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In Sicilia puoi denunciare il bullismo (pure in forma anonima): in arrivo la nuova app

È questa la sfida di Alessandro Magistro che da imprenditore digitale siciliano prova a cambiare le cose, sia tra i banchi che al di fuori delle mura scolastiche

Alice Marchese
Giornalista
  • 25 novembre 2025

Foto generica di un bambino solo a scuola

Conoscere e contrastare il bullismo si può, a volte basta un click e il "gioco" è fatto. È questa la sfida di Alessandro Magistro che da imprenditore digitale siciliano prova a cambiare le cose, sia tra i banchi che al di fuori delle mura scolastiche. Un fenomeno che da sempre pesa tra i giovani è questa prevaricazione che, dopo l'avvento dei social, si sposta anche online e permette al bullo di diventare un leone da tastiera, capace di schernire e di tormentare anche dopo l'orario scolastico, raggiungendo la vittima in meno di un attimo.

È una battaglia che va avanti da sempre, ma adesso con questo progetto qualcosa sta andando per il verso opposto: «Tre mesi fa ho pensato a un'app gratuita che fosse in grado di analizzare meglio il fenomeno - racconta a Balarm Alessandro Magistro -. Ho girato quartieri difficili e visitato edifici scolastici: in una scuola media di Pallavicino abbiamo organizzato un incontro con gli alunni e gli insegnanti. Ai ragazzi abbiamo detto di scrivere in un biglietto e in anonimo se sono stati bulli o meno. Da lì mi sono accorto che l'anonimato funziona».

Sapendo di star nascondendo la propria identità, i ragazzi scrivono senza filtri e da questo esperimento emerge un aspetto interessante che ha colpito Alessandro: «Non si rivelano soltanto i bullizzati, ma chi, invece, tormenta e perché lo fa - precisa Alessandro -. Ho letto bigliettini di ogni tipo da "Io bullizzo perché mi fa stare bene" al "perché mi sento forte a scuola e debole a casa". Quindi ho pensato subito all'app. Il nome è ancora stabilire, le idee sono "Aiutami" o "Parliamone".

Resta un'iniziativa unica nel regionale sul tema. Gli utenti la scaricheranno e non devono registrarsi, vige sempre la regola dell'anonimato. Quello che vorrei è poter smuovere il dibattito anche sul tema del cyberbullismo perché ci sono tanti giovani che si tolgono la vita perché schiacciati da tutto questo e non sanno come salvarsi».

Ma l'obiettivo non è soltanto questo e va oltre: «Ovviamente ci mobilitiamo sempre per aiutare la vittima, ma se mettiamo alla gogna i bulli c'è un problema. Dobbiamo capire perché, purtroppo, i bulli diventano bulli e tendere una mano anche a loro per cercare quanto più possibile di risolvere il problema».

Il progetto, infatti, non poteva non partire proprio dalla Sicilia: «Io sono di Santo Stefano Di Camastra, ma Palermo è la mia seconda casa - continua Alessandro -. Mi sento legatissimo al capoluogo, recentemente ho anche manifestato in piazza dopo l'omicidio di Paolo Taormina e rimango della mia opinione. Non c'entrano nulla quartieri e periferie, bisogna decostruire questa credenza e da imprenditore digitale mi sono sentito in dovere di fare qualcosa. Nei primi mesi del 2026 presenteremo il progetto a Roma e vorrei partire proprio dalle scuole».

Il progetto di Alessandro Magistro dimostra che, anche di fronte a un fenomeno complesso e radicato come il bullismo, l'innovazione può davvero aprire nuove strade. L’idea di un’app anonima non è solo un supporto tecnologico, ma un mezzo per far emergere verità spesso taciute, offrendo ai giovani uno spazio sicuro in cui potersi esprimere.

Il progetto parte proprio dalla Sicilia e ambisce a raggiungere tutta l’Italia, portando un messaggio chiaro: per prevenire e contrastare il bullismo bisogna coinvolgere tutti affinché nessuno resti solo e si possa davvero costruire un cambiamento duraturo.
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