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Palermo trionfa alla Mostra del Cinema di Venezia: il primo premio Gai va a Carleo

Tra duecento partecipanti è il film "Parru pi tia" di Giuseppe Carleo a vincere il primo premio del GAI (Giovani autori italiani): è ambientato al mercato di Ballarò

  • 6 settembre 2018

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La terza edizione del concorso GAI “Giovani autori italiani” che si tiene in occasione della Mostra del Cinema di Venezia é stata vinta dal giovane palermitano Giuseppe Carleo con il corto intitolato "Parru pi tia".

"I Love GAI" é il concorso organizzato, ormai da qualche anno, dalla SIAE e pensato affinché durante la più importante manifestazone europea dedicata i premi cinematografici ci fosse uno spazio in più tutto dedicato ai talenti under 40.

E quest’anno la medaglia d’oro e gli applausi sono stati per il regista palermitano Giuseppe Carleo e per il suo cortometraggio "Parru pi tia" che - come dice lui - «Racconta della magia popolare».

Il corto, ambientato in Sicilia e recitato rigorosamente in siciliano da un cast di interpreti del luogo (tra cui spiccano i nomi di Miriam Dalmazio, Alessandra Pizzullo, Salvo Piparo, Claudio Collovà e Clara Salvo) è stato girato prevalentemente tra i vicoli del mercato di Ballaró.
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Il corto si ispira a fatti realmente accaduti che continuano ad accadere, come recitano i titoli di coda: tutto si svolge attorno alla storia di una famiglia siciliana che tenta di reagire alle disgrazie della vita affidandosi ad un antico rito di magia popolare.

Su 200 partecipanti in gara al festival, erano 15 i finalisti a contendersi il primo premio. Ma fra questi la giuria concorsuale (composta dalla cantante Levante, il produttore Gregorio Paonessa e il regista Giuseppe Gagliardi) ha deciso di assegnare la vittoria al cortometraggio di Giuseppe per «L'abile costruzione narrativa, il finale sorprendente e la consapevolezza del mezzo e del racconto».

Chiedendo a Giuseppe quali sono i suoi progetti futuri, lui risponde «Sto preparando il mio primo lungometraggio: sono in fase di sceneggiatura».

»Parlerà ancora di magia popolare - continua - questa volta per raccontare l'iter di un uomo che diventa mago. Perché credo che il mago sia lo psicanalista del popolo».
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