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Preoccupa lo stato di salute delle spiagge in Sicilia: i dati del report "Mare Monstrum"

Secondo gli ambientalisti il 2024 è stato davvero un anno davvero orribile per le coste italiane, e in parte per quelle della Sicilia. Ecco i dati sulla situazione nell'Isola

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 5 settembre 2025

Lo stato di salute delle spiagge italiane e del mar Mediterraneo è preoccupante e a stilare come ogni anno un report relativo ai reati che vengono perpetrati sulla costa è l’associazione ambientalista Legambiente, che da poche ore a pubblicato i dati inerenti allo scorso anno.

L’associazione ha chiamato il proprio report “Mare Monstrum”, in riferimento ironico al modo di dire dei latini, che si riferivano al mar Tirreno come "Mare Nostrum".

Secondo gli ambientalisti il 2024 è stato davvero un anno davvero orribile per le coste italiane, e in parte per quelle della Sicilia. Le forze dell’ordine hanno accertato ben 25.063 reati, di cui 12.663 (ovvero il 50,5% del totale dei reati) compiuti nelle principali quattro regioni meridionali: Sicilia, Campania, Calabria e Puglia.

Con un 9,2% di reati in più rispetto al 2023, il report di Legambiente descrive uno scenario desolante. «A primeggiare si confermano i reati relativi al ciclo illegale del cemento, a cominciare da quelli connessi all’abusivismo edilizio, che costituiscono il 41,2% del totale di quelli accertati nel 2024» spiega l’associazione nel suo comunicato stampa.

Molto grave è anche la situazione legata all’inquinamento della costa, alla mala depurazione delle acque reflue e al ciclo illegale dei rifiuti, con 7.925 reati contestati alla popolazione.

«Aumento anche delle violazioni del Codice di navigazione e nautica da diporto, anche in aree protette, con 2.253 reati (+9,4% rispetto al 2023) e dei reati connessi alla pesca illegale, con 4.553 reati (+6,7% rispetto al 2023)».

La prima regione per numero di reati si conferma la Campania, con 4.208 illeciti, ma segue subito la Sicilia, con 3.155 reati contestati. Al terzo e al quarto posto si trovano la Puglia e la Calabria e poi a seguire il Lazio e la Toscana, corrispettivamente con 1.696 e 1.687 reati.

Questo report è stato pubblicato alla vigilia del quindicesimo anniversario dell’omicidio del sindaco pescatore di Pollica (SA) Angelo Vassallo, simbolo di resistenza civica nei confronti della criminalità organizzata.

L’associazione ha deciso tra l’altro anche di partecipare alle celebrazioni del suo ricordo, organizzato dal Comune di Pollica, presso il Porto della frazione di Acciaroli.

Durante la manifestazione verrà assegnato anche il Premio Angelo Vassallo, un riconoscimento annuale per le amministrazioni più impegnate nella difesa contro le ecomafie. Per far fronte ai fenomeni che contribuiscono a rovinare le nostre coste, Legambiente ha proposto alle amministrazioni alcune idee operative.

Al primo punto, l’associazione chiede di ripristinare la piena efficacia dell’articolo 10-bis della legge 120/2020, che affidava ai Prefetti il potere di intervenire direttamente per demolire gli abusi edilizi ignorati dai Comuni.

A sostegno di questi interventi, si propone la creazione di un fondo annuale di 100 milioni di euro per i Comuni che demoliscono costruzioni abusive, oltre a ulteriori 50 milioni per procure e prefetture, incaricate di far eseguire le sentenze di condanna. L’obiettivo è rendere l’applicazione della legge più rapida, concreta ed efficace.

Altre proposte chiave riguardano il contrasto all’occupazione illegale del demanio marittimo, spesso usurpato da strutture abusive che ne impediscono la fruizione pubblica, oltre che l’introduzione di sanzioni penali per i dirigenti pubblici che non applicano le norme anti-abusivismo e per i funzionari delle aziende che stipulano contratti con proprietari di immobili abusivi.

Sul fronte ambientale, gli ambientalisti chiedono di rilanciare gli investimenti locali e nazionali indirizzati alla purificazione delle acque reflue e dei fanghi di depurazione, anche attraverso il tanto atteso decreto attuativo sul "fine vita" dei rifiuti (end of waste), ancora in sospeso.

Legambiente chiede anche di attuare pienamente la direttiva europea 2019/883 e di rafforzare le politiche contro l’abbandono dei rifiuti, anche potenziando le attività delle Agenzie regionali e provinciali di protezione ambientale, attraverso il Sistema nazionale SNPA.

Infine, Legambiente propone un intervento deciso contro la pesca illegale, che sta causando ingenti danni agli ecosistemi marini e costieri, in particolare nelle aree più spopolate del paese.
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