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Per chi se lo è perso: lo Spasimo di Palermo "si muove" con la magia del videomapping

Abside come la parte della ex chiesa ma anche "a B side", il lato b dei dischi in vinile: a lungo nascosto alla città, lo Spasimo di Palermo rivive nello spettacolo di luci e colori

Balarm
La redazione
  • 22 febbraio 2018

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Il videompapping "aBside" promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, si è tenuto soltanto una sera, quella di sabato 17 febbraio scorso, nella Chiesa di Santa Maria dello Spasimo.

Nell’anno di Palermo Capitale Italiana della Cultura e di Manifesta è stata OddAgency a mettere in scena questo spettacolo di colori e luci che racconta la storia secolare di uno dei monumenti simbolo della rinascita della città-

"Abside" ma anche "a b side", come il b-side di un LP, lo Spasimo è stato a lungo nascosto agli occhi della città, pur essendo un’opera architettonica con pochi eguali, forse più interessante e originale di altre, più famose e visibili in città.

Il complesso monumentale è stato voluto da Jacopo de Basilicò nei primi anni del XVI secolo e per celebrare la sua inaugurazione commissiona al grande Raffaello da Urbino, un dipinto raffigurante “L’andata al Calvario“, da tutti conosciuto come lo “Spasimo di Sicilia“, e ad Antonello Gagini un magnifico altare marmoreo destinato a incorniciarlo.
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Nel 1582 nella chiesa ormai sconsacrata, il vicerè Marcantonio Colonna, vi fece rappresentare l’Aminta di Torquato Tasso divenendo così il primo “teatro pubblico” della città.

In seguito alla grande epidemia di peste del 1624 che colpì la città, in mancanza di strutture ospedaliere adeguate, il convento dello Spasimo fu adibito a “lazzaretto” ed ancora a magazzino senatoriale per la conservazione delle riserve cerealicole della città.

Dal 1835 divenne ospizio di mendicità e successivamente nel 1855 l’ospedale meretricio che era aggregato all’ospedale grande di palazzo Sclafani viene trasferito nei locali dello Spasimo (ospedale dello Spasimo, sopravvissuto fino al 1985).

Alla fine del secondo conflitto mondiale, la chiesa venne utilizzata come deposito di materiale artistico proveniente da palazzi e chiese della città danneggiate dai bombardamenti, poi per anni è rimasta praticamente abbandonata fino al 1988, anno in cui si incominciò un vasto lavoro di restauro e di ripristino dell’intero complesso, che vide restituire alla pubblica fruizione nel 1995, il magnifico complesso abbaziale.
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