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Per i baarioti è "chiddu ri scoli novi": Bagnera, il matematico famoso anche a Washington

Il suo nome a Bagheria è legato all'intitolazione di scuole e strade ma in realtà sono in pochi a sapere chi sia stato questo "cervellone" vissuto a cavallo tra l'800 e i primi del '900

Sara Abello
Giornalista
  • 1 febbraio 2022

Una statua di Giuseppe Bagnera

Per molti baarioti, Giuseppe Bagnera è semplicemente “chiddu ri scuoli nuovi”, a lui infatti è intitolato un grande plesso scolastico che si trova lungo il Corso Butera che, come ormai tutti sappiamo, è detto anche u stratuni. Presumibilmente, l’edificio che ospita sia scuola per l’infanzia che primaria, è conosciuto come “scuole nuove” per la sua costruzione postuma rispetto ad altre strutture scolastiche bagheresi.

C’è da chiedersi però chi fosse Giuseppe Bagnera, noto principalmente per essere stato un matematico, ma evidentemente così meritevole da ricevere la dedica di una scuola che nei decenni ha formato tantissime giovani menti. Potrei farvi un elenco infinito di titoli, premi e meriti di quello che è stato uno dei figli più noti di una Bagheria che fu, ma tranquilli chè la pedanteria non è cosa mia.

Bagnera è uno degli esempi più antichi del detto “cu nesci arrinesci”, diffuso evidentemente già nell’800, non a caso, come altri baarioti famosi in tutto il mondo, è nato a Bagheria appunto, ma scomparso in quel di Roma, dove ormai viveva da tempo. Laureatosi prima in ingegneria e poi in matematica, uomo chiaramente dall’intelligenza spiccata e ancor di più dalla sete di sapere, ebbe una lunga carriera come docente universitario prima in Sicilia e poi a Roma come vi dicevo, Bagheria del resto credo sia stata una delle cittadine con il maggiore rapporto tra abitanti e titolari di cattedre universitarie nella capitale, cosa che dovrebbe inorgoglirci non poco, ma anche deprimerci leggermente, dato che oggi non più così.
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Giuseppe Bagnera fu anche professore onorario dell’Università di Washington e membro dell’Accademia dei Lincei, una delle istituzioni scientifiche più antiche d’Europa, fondata a Roma nel 1603.

Di sicuro furono proprio tutte queste sue relazioni internazionali a spingerlo verso il trasferimento nella capitale, dove inevitabilmente la cosa gli risultava più semplice. Se è pesante lo stato di insularità oggi, figuratevi cosa doveva essere nel 1920. È un dato costante che siano tanti i siciliani che sono stati e sono tutt’ora costretti ad uscire dall’isola se nutrono ambizioni di realizzazione professionale, e tra questi volevate non vi fossero decine e decine di baarioti che hanno trovato notorietà oltre lo stretto? Vi è poi anche chi ritorna o lo ha fatto in passato tenendosi sempre aperta l’eventualità di un’altra fuga.

Esempio lampante di bagheresi “usciti e riusciti” sono proprio Bagnera, il pittore Renato Guttuso, i medici Giuseppe Cirincione e Domenico Lo Monaco, tutti nati a Bagheria ma morti a Roma. Potrei fare riferimento anche a registi, fotografi, artisti contemporanei però, con un filino di scaramanzia che in genere non mi appartiene, eviterò perchè son ancora in vita e, a dirla tutta, non vorrei tirare i piedi a nessuno! Ognuno nella vita ha un proprio credo, una missione, una vocazione, e quella di Bagnera, per quanto risulterà difficile da comprendere ai più, era la ricerca nell’ambito della scienza matematica, oltre al suo insegnamento.

E vedi chi priu... Tuttavia è proprio a questo che dedicò tutta la sua vita, e ne raccolse importanti frutti non solo in termini di fama internazionale, ma anche nell’aver plasmato le menti di allievi suoi successori divenuti altrettanto noti nel tempo, gente che ha scritto libri di matematica dai quali tutti abbiamo studiato, per capirci. Non molte sono state le sue pubblicazioni invece, ma è proprio il caso di dire che a contare fosse la qualità più che la quantità.

Sarebbe facile pensare che dato il successo raggiunto, le due lauree e le soddisfazioni professionali ottenute in un’epoca storica in cui anche solo l’istruzione non era già alla portata di tutti, l’ingegnere Giuseppe Bagnera, al quale Bagheria ha dedicato anche un lungo viale che taglia la cittadina, sì lo abbiamo a cuore, lo ammetto, dovesse provenire da una famiglia agiata che gli abbia semplificato il cammino.

Eh no, adesso devo deludervi ma anche dare qualche speranza in più a noi comuni mortali. Giuseppe Bagnera è nato a Bagheria nel 1865 e rimase orfano da bambino, quindi le sue condizioni economiche furono sin da subito disagiate e lo avranno temprato dandogli sì un’attitudine sicuramente rigida, ma che indubbiamente gli sarà stata d’aiuto nel renderlo perseverante al punto da intraprendere una carriera lunga e ricca di soddisfazioni che evidentemente non era “scritta” da nessuna parte, ma la cui stesura è dipesa tutta dalle capacità del suo protagonista.

Un aneddoto che non molti conosceranno su Bagnera è quello riguardo la grande “botta di fortuna” avuta, chiamiamola così, e mi pare pure giusto che la vita gliel’abbia riservata. Se ancora oggi parliamo di lui è, forse, perchè grazie ad una serie di eventi del tutto casuali, è sopravvissuto ad un avvenimento catastrofico per la nostra isola. Nel 1901, appena trentaseienne, Giuseppe Bagnera fu nominato professore all’Università di Messina, dove rimase sino al 1909. Di mezzo, ciò che capitò, purtroppo è noto.

Il 28 dicembre 1908 infatti, si salvò dal tremendo terremoto che colpì Messina perché era tornato a Palermo a passare il Natale. Santo Natale direi più che mai. Era previsto, pare, che ripartisse la sera del 27 ma, per fortuna, non riuscì a prendere il treno che lo avrebbe ricondotto a Messina e a quel tragico avvenimento. Da quel momento, nonostante l’abbia scampata bella, iniziò il peregrinare di Bagnera in lungo e in largo, passando da una cattedra all’altra, da una città all’altra, fino a quando si trasferì definitivamente a Roma.

Sarebbe facile pensare, con un certo pregiudizio verso la matematica e i suoi adepti che tutti noi abbiamo, che Bagnera dovesse essere un uomo troppo rigoroso e col quale probabilmente non sarebbe stato granchè piacevole trascorrere il tempo...del resto ditemi, quanti di voi ricordano con affetto e simpatia il proprio professore di matematica? Io preferisco tacere, chè pare sia viva e magari mi sta leggendo. Tornando a Bagnera però, pare, e lo scriverei maiuscolo perchè come sempre ricordo, all’epoca non c’ero e non ho visto nulla del genere, pare dicevo, che facesse addirittura parte di un’associazione fondata niente meno che da Gioacchino Guttuso.

All’Associazione Cinema Docet aderirono diversi docenti dell’Università di Palermo, a dimostrazione di quanto il pensiero e la vita baariota fosse più vivace ai primi del ‘900 che oggi. E a riprova soprattutto, che essere professori di matematica non necessariamente corrisponda ad un’indole cupa e asociale. Voi matematici che state leggendo non odiatemi e sappiate che sto solo dando voce e penna al pensiero di tanti.

Il resto è tutto storia. Giuseppe Bagnera si spense a Roma il 12 maggio del 1927 e anche a lui, come agli altri baarioti del suo calibro, dobbiamo un pezzetto di quell’atteggiamento orgoglioso e alle volte borioso che ci contraddistingue e ci porta tendenzialmente a gongolarci, sulla scia dei meriti e dei taguardi di chi ci ha preceduto più che per i nostri stessi.
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