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Palermo ci sperava e invece deve aspettare: perché il Parco Cassarà (ancora) non riapre

Chiuso da 11 anni, le analisi sono state finalmente esitate e validate, eppure per il polmone verde nel cuore dell'antico Giardino d'Orleans non ci sono buone notizie

  • 25 giugno 2025

L'ex Parco Ninni Cassarà

Il Parco Cassarà (al momento) non aprirà. Dopo 11 anni, i cittadini attendono con ansia di potere camminare tra gli alberi del grande polmone verde di Palermo.

Un sogno, per ora, che non si avvererà. Ma ci si sta lavorando. Nei mesi scorsi, infatti, a partire da febbraio, erano state realizzate le cosiddette caratterizzazioni, cioè dei sondaggi specifici, nel sottosuolo, di 12 ettari.

Facciamo, però un passo indietro: il Parco era stato suddiviso in tre aree in base ai livelli di inquinamento. E, proprio i 12 ettari in questione, ricadono nella cosiddetta “zona verde”, quella più vicina a corso Pisani per intenderci, e sulla quale si spera possa esserci, dopo le verifiche necessarie, una riapertura.

«Dopo la campagna di analisi con i carotaggi, le analisi sono state finalmente esitate e sono state in più validate da Arpa, che è l’Agenzia regionale per la protezione per l’ambiente – spiega il deputato regionale Adriano Varrica -. Quindi, adesso la palla passa nelle mani del Comune, al quale chiediamo di non perdere un solo istante per fare i successivi passaggi per la messa in sicurezza, la bonifica e la riapertura di questo spazio.

Ricordo che abbiamo stanziato ben 150 mila euro del bilancio regionale per aiutare il Comune di Palermo nella riapertura di questa area. Il Parco va riaperto e restituito ai cittadini».

Abbiamo chiesto la replica dell’assessore comunale al Verde cittadino, Pietro Alongi, che, a Balarm, dichiara: «La validazione espressa dall’Arpa l’abbiamo già fatta nostra e abbiamo proceduto ad affidare alla stessa ditta che ha fatto le caratterizzazioni una dettagliata relazione utile sulle possibili pericolosità di alcune aree che rallentano l’apertura del parco affinché questa relazione, insieme agli esami, vengano inviate all’Assessorato regionale Acqua e Rifiuti per convocare una conferenza di servizi sulla possibile riapertura.

L’azione svolta, in questi lunghi mesi, silenziosa e senza proclami è il segno tangibile che questa amministrazione applica il metodo della politica del fare, che è quella che porta i frutti».

Il Parco Cassarà (o meglio ex Parco Cassarà, dato che a essere intitolata al commissario vittima di mafia è ormai Villa Trabia), fino a poco tempo fa, era sotto sequestro. L’area, infatti, è stata dissequestrata con una sentenza del Tribunale e, a marzo dello scorso anno, si era tenuta una conferenza di servizi, con un tavolo tecnico alla presenza del Comune, dell’assessorato regionale al Territorio e dell’Arpa, nel corso del quale la Regione aveva chiesto di eseguire le 12 caratterizzazioni, così da comprendere qual è la condizione degli strati del sottosuolo, se sono inquinati o meno.

Per eseguire le caratterizzazioni, affidate ad uno studio geologico, erano stati stanziati 196 mila euro.

Era il 2011, quando venne inaugurato, in città, il parco intitolato a Ninni Cassarà. L’area si estende su una superficie complessiva di oltre 28 ettari e si sviluppa dalla Fossa della Garofala sino all’attuale circonvallazione.

Il vecchio Parco, conosciuto come il "Giardino d’Orléans", fu realizzato intorno al 1812 da Luigi Filippo Orléans, quando, con una superficie di circa 66 ettari, comprendeva un vasto agrumeto e un’area destinata alla coltivazione degli ortaggi.

Nel tempo, a causa dei numerosi passaggi di proprietà, l’intera area ha subito numerose trasformazioni fino al suo completo abbandono, sebbene siano rimaste tracce di antichi viali e boschetti.
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