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Uno show che si ripete ogni giorno: in Sicilia l'orologio meccanico più grande del mondo

Ogni giorno dal 1933, a mezzogiorno, le statue iniziano i loro movimenti raccontando per immagini le tradizioni antropologiche e religiose del territorio cittadino

Balarm
La redazione
  • 26 ottobre 2020

un dettaglio dell'orologio astronomico di Messina

La Sicilia è piena di luoghi unici che custodiscono altrettanti edifici storici o d’arte che lasciano a bocca aperta, tra questi indiscutibilmente, il Duomo di Messina e il suo campanile che ospita all’interno l’orologio meccanico e astronomico più grande e complesso al mondo.

Progettato dalla ditta Ungerer di Strasburgo su commissione dall'arcivescovo Angelo Paino, fu inaugurato nel 1933 e vide come autore del complesso meccanismo Théodore Ungerer che volle dare uno spiccato significato simbolico di moto ascensionale dello spirito umano verso Dio.

In particolare è bene trovarsi in piazza Duomo qualche minuto prima di mezzogiorno e attendere, col naso all’insù, per vedere uno spettacolo che sorprende sempre tutti.

È grazie ad un complesso sistema di leve e contrappesi che le curate statue di bronzo, automi, presenti sulla facciata, a diversi livelli, cominciano a muoversi raccontando per immagini le tradizioni antropologiche e religiose della città.
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Questo spettacolo dura in totale 12 minuti e si ripete nel suo insieme una sola volta al giorno mentre, ogni 15 minuti, si potranno ammirare, in movimento, altre due statue, Dina e Clarenza, le due eroine ai lati del gallo, che battono i quarti e le ore.

Posizionato sopra di loro, alla sommità della torre, si trova un imponente leone, alto 4 metri, simbolo della provincia di Messina e della forza. Allo scoccare del mezzogiorno il leone agita la bandiera, muove la coda, rivolge il capo verso la piazza e ruggisce per tre volte consecutive.

Al di sotto delle due eroine, invece, viene riproposta la scena della Madonna della Lettera, patrona della città di Messina.

Secondo la tradizione nel 42 d. C. San Paolo giunse in città per diffondere il Cristianesimo, sulla scia di questa presenza i messinesi inviarono a Gerusalemme un’ambasceria per rendere omaggio alla Madonna, ancora vivente.

La Vergine diede agli ambasciatori una lettera, destinata al popolo, in cui prometteva la sua eterna protezione alla città, concludendo lo scritto con la frase “Vos et ipsam civitatem benedicimus”, ancora oggi riportata sul basamento della Madonnina del Porto.

La scena che si può ammirare nel campanile fa alternare un angelo che porta la lettera alla Madonna, seguono San Paolo e gli ambasciatori messinesi. Ciascun personaggio si inchina sfilando dinanzi alla Vergine.

Scendendo ancora verso il basso si potranno vedere scene diverse, in relazione al calendario liturgico.

È così che da Natale all’Epifania ci sarà l’adorazione dei pastori che sfilano e si inchinano dinanzi a Gesù bambino, la Madonna e San Giuseppe. Dall’Epifania a Pasqua sfila l’adorazione dei Re Magi, guidati dalla stella cometa e accompagnati da un valletto, per adorare Gesù bambino tenuto tra le braccia di Maria.

Da Pasqua alla Pentecoste è il momento della resurrezione del Cristo: due soldati stanno a guardia del sepolcro, dal quale, mentre essi guardano sgomenti, si innalza Gesù.

Da Pentecoste a Natale, infine, si osserva la discesa dello Spirito Santo con i dodici apostoli, disposti nel cenacolo intorno alla Madonna. Conclude la scena una colomba, simbolo dello Spirito Santo, che vola sopra gli apostoli; sulle loro teste appaiono delle fiammelle, mentre alzano in alto le braccia.

Ancora più giù si manifesta, sempre in movimento, la scena della fondazione della chiesa di Montalto, che sorge sul colle della Caperrina. A mezzogiorno, sulle note dell’Ave Maria di Schubert, una colomba disegna in volo un cerchio e, subito dopo, dalla roccia emerge la chiesa di Montalto.

Fortemente simbolica è la rappresentazione del “Carosello delle età”: formato da quattro statue a grandezza naturale raffigurano le fasi della vita quali l’infanzia (un bambino), la giovinezza (un giovane), la maturità (un guerriero) e la vecchiaia (un vecchio) che si portano al centro della scena ogni quarto d’ora.

La morte è rappresentata da uno scheletro che, con la sua falce, scandisce il corso della vita.

Chiude il “Carosello dei giorni della settimana”: presenta una divinità pagana, portata in trionfo da un carro, trainato da un animale diverso, a rappresentare ogni singolo giorno.

Ogni carro cambia a mezzanotte secondo un ordine preciso (domenica: carro tirato da un cavallo e guidato da Apollo; lunedì: carro tirato da un cervo e guidato da Diana; martedì: carro tirato da un cavallo e guidato da Marte; mercoledì: carro tirato da una pantera e guidato da Mercurio; giovedì: carro tirato da una chimera e guidato da Giove; venerdì: carro tirato da una colomba e guidato da Venere; sabato: carro tirato da una chimera e guidato da Saturno).

Su un’altra facciata del campanile, dall’alto verso il basso rispettivamente, si trovano: la Luna, collocata tra due finestre, nella forma di un globo dal diametro di 1,20 metri, suddiviso in due emisferi, uno dorato e l’altro nero, che mostrano alternativamente le due facce in perfetta sincronia con i movimenti e le conseguenti fasi lunari.

La luna ruota intorno al proprio asse e compie un giro completo in 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi.

Segue il Planetario composto da un quadrante che raffigura il sistema solare. Al centro è posto il sole e attorno i nove pianeti che ruotano intorno ad esso, collocati a distanza proporzionale a quella reale. Il tempo di rivoluzione non è uguale per tutti i pianeti, ma è perfettamente sincronico a quello reale, con un’approssimazione fino al centesimo di secondo.

Infine si trova il Calendario perpetuo, un grande disco di circa 3,5 metri di diametro dove sono segnati i giorni, i mesi, gli anni e le feste mobili. Un angelo in marmo indica con una freccia il giorno mentre il cambio della data avviene automaticamente a mezzanotte.

Raccontato così il campanile attuale, che fu ricostruito nella sede primitiva dopo il terremoto del 1908 e progettato sui disegni di quello vecchio, è già uno spettacolo ma vi assicuriamo che dal vivo è tutta un'altra storia.
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