"Spero di rimanere viva nel tuo cuore": la dedica (ritrovata) di Francesca a Giovanni
A 33 anni dalla strage di Capaci, ricordiamo il loro amore e la loro capacità di sognare una vita in cui la giustizia potesse prevalere, nonostante tutto

Francesca Morvillo e Giovanni Falcone
"Dov’è Giovanni…" sono state le ultime parole di Francesca Morvillo, pronunciate con un filo di voce mentre giaceva ferita dopo la strage di Capaci. Era il 23 maggio 1992, una giornata che avrebbe segnato per sempre la storia d’Italia. Lei, unica donna magistrato a perdere la vita per mano della mafia, era accanto all’uomo con cui aveva condiviso anni di amore, complicità e battaglie contro il potere mafioso, Giovanni Falcone.
Si erano incontrati negli anni '80, durante un periodo di profonda solitudine per entrambi. Lui, già al centro della bufera giudiziaria che avrebbe portato alla creazione del pool antimafia, lei, una magistrata riservata e tenace, che lavorava lontano dai riflettori. La loro storia d’amore non fu semplice.
Giovanni era già un obiettivo della mafia, e le minacce costanti incombevano sulla loro quotidianità. Nonostante tutto, decisero di sposarsi nel 1986, in una cerimonia intima, consapevoli che il loro amore avrebbe dovuto affrontare ostacoli che pochi avrebbero potuto comprendere.
Francesca scelse di stare al fianco di Giovanni anche nei momenti più difficili. Era con lui quando, nel 1989, scoprirono l'esplosivo piazzato nella villa all'Addaura, e lo sostenne quando venne ingiustamente isolato dopo il fallimento della sua candidatura a capo della Procura di Palermo. I momenti di serenità erano rari, ma entrambi trovavano conforto nel loro legame, così saldo da diventare una forma di resistenza.
Anni dopo la loro morte, Giovanni Paparcuri, sopravvissuto all’attentato contro Rocco Chinnici, trovò una testimonianza toccante di quel legame: un cartoncino bianco nascosto tra le pagine di un libro. Era un messaggio scritto da Francesca e dedicato a Giovanni, parole che sembravano anticipare l’inevitabile ma che trasmettevano una speranza delicata: "Giovanni, amore mio, sei la cosa più bella della mia vita. Sarai sempre dentro di me così come io spero di rimanere viva nel tuo cuore, Francesca".
Quelle righe, intrise di amore e consapevolezza, ci riportano a una dimensione intima e umana di due figure spesso ricordate solo per il loro ruolo pubblico. Ma Giovanni e Francesca erano anche una coppia, unita da un sentimento profondo che riusciva a resistere alla paura e alla minaccia di un destino incombente.
A 33 anni dalla strage di Capaci, non ricordiamo solo il sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti della loro scorta. Ricordiamo anche il loro amore, la loro determinazione e la loro capacità di sognare una vita in cui la giustizia potesse prevalere, nonostante tutto. Questo è il loro lascito, una memoria che parla di coraggio, resistenza e, soprattutto, di umanità.
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