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Un cast stellare sulle Madonie: un bunker sotterraneo (e di sale) è il set di "The End"

La Sicilia si rivela al mondo della cinematografia come un set perfetto per ogni tipo di film. Questa volta tocca al nuovo lavoro del premio Oscar Joshua Oppenheimer

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 14 maggio 2023

La miniera di salgemma a Petralia location del film "The end"

Ancora una volta il cuore della Sicilia si rivela al mondo della cinematografia come un set perfetto per ogni tipo di film e finalmente, lasciatecelo dire con buona pace di produzioni eccellenti, che non abbia morti ammazzati, tragedie umane e pistole fumanti.

Si sono concluse le riprese di The End, il film che vede protagonista ancora un volta i paesaggi siciliani e in particolare il territorio madonita nel suo cuore più profondo.

Parliamo del nuovo film del notissimo Joshua Oppenheimer, due volte nomination agli Oscar per “The Act of Killing” e The Look of Silence e interpretato da altrettanti attori famosi e pluripremiati come Tilda Swinton e George MacKay.

Il set scelto per le riprese sono le caverne della miniera di salgemma più grandi d'Europa, nel comune di Petralia Soprana, nella frazione di Raffo, un antro di cunicoli e grotte che è stata la scenografia perfetta per la trama di uno degli film più attesi del 2024.

Nella realtà è un giacimento di salgemma purissimo, l'oro bianco che valeva quanto un tesoro e oggi è ancora un importante fonte economica, un salto nel tempo geologico di milioni di anni addietro, nelle viscere della terra: livelli, scavati per più di 80 km di gallerie compongono questa preziosa ragnatela sotterranea.
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Un sito geologico che si è formato circa cinque milioni di anni fa successivo del prosciugamento del mar Mediterraneo.

Ma torniamo al film. La trama è nota - sopravvissuti all'ultima apocalisse una famiglia trova casa in un bunker sotto terra e
trascorrere gli anni successivi alla catastrofe in un'atmosfera surreale dove è protagonista una vita "alternativa" con poco spazio e niente cielo, ma tanta voglia di continuare a vivere.

La produzione ovviamente blindatissima. Impossibile avere interviste con gli attori e con il regista che, però si sono fatti notare e fotografare durante i momenti di relax, con il giro dei borghi tra Geraci, Castelbuono, le due Petralie incuriosendo gli abitanti e i turisti, assaporato i piatti della cucina madonita nei ristoranti, shopping nelle botteghe e mini tour nei momenti liberi.

Strutture ricettive per la maggior parte sold out per tre settimane tra operatori e addetti ai lavori che ogni giorno andavano e venivano dalla miniera armati di scarponi e caschetti come minatori ma con cineprese al seguito.

Dentro le caverne una vera e propria postazione della regia all'avanguardia, con una strumentazione da capogiro di cui noi abbiamo visto tutto ma non abbiamo avuto la concessione per le immagini. Pazienza!

Però abbiamo parlato con gli addetti ai lavori della troupe, senza la quale nulla sarebbe stato possibile: dai sopralluoghi effettuati lo scorso anno fino alla scelta definitiva della logistica che ha offerto tutti i servizi necessari per il percorso di riprese, ristorazione, ricettività e maestranze locali.

A loro abbiamo fatto una domanda: "Come siete stati e cosa vi è rimasto rimasto di questo tempo trascorso qui, in una Sicilia non proprio nell'immagine dello standard turistico al di là del lavoro che avete svolto?"

Entusiasmo a mille. Si proprio così, ne sono rimasti incantati, soprattutto e manco a dirlo, di un paesaggio che hanno visto trasformarsi.

A parlare sono Signe e Alberte, entrambe danesi e rispettivamente produttore e assistente di produzione che hanno alloggiato in uno dei B&B di Petralia Soprana e che hanno vissuto, anche se con pochissimo tempo a disposizione, l'atmosfera del borgo che hanno trovato "so beautiful and autentich".

«Siamo arrivati con la neve che non ci aspettavamo - spiegano - e abbiamo vissuto la primavera strepitosa del cuore verde che non immaginavano così bella, un paesaggio surreale e mozzafiato, con distese di fioriture multicolore e un'atmosfera fuori dal tempo».

Quindi tornerete? «Assolutamente si... - aggiungono - avremmo voluto viverlo di più e per questo sicuramente torneremo con le nostre famiglie e amici per goderci una vacanza e sceglieremo l'ospitalità delle case madonite.

Siamo stati bene, molto bene, avvolti dal vostro calore e da una disponibilità che ci ha fatto sentire a nostro agio, il cibo straordinario e buonissimo, abbiamo mangiato bene sempre anche il cestino del lunch era buono».

Le due sono rimasta incantate dall'architettura medievale intatta, dalla bellezza delle Chiese barocche ma, soprattutto, dal calore e dall'accoglienza che li ha sorpresi per la disponibilità e la convivialità.

Una produzione internazionale che ha visto coinvolti ben 6 nazioni che a vario titolo, da attori a produttori e addetti ai lavori: Italia, Irlanda, Danimarca, Stati Uniti, Germania e Regno Unito.

Tre settimane nelle quali sulle Madonie si sono parlate lingue diverse, anche se sul lavoro solo in inglese, accenti differenti ma tutti uniti in un lavoro straordinario che ha impegnato il territorio e lo ha fatto scoprire a chi non immaginava questo scenario così particolare e lontano dallo stereotipo della costa.

Una vera scoperta che ha suggerito di tornare per le prossime vacanze, per fare trekking e tour tra i borghi che non hanno potuto visitare come avrebbero voluto.

Tra le tante curiosità ve ne sveliamo una: la scelta della miniera di Petralia Soprana è stata dettata oltre che dalla sua bellezza, anche dal fatto che l'estrazione del sale avviene in maniera sostenibile, senza uso di esplosivi che al momento della selezione si è rivelata più rispettosa dell'ambiente.
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