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Punti panoramici e giardini di orchidee: una riserva "incantata" a due passi da Palermo

Un sistema di creste rocciose e zone boschive che si estende dalla Portella del Pozzillo a Portella delle Ginestre. La riserva si trova a soli trenta minuti in auto da Palermo

  • 6 maggio 2021

I Giardini di Argomazevet nella Riserva Serre della Pizzuta

Battere un sentiero e muoversi semplicemente nello spazio, fornisce talvolta l’opportunità di compiere alcuni passi anche indietro nel passato.

Complici l’affascinante toponomastica dei luoghi e i resti di alcune testimonianze abitative che si incontrano lungo la strada, un'escursione alla scoperta della Riserva Naturale Orientata Serre della Pizzuta offre un biglietto per una deliziosa macchina del tempo.

La riserva si trova a soli trenta minuti in auto da Palermo: un sistema di creste rocciose e zone boschive che si estende dalla Portella del Pozzillo a Portella delle Ginestre.

Il percorso ad anello che vi raccontiamo, si evolve tra i sentieri 5 e 6 della Riserva (scarica qui la cartina), indicati nella segnaletica della Riserva e ha inizio proprio a pochi chilometri dall’abitato di Piana degli Albanesi, da uno degli ingressi della Riserva in contrada Brigna (le coordinate GPS del punto di partenza).

Il tracciato che vi proponiamo si sviluppa interamente all’interno della RNO Serre della Pizzuta, per una lunghezza di sei chilometri e un dislivello di trecento metri circa (scarica la traccia GPS da Wikiloc), e consente ai più fortunati camminatori di scoprire alcuni angoli incantati, tracce di insediamenti antichi (i bellissimi “Giardini di Argomazevet” luogo di interessanti coltivazioni a frutteti), endemismi botanici.
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In primavera spiccano le meravigliose orchidee Orchis longicornu e Ophris lutea ed altre specie protagoniste del sottobosco, che in questo periodo dell’anno cominciano a regalare all’osservatore attento magnifiche fioriture.

«La Riserva conserva significative testimonianze della vita dell’uomo – ci racconta Davide Mangano, guida naturalistica FederEscursionismo Sicilia, esperto del territorio -. Dopo l’abbandono della madrepatria a causa dell’avanzata ottomana, si insediarono qui alcune colonie greco-albanesi che, intorno il XV secolo grazie al benestare dell’arcivescovato di Monreale, trovarono dimora proprio alle falde del Monte Pizzuta».

«Le terre affidate furono quelle di Merco e Ayndigli, l’attuale contrada Dingoli, ritenute fertili e ricche di acqua. Per massimizzare le produzioni agricole di grano, vino e sommacco furono sfruttati anche terreni più pendenti costruendo i tipici terrazzamenti per creare veri e propri ripiani sulle parti più pendenti dei versanti montuosi.

Argomazevet si traduce letteralmente in “terrazzamento”. Qui erano incentrate le principali attività montane che, oltre l’agricoltura, vedeva protagonista la pastorizia e la produzione di ghiaccio grazie alla presenza delle numerose neviere poste sul versante settentrionale del Monte Pizzuta.» conclude Mangano.

Di notevole interesse dal punto di vista carsico, la Riserva è costellata di grotte e cavità sotterranee, una delle quali, appena sotto il “Sentiero della Sorgente”. Possono essere invece mete di altre pregevoli passeggiate le più note Grotte del Garrone e dello Zubbione, che si possono raggiungere anche più agevolmente da altri ingressi della Riserva.

Nella zona di maggiore altitudine del percorso sarà possibile immergersi in una vera e propria “Stone forest”, ricca di muschi e felci, dove sarà evidente un netto cambio microclimatico dovuto alla posizione e alla conformazione del territorio.

Continuando - a quasi metà del tragitto - da alcuni punti panoramici è possibile godere della vista su entrambi i versanti: da un lato i vicini affioramenti calcarei della Costa del Carpineto e la Conca D’Oro, con la corona di monti che la circondano, dall’altro la vallata del lago di Piana degli Albanesi e i monti dell’entroterra, fino a scorgere le Madonie e Rocca Busambra.

Tra coloro che decideranno di intraprendere questa deliziosa passeggiata, i più fortunati avranno modo di incontrare alcuni degli abitanti di questi luoghi come martore, volpi, donnole, istrici e di ascoltare il canto di cinciarelle, cinciallegre, rampichini, della ghiandaia, dell'usignolo, del gheppio e delle numerose altre specie che popolano il bosco.

Lungo tutto il percorso ammirerete la lenta ma tenace rinascita della natura, dopo il tremendo incendio che nell’agosto del 2020 ha praticamente distrutto numerose preziose aree sia all’interno della Riserva delle Serre della Pizzuta che dell’adiacente Monte Moarda, minandone gravemente la biodiversità e lambendo anche i comuni di Altofonte e Piana degli Albanesi.

Durante l’escursione potrete concedervi delle piacevoli soste in prossimità dei punti di maggiore interesse e dei due rifugi forestali attrezzati con panche e tavolini: tutti vi consentiranno di ristorarvi - per pranzo o merenda - circondati da un panorama incantevole, come in prossimità di Pozzo Pozzillo.

Ma non esagerate… perché prima di tornare a casa è d’obbligo la fermata per acquistare i buonissimi cannoli di Piana.
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