SCUOLA E UNIVERSITÀ
Studenti protestano contro la paura: "Palermo non può lasciare da soli i giovani"
Gli universitari oggi 20 ottobre organizzano un sit-in a piazza Pretoria per dire basta alla violenza e alla paura: nell'articolo la segnalazione inviataci, tutti i dettagli
Movida a Palermo
Il primo weekend di zone rosse a Palermo è passato, ma la città vive ancora nell'insicurezza che qualcosa di terribile possa accadere da un momento all'altro. La città ha paura e con lei anche i suoi cittadini, soprattutto i più giovani che vogliono trascorrere dei momenti di spensieratezza con i propri cari, che sia in pieno giorno o in tarda sera. Palermo soffre e ogni fascia d'età sente il suo profondo disagio.
Per gli universitari è sempre più difficile sentirsi al sicuro e oggi 20 ottobre, in seguito alla morte del 21enne Paolo Taormina, la città si riunisce con un sit in alle 15 a piazza Pretoria per discutere del clima di angoscia che da mesi ormai sta inquinando Palermo.
Scrive alla redazione di Balarm l'Associazione Intesa Universitaria che ha organizzato l'evento di questo pomeriggio: «Palermo continua a mostrare il suo volto più fragile: quello dell’insicurezza diffusa che ormai da tempo grava sulla vita quotidiana degli studenti universitari. Nei viali e nei quartieri che ospitano le sedi accademiche si moltiplicano episodi di furti, vandalismi e persino aggressioni fisiche e verbali.
È un copione che si ripete da Viale delle Scienze al Policlinico, da via Archirafi a via Maqueda. Un copione che, pur denunciato più volte, non ha trovato finora una risposta concreta da parte delle istituzioni. Il clima che si respira non è più soltanto di disagio, ma di paura.
Una paura che incide sul benessere psicologico, sulla qualità della vita e persino sulla possibilità di portare avanti in serenità il proprio percorso di studi. È inaccettabile che un diritto fondamentale, come quello all’istruzione, sia messo a
repentaglio dall’assenza di adeguate misure di sicurezza.
A rendere ancora più drammatica la situazione è l’ultimo, tragico episodio di cronaca: l’omicidio di un ragazzo di 21 anni a Palermo. Una morte che non può e non deve essere relegata a fatto isolato, ma che deve spingere a riflettere sull’urgenza di affrontare il tema della violenza in città, senza ulteriori rinvii o minimizzazioni.
Università, Comune e Regione hanno il dovere morale e istituzionale di agire. Non bastano tavoli e promesse: servono azioni immediate, visibili, concrete. Perché garantire un ambiente sicuro a chi studia e vive Palermo non è una concessione, ma un obbligo. Per ribadire tutto questo e per rompere il silenzio delle istituzioni, è stato organizzato un sit-in in piazza Pretoria il 20 ottobre alle ore 15.
Sarà un momento di partecipazione e di denuncia, ma anche un appello collettivo: Palermo non può più permettersi di essere una città che lascia soli i suoi giovani».
Per gli universitari è sempre più difficile sentirsi al sicuro e oggi 20 ottobre, in seguito alla morte del 21enne Paolo Taormina, la città si riunisce con un sit in alle 15 a piazza Pretoria per discutere del clima di angoscia che da mesi ormai sta inquinando Palermo.
Scrive alla redazione di Balarm l'Associazione Intesa Universitaria che ha organizzato l'evento di questo pomeriggio: «Palermo continua a mostrare il suo volto più fragile: quello dell’insicurezza diffusa che ormai da tempo grava sulla vita quotidiana degli studenti universitari. Nei viali e nei quartieri che ospitano le sedi accademiche si moltiplicano episodi di furti, vandalismi e persino aggressioni fisiche e verbali.
È un copione che si ripete da Viale delle Scienze al Policlinico, da via Archirafi a via Maqueda. Un copione che, pur denunciato più volte, non ha trovato finora una risposta concreta da parte delle istituzioni. Il clima che si respira non è più soltanto di disagio, ma di paura.
Una paura che incide sul benessere psicologico, sulla qualità della vita e persino sulla possibilità di portare avanti in serenità il proprio percorso di studi. È inaccettabile che un diritto fondamentale, come quello all’istruzione, sia messo a
repentaglio dall’assenza di adeguate misure di sicurezza.
A rendere ancora più drammatica la situazione è l’ultimo, tragico episodio di cronaca: l’omicidio di un ragazzo di 21 anni a Palermo. Una morte che non può e non deve essere relegata a fatto isolato, ma che deve spingere a riflettere sull’urgenza di affrontare il tema della violenza in città, senza ulteriori rinvii o minimizzazioni.
Università, Comune e Regione hanno il dovere morale e istituzionale di agire. Non bastano tavoli e promesse: servono azioni immediate, visibili, concrete. Perché garantire un ambiente sicuro a chi studia e vive Palermo non è una concessione, ma un obbligo. Per ribadire tutto questo e per rompere il silenzio delle istituzioni, è stato organizzato un sit-in in piazza Pretoria il 20 ottobre alle ore 15.
Sarà un momento di partecipazione e di denuncia, ma anche un appello collettivo: Palermo non può più permettersi di essere una città che lascia soli i suoi giovani».
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