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Se a sfruttare il potere del Mafia-business è la figlia di Totò: "Corleone by Lucia Riina"

La Coldiretti fa letteralmente la guerra a tutti quei prodotti e progetti che nel mondo sfruttano il potere comunicativo e di marketing di Cosa nostra: la storia di Parigi

Balarm
La redazione
  • 9 gennaio 2019

Il ristorante "Corleone by Lucia Riina" a Parigi

Un ristorante che propone "autentica cucina siciliana-italiana da scoprire in un ambiente elegante e accogliente": il nome per intero è "Corleone by Lucia Riina", Lucia è la figlia di Totò.

L'altra, non Maria Concetta che insieme al marito nel 2017 voleva dare il nome del boss corelonese a una intera produzione di caffè.

Si doveva chiamare "Zù Totò", un vero tributo al sistema del padre che non era primo caso di mafia & marketing: cibo, souvenir e anche ristoranti in tutto il mondo sfruttano il fenomeno come marchio da esportare.

Gli altri casi sono per esempio il caffè "Mafiozzo", lo snack "Chilli Mafia", il vino della Napa Valley "Il Padrino", la salsa piccante "Wicked Cosa Nostra", le spezie "Palermo Mafia shooting" o ancora il condimento per pasta "SauceMaffioso".

Torniamo a Parigi: Lucia ha in qualche modo annunciato tramite i suoi social (seguitissimi) la sua "Nuova vita", così ha scritto tra decine di foto della capitale francese.
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E se il ristorante pare anche andare bene, il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi non apprezza la scelta del nome o comunque, non ama che sia accostato a quello della famiglia che ha reso nota la sua cittadina nel mondo.

"Nel mondo ci sono tanti locali col nome Corleone - dice - creati da gente onesta che è emigrata per lavorare. Accostare però il nome della nostra città a quello di mafiosi è devastante. Dobbiamo ritornare a far parlare di Corleone come città di pace e di tradizioni culturali. Cercherò di attivare il ministero degli Esteri e farò tutto quanto la legge mi consente: il nome Riina accanto allo stemma di Corleone non deve starci".

E mentre continuano ad aprire i battenti ristoranti e pizzerie che si chiamano "Cosa Nostra" e "Mafia" la Coldiretti pensa che l'Unione Europea debba «fermare l'utilizzo commerciale di un marchio infame che sfrutta gli stereotipi legati alle organizzazioni mafiose, banalizzando fin quasi a normalizzarlo, un fenomeno che ha portato dolore e lutti lungo tutto lo Stivale».
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