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Palermo non fa dormire Pippo Inzaghi: "Ecco perché sono rimasto sveglio tutta la notte"

Le prime ore in rosanero del nuovo tecnico, dall'accoglienza dei tifosi al Barbera alla conferenza stampa al centro sportivo di Torretta: "Ho una carica incredibile"

Luca La Mantia
Giornalista professionista
  • 26 giugno 2025

Pippo Inzaghi in conferenza stampa a Torretta

Non è colpa del caldo (al Nord non si sta tanto meglio in questi primi giorni d'estate), né del mare visto da un oblò. E allora perché Pippo Inzaghi ha rivelato in conferenza stampa di essere rimasto sveglio la sua prima notte a Palermo?

Non se l'aspettava quell'accoglienza, con duemila tifosi in delirio a cantare il suo nome ricoperti di sciarpe nonostante il sole da 30 gradi, a chiedergli di saltare con lui e lui ha saltato.

E dal balcone del Barbera la prima cosa che ha detto è stata densa di stupore e commozione: «È la più bella accoglienza che ho avuto nella mia carriera», le sue prime parole al microfono al cospetto del popolo rosanero (guarda qui il video della presentazione allo stadio).

E allora ecco perché Inzaghi ha trascorso insonne la sua prima notte nella città che da settimane ormai è pronta a ospitarlo. «Con la chiamata del Palermo mi si è riacceso l'entusiasmo. Stanotte non ho dormito, quello che è successo ieri è stato inaspettato e immeritato, non ho fatto niente».

L'umiltà, del resto, è una delle ragioni che lo ha portato a Palermo, come ha detto il direttore sportivo, Carlo Osti: «Mi ha sempre colpito l'umiltà di Inzaghi, non ha mai fatto pesare il suo valore da calciatore».

Ma il peso di Pippo Inzaghi si sente eccome, non solo per il suo passato da centravanti e per i 156 gol in Serie A ("Qualcuno di troppo proprio al Palermo", ha scherzato), ma anche per i suoi più recenti successi da condottiero in panchina. Cintura nera di promozioni dalla B alla A. L'ultima quest'anno col Pisa.

«Ho una carica incredibile - ha detto in conferenza stampa nonostante la notte insonne -. Dobbiamo far tornare questo popolo dove merita di stare. Ho una grande responsabilità, tutti mi hanno fatto sentire importante. Daremo tutto».

La responsabilità è inevitabile sentirla. Perché Palermo non gioca una partita nel massimo campionato da ormai otto anni, perché l'ultima stagione è stata un'agonia e perché dopo tre anni di tentativi andati a vuoto per il City Group è arrivato il momento di centrare il bersaglio.

Inzaghi, però mette le mani avanti: «Sarà durissima e difficilissima, più complicata dell'anno scorso. Nessuno ci regalerà alcunché, abbiamo un sogno e dovremo meritarcelo: dobbiamo riportare il Palermo dove merita perché questa è una grandissima capitale del calcio. Società e tifosi sono pronti. Ora tocca a noi dimostrare».

E poi, come fatto dal balcone del Barbera, anche dalla sala stampa del centro sportivo di Torretta, chiede la vicinanza incondizionata dei tifosi: «Ho una squadra forte e un pubblico da Champions league, non ho paure di nulla. Ho pensato tanto, mi piacerebbe uscire tra gli applausi anche dopo una sconfitta».

Che squadra sarà? Non svela le carte, anche perché come lui stesso ha annunciato, la società interverrà sul mercato. Ma di una cosa è certo: «Con me chi corre poco sta fuori, non guardo in faccia a nessuno».

Umiltà e determinazione, quindi. Lo ha ribadito lo stesso Osti a Torretta: «Quella di Inzaghi è stata la prima scelta: lo conosco e mi ha sempre colpito l'entusiasmo che riesce a trasmettere. Ritengo che abbia una mentalità vincente: lo ha dimostrato da giocatore e da allenatore». Pippo, benvenuto a Palermo.
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