normali, che ho conosciuto Mammadimerda, nato nel 2016 come blog autoriale, fondato da due attiviste, femministe e soprattutto amiche, Sarah Malnerich e Francesca Fiore. Uno spazio tutto al femminile dove, con toni tragicomici e una satira tagliente, si racconta la maternità a tutto tondo, tra gioie, felicità ma anche difficoltà e fatiche.
Uno spazio di libertà e verità, dove sfogarsi e confrontarsi sui temi che riguardano il ruolo delle donne e, nello specifico, delle mamme.
Scorrendo i post e leggendo i commenti, ti rendi conto di non essere la sola e che quel "senso di colpa" per non essere una mamma perfetta (che poi perfetta per chi?) non solo è condiviso ma è la normalità.
"Non farcela come stile di vita" è il loro slogan (e anche il titolo del loro secondo libro edito da Feltrinelli). Perchè, diciamocelo chiaro, noi mamme non ce la dobbiamo fare sempre e per forza in tutto.
«"Dimmi che sei una mdm senza dirmi che sei una mdm" è una rubrica che accarezza i sensi di colpa. Noi qui ce li accolliamo questi errori, anzi li rivendichiamo, per rendere meno asfissiante l’aspettativa sociale sulle donne che diventano anche madri.
Perchè tutti abbiamo subìto o agito comportamenti che non sono sui manuali di pedagogia, siamo esseri umani, e siamo ancora qui per raccontarli ridendone».
In pochi anni il blog si trasforma in un progetto molto più ampio che oggi aggrega una community di 400 mila follower tra Facebook e Instagram.
«"Mammadimerda" nasce dall'esigenza di due mamme di confrontarsi sulla maternità - spiega Sara Malnerich -. I contenuti sono dapprima in forma anonima per non personalizzare troppo il blog e fare così identificare quante più donne possibile. Poi approdando sui social, in particolare su Instagram (dove Mammadimerda ha più 200mila follower, ndr), ci abbiamo letteralmente messo la faccia».
Cambiano gli strumenti, ma non gli obiettivi: «In modo tragicomico raccontiamo la realtà delle mamme, quella vera. La società ti dà una visione storpiata, perché ti dicono che essere madre ti verrà naturale. Nessuno invece ti dice che ci sono anche difficoltà e così quando inevitabilmente queste si presentano, tu, donna, ti lasci sovrastare dai sensi di colpa. Ora, noi Mdm ci ridiamo su ma è anche necessario sottolineare che tutto questo può sfociare in forme serie di malessere, senso di solitudine e talvolta anche in depressioni».
Il duo Mammadimerda arriva per la prima volta a Palermo, venerdì 4 luglio all'Orto Botanico, con lo spettacolo "Premio di produzione" (nell’ambito di "Madrèa. La cooperazione in festa", manifestazione organizzata da Legacoop Sicilia in collaborazione con l'Università di Palermo e la Regione Siciliana).
Uno spettacolo dissacrante e irriverente, una sorta di grande gioco di ruolo dove Sarah e Francesca sono le Ceo di una grande azienda e le spettatrici le "lavoratrici". Mentre i cosìddetti "premi di produzione" sono 5 proposte attraverso cui, tra il serio e faceto, si affrontano i principali temi della disparità di genere.
Accanto al lato social e aggregativo, fatto di una narrazione umoristica che fa riflettere sorridendo, Mammadimerda ha anche un altro lato fatto di impegno sociale, petizioni e progetti per portare avanti istanze precise. Sì perché, dietro a una mamma che "non ce la fa" spesso c'è l'assenza o la scarsità di servizi per l'infanzia, per le famiglie e per le donne.
Sarah Malnerich e Francesca Fiore sono state cofondatrici del movimento Giustomezzo per l’allocazione dei fondi Pnrr su misure per la parità di genere, sono portavoce Unicef per la campagna sull’incremento dei congedi di paternità obbligatori, promotrici di una raccolta firme per costruire asili nido e di una proposta di legge contro la violenza ostetrica (movimento Ancheame_).
«Le statistiche parlano chiaro - afferma Malnerich - c'è una stretta correlazione fra la presenza di asili nido e i tassi di occupazione femminile di un territorio. Questo significa che se una donna non ha strutture a cui affidare i figli non può neanche cercarlo un lavoro.
La Sicilia ne è un esempio e non è infatti un caso che Siracusa, la provincia siciliana con più scuole per l'infanzia, è anche quella che registra il tasso di occupazione femminile più elevato dell'Isola».
Va decisamente peggio a Palermo, dove (ve lo abbiamo raccontato anche in diversi articoli) il numero di asili nido è assolutamente insufficiente a coprire il fabbisogno della città.
«Ci sono forti divari territoriali non solo fra Nord, Centro e Sud Italia ma anche tra città e aree interne o più piccole - sottolinea Sarah Malnerich - Nell'ultimo anno nel Paese è aumentato il numero delle donne inattive, ossia quelle che non cercano un lavoro. Numero che purtroppo non viene considerato nelle statistiche sui tassi di occupazione. Per cui si parla di un aumento dell'occupazione femminile ma non si guarda l'altra faccia della medaglia».
Tra le istanze più famose, assieme all'associazione WeWorld, portano avanti la richiesta (con tanto di petizione online) per rivedere il calendario scolastico, che prevede tre (lunghissimi) mesi di pausa estiva.
«Siamo l’unico Paese - spiega Mammadimerda - oltre a Malta, Turchia, Lituania e Lettonia ad avere questo tipo di calendario tecnicamente chiamato a grumo unico. Non sarebbe meglio un calendario a grumetti democratici come fanno negli altri Paesi e come il mio purè?
I giorni di frequenza rimangono gli stessi, vengono solo spalmati in modo diverso. Ad esempio in Francia: scuole chiuse a luglio e agosto, ogni 6 settimane di frequenza 2 settimane di stop. Si arriva a fine giugno meno stanchi, si riprende a inizio settembre senza aver dimenticato tutto».
«Alle istituzioni chiediamo quindi l'apertura delle scuole nei mesi di giugno e luglio, proprio come presidio sociale, con attività extrascolastiche gestite da enti del Terzo settore e conseguente rimodulazione delle pause durante l'anno.
Ancora, si chiede «l'introduzione obbligatoria del tempo pieno dai 3 ai 14 anni in tutte le scuole per offrire a studenti e studentesse la possibilità di scegliere - ovunque - tra tempo pieno e tempo parziale. La scuola dovrebbe essere uno strumento democratico, usiamolo».
Tra servizi mancati e occasioni sprecate, la strada da percorrere è ancora tanta. Ma se anche voi, com'è successo a me, sentite che "non ce la potete fare", è proprio allora che iniziate a farcela davvero.
Così come chi non è mai al passo con le chat della classe o chi (apriti cielo) allatta scrivendo al cellulare invece di guardare insistentemente il bebè negli occhi.
È così, con queste "pillole" ironiche ma assolutamente reali e soprattutto normali, che ho conosciuto Mammadimerda, nato nel 2016 come blog autoriale, fondato da due attiviste, femministe e soprattutto amiche, Sarah Malnerich e Francesca Fiore. Uno spazio tutto al femminile dove, con toni tragicomici e una satira tagliente, si racconta la maternità a tutto tondo, tra gioie, felicità ma anche difficoltà e fatiche.
Uno spazio di libertà e verità, dove sfogarsi e confrontarsi sui temi che riguardano il ruolo delle donne e, nello specifico, delle mamme.
Scorrendo i post e leggendo i commenti, ti rendi conto di non essere la sola e che quel "senso di colpa" per non essere una mamma perfetta (che poi perfetta per chi?) non solo è condiviso ma è la normalità.
"Non farcela come stile di vita" è il loro slogan (e anche il titolo del loro secondo libro edito da Feltrinelli). Perchè, diciamocelo chiaro, noi mamme non ce la dobbiamo fare sempre e per forza in tutto.
«"Dimmi che sei una mdm senza dirmi che sei una mdm" è una rubrica che accarezza i sensi di colpa. Noi qui ce li accolliamo questi errori, anzi li rivendichiamo, per rendere meno asfissiante l’aspettativa sociale sulle donne che diventano anche madri.
Perchè tutti abbiamo subìto o agito comportamenti che non sono sui manuali di pedagogia, siamo esseri umani, e siamo ancora qui per raccontarli ridendone».
In pochi anni il blog si trasforma in un progetto molto più ampio che oggi aggrega una community di 400 mila follower tra Facebook e Instagram.
«"Mammadimerda" nasce dall'esigenza di due mamme di confrontarsi sulla maternità - spiega Sara Malnerich -. I contenuti sono dapprima in forma anonima per non personalizzare troppo il blog e fare così identificare quante più donne possibile. Poi approdando sui social, in particolare su Instagram (dove Mammadimerda ha più 200mila follower, ndr), ci abbiamo letteralmente messo la faccia».
Cambiano gli strumenti, ma non gli obiettivi: «In modo tragicomico raccontiamo la realtà delle mamme, quella vera. La società ti dà una visione storpiata, perché ti dicono che essere madre ti verrà naturale. Nessuno invece ti dice che ci sono anche difficoltà e così quando inevitabilmente queste si presentano, tu, donna, ti lasci sovrastare dai sensi di colpa. Ora, noi Mdm ci ridiamo su ma è anche necessario sottolineare che tutto questo può sfociare in forme serie di malessere, senso di solitudine e talvolta anche in depressioni».
Il duo Mammadimerda arriva per la prima volta a Palermo, venerdì 4 luglio all'Orto Botanico, con lo spettacolo "Premio di produzione" (nell’ambito di "Madrèa. La cooperazione in festa", manifestazione organizzata da Legacoop Sicilia in collaborazione con l'Università di Palermo e la Regione Siciliana).
Uno spettacolo dissacrante e irriverente, una sorta di grande gioco di ruolo dove Sarah e Francesca sono le Ceo di una grande azienda e le spettatrici le "lavoratrici". Mentre i cosìddetti "premi di produzione" sono 5 proposte attraverso cui, tra il serio e faceto, si affrontano i principali temi della disparità di genere.
Accanto al lato social e aggregativo, fatto di una narrazione umoristica che fa riflettere sorridendo, Mammadimerda ha anche un altro lato fatto di impegno sociale, petizioni e progetti per portare avanti istanze precise. Sì perché, dietro a una mamma che "non ce la fa" spesso c'è l'assenza o la scarsità di servizi per l'infanzia, per le famiglie e per le donne.
Sarah Malnerich e Francesca Fiore sono state cofondatrici del movimento Giustomezzo per l’allocazione dei fondi Pnrr su misure per la parità di genere, sono portavoce Unicef per la campagna sull’incremento dei congedi di paternità obbligatori, promotrici di una raccolta firme per costruire asili nido e di una proposta di legge contro la violenza ostetrica (movimento Ancheame_).
«Le statistiche parlano chiaro - afferma Malnerich - c'è una stretta correlazione fra la presenza di asili nido e i tassi di occupazione femminile di un territorio. Questo significa che se una donna non ha strutture a cui affidare i figli non può neanche cercarlo un lavoro.
La Sicilia ne è un esempio e non è infatti un caso che Siracusa, la provincia siciliana con più scuole per l'infanzia, è anche quella che registra il tasso di occupazione femminile più elevato dell'Isola».
Va decisamente peggio a Palermo, dove (ve lo abbiamo raccontato anche in diversi articoli) il numero di asili nido è assolutamente insufficiente a coprire il fabbisogno della città.
«Ci sono forti divari territoriali non solo fra Nord, Centro e Sud Italia ma anche tra città e aree interne o più piccole - sottolinea Sarah Malnerich - Nell'ultimo anno nel Paese è aumentato il numero delle donne inattive, ossia quelle che non cercano un lavoro. Numero che purtroppo non viene considerato nelle statistiche sui tassi di occupazione. Per cui si parla di un aumento dell'occupazione femminile ma non si guarda l'altra faccia della medaglia».
Tra le istanze più famose, assieme all'associazione WeWorld, portano avanti la richiesta (con tanto di petizione online) per rivedere il calendario scolastico, che prevede tre (lunghissimi) mesi di pausa estiva.
«Siamo l’unico Paese - spiega Mammadimerda - oltre a Malta, Turchia, Lituania e Lettonia ad avere questo tipo di calendario tecnicamente chiamato a grumo unico. Non sarebbe meglio un calendario a grumetti democratici come fanno negli altri Paesi e come il mio purè?
I giorni di frequenza rimangono gli stessi, vengono solo spalmati in modo diverso. Ad esempio in Francia: scuole chiuse a luglio e agosto, ogni 6 settimane di frequenza 2 settimane di stop. Si arriva a fine giugno meno stanchi, si riprende a inizio settembre senza aver dimenticato tutto».
«Alle istituzioni chiediamo quindi l'apertura delle scuole nei mesi di giugno e luglio, proprio come presidio sociale, con attività extrascolastiche gestite da enti del Terzo settore e conseguente rimodulazione delle pause durante l'anno.
Ancora, si chiede «l'introduzione obbligatoria del tempo pieno dai 3 ai 14 anni in tutte le scuole per offrire a studenti e studentesse la possibilità di scegliere - ovunque - tra tempo pieno e tempo parziale. La scuola dovrebbe essere uno strumento democratico, usiamolo».
Tra servizi mancati e occasioni sprecate, la strada da percorrere è ancora tanta. Ma se anche voi, com'è successo a me, sentite che "non ce la potete fare", è proprio allora che iniziate a farcela davvero.
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