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Un intero quartiere prigioniero del traffico: via Oreto, "imbuto infernale" di Palermo

Lunghe code, ingorghi infernali, doppie file e piste ciclabili che ci sono ma non le vedi (perchè sempre occupate da auto o stand), chi abita o passa da lì ormai non ha scampo

Anna Sampino
Giornalista
  • 19 dicembre 2025

Traffico in via Oreto

Ogni mattina un residente del quartiere Oreto si sveglia e sa che deve correre più degli altri o non arriverà mai al lavoro, perché è certo che resterà bloccato nel traffico.

Lunghe code, ingorghi infernali, doppie file e piste ciclabili che ci sono ma non le vedi (perché sono sempre occupate da auto e scooter): chi abita o passa da via Oreto ormai non ha scampo. Solo per uscire dal quartiere si possono impiegare pure 30 minuti nelle ore di punta, sia da un lato (verso la circonvallazione) sia dall'altro (verso la stazione centrale).

Un intero quartiere "prigioniero" del traffico, situazione che è ancora più insostenibile nel periodo delle feste.

Ma perché accade questo? «Via Oreto è una delle arterie di accesso alla città e al suo interno c'è uno dei ponti sull'Oreto, che come accade per il Ponte Corleone, sostiene flussi veicolari importanti in quanto mette in collegamento la circonvallazione con il centro storico e la stazione centrale. Non è un caso infatti che una situazione simile si registra anche in via Ernesto Basile». A spiegarlo è Antony Passalacqua, vicepresidente di Mobilita Palermo, sito esperto di mobilità.

Una soluzione utile sarebbe - spiega sempre l'esperto - «la costruzione di un nuovo ponte sull'Oreto». Opera che peraltro è prevista come necessaria nel progetto delle nuove linee del tram (la futura tratta D che arriverà a Bonagia) e che, una volta realizzato, collegherà Falsomiele (che confina col quartiere Oreto-Guadagna) con via Tricomi (nella zona tra Civico e Policlinico). «Il nuovo ponte bimodale, ossia percorribile sia da tram che altri veicoli, potrebbe quindi aiutare ad alleggerire il traffico che attualmente grava su via Oreto e strade limitrofe», sottolinea Passalacqua.

Ma in attesa che venga costruito un nuovo ponte sull'Oreto, si attende la riqualificazione di quello che già c'è e che da anni aspetta di essere rimesso in sesto. I lavori sono in corso. Dopo aver messo in sicurezza i marciapiedi, a novembre scorso sono stati effettuati i gli ultimi rilievi strutturali necessari per completare la relazione tecnica conclusiva. Come spiegato a Balarm dall'assessore ai Lavori Pubblici Salvatore Orlando, i lavori dovrebbero terminare nei primi mesi dell'anno nuovo.

Proprio per le sue condizioni vetuste, dal ponte non passano più gli autobus, che deviano su via Buonriposo/piazza Scaffa e corso dei Mille (altra zona iper trafficata) invece che proseguire su via Oreto. Cosa che di fatto non agevola chi vuole arrivare con i mezzi pubblici alla stazione centrale. «L'amministrazione comunale dovrebbe verificare lo stato di avanzamento dei lavori e valutare se rivedere l'ordinanza che vieta il passaggio dei bus» suggerisce Passalacqua.

Ad aggravare la situazione, poi, ci sono loro: le soste selvagge davanti a scuole, negozi, bar e supermercati. Doppie e triple file che si moltiplicano soprattutto nel periodo che precede le festività natalizie .

«C’è chi punta il dito contro la pista ciclabile, accusandola di aver “ristretto la carreggiata” e “peggiorato il traffico”. Ma basta uno sguardo alla realtà e con onestà intellettuale per capire che il vero problema è un altro: la sosta selvaggia, cronica e impunita, che trasforma una delle arterie principali di Palermo in un imbuto infernale. Da sempre», aggiunge il vicepresidente di Mobilita Palermo.

«La sosta selvaggia regna perché nessuno la contrasta - sottolinea -. I cordoli vengono ignorati, i marciapiedi invasi, le fermate Amat rese inutilizzabili. E intanto, la ciclabile diventa il capro espiatorio perfetto, utile a distogliere l’attenzione da anni di incuria e complicità».

Se è vero che via Oreto, per sua struttura è destinata a essere molto trafficata perché una delle strade di accesso alla città, è altrettanto vero che i comportamenti scorretti, diventati in alcuni casi prassi assodate, peggiorano la situazione rendendola insostenibile.

«È chiaro che nell'immediato, l'unica soluzione è una: potenziare i controlli per contrastare soste selvagge e incentivare piuttosto l'uso delle piste ciclabili con un'efficace campagna di comunicazione. Servono più controllo, più rispetto, più coraggio. Non meno ciclabili. Iniziamo a guardare dove parcheggiamo», conclude Passalacqua.
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