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Sicilia da record per le specie botaniche a rischio: cos'è (e come salvare) il Ptilostemon

Fra queste ce ne sono alcune molto celebri, di cui anche noi abbiamo parlato approfonditamente, come la Zelkova sicula e l’Abies nebrodensis. Cosa sappiamo

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 8 luglio 2025

Ptilostemon greuteri

La Sicilia è una delle regioni italiane che presentano il maggior numero di specie botaniche ad alto rischio di estinzione. Fra queste ce ne sono alcune molto celebri, di cui anche noi abbiamo parlato approfonditamente, come la Zelkova sicula e l’Abies nebrodensis.

Tra le specie meno note che necessitano urgentemente di un serio progetto di conservazione c’è la Ptilostemon greuteri, un’asteracea endemica di cui sono note solo due stazioni, presso Monte Inici, nel trapanese.

Il suo nome è un omaggio al botanico svizzero Werner R. Greuter, che fino al 2009 è stato curatore dell’Orto botanico di Berlino, mentre i suoi scopritori sono stati il famoso botanico castelbuonese Francesco Maria Raimondo e Giannatonio Domina, che ne hanno descritto le caratteristiche nel 2006.

La famiglia delle Asteraceae è la stessa del carciofo e del cardo e in effetti questa specie somiglia molto a loro. Si distingue per il suo portamento cespuglioso, mentre i suoi fiori sono tubulosi e ogni verticillo dispone di 5 elementi diversi.

Essi sono inoltre ermafroditi e fertili. Secondo gli scienziati, questa specie è un "relitto climatico", ovvero una specie che è rimasta in Sicilia dopo la fine dell’era glaciale, quando il clima era sicuramente più favorevole per specie che necessitano di minori temperature e di grandi quantità di piogge o di umidità.

La sopravvivenza della Ptilostemon greuteri dipende oggi da progetti di conservazione attiva e dalla sensibilizzazione pubblica. Per questa ragione alcuni docenti dell’Università degli Studi di Palermo hanno fatto partire il Progetto Ptilostemon, focalizzato nella conservazione e nella riproduzione di questa specie.

Essa è sopravvissuta esclusivamente su Monte Inici solo grazie alle particolari condizioni del luogo dove vive, ma la sua popolazione potrebbe espandersi in altri territori, nel caso in cui gli scienziati riescano a produrre un gran numero di piantine, come già fatto per la Zelkova o l’Abies nebrodensis.

A partecipare nel progetto Ptilostemon ci sono anche i ricercatori dell’Istituto di Bioscienze e BioRisorse del CNR, ma anche diversi referenti della Regione Siciliana e altri enti, che chiedono un monitoraggio continuo delle popolazioni e un maggiore impegno da parte delle istituzioni locali per la salvaguardia delle uniche due popolazioni oggi sconosciute.

A rappresentare le maggiori minacce per questa specie sono gli incendi, che ogni anno circondano monte Inici nella stagione estiva. Un’altra minaccia potrebbe essere anche il pascolo intensivo, in grado di estirpare le poche piantine oggi rimaste sul versante settentrionale del monte.

Allo stesso tempo, i docenti e i ricercatori chiedono che si possano organizzare nuove iniziative atte a educare i potenziali visitatori dell’area, a forte vocazione turistica, sull’importanza della flora endemica e sull’unicità della biodiversità siciliana, così da realizzare un altro piccolo passo verso la costruzione di una cultura ambientale più consapevole.
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