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Mauro Pagani, leggenda del rock tricolore

Balarm
La redazione
  • 13 febbraio 2006

Autentico manifesto della musica d’autore italiana, Mauro Pagani aprirà giovedì 16 febbraio la rassegna Areacustica al CCP Agricantus di Palermo (biglietto posto unico numerato 13 euro intero, 10 euro ridotto per Cral,Carta Ideanet e Carta Diamond, prevendita da QuisiTicket, presso lo stesso teatro Agricantus, dal lunedì al sabato, ore 15.30/20.30, prenotazioni alnumero 091.309636). Un concerto, quello dell’artista di Chiari che ripercorrerà la straordinaria carriera iniziata nella Milano post '68, con i “Quelli” divenuti poi, in parte, la storica Premiata Forneria Marconi, fiore all’occhiello italico del progressive rock. Con la PFM, Pagani collaborerà dal 1970 al 1977, contribuendo alla realizzazione di quattro album e partecipando a storiche esibizioni live in terra d’America, convincendo anche i palati “rock” a stelle e strisce più esigenti.

La carriera da solista, maturata alla fine degli anni settanta, lo avvicina alla sperimentazione e alla ricerca etnomusicologica. Da queste basi nasce la collaborazione con Fabrizio De Andrè che darà vita a uno dei lavori discografici più intensi della musica d’autore italiana: quel "Creuza de Ma", album dialettale, storico caposaldo di una “world music” ancora senza etichetta, che a distanza di vent’anni Mauro Pagani ha deciso di reinterpretare e riproporre con una nuova chiave di lettura. L’album “2004 Creuza de Ma” è stata una delle sorprese più commoventi degli ultimi anni, cosa che a tratti non è riuscita, nel 2005, a Morgan e alla sua rivisitazione di “Non al denaro, non all’amore, né al cielo”, dove la ricostruzione ossessivamente fedele dell’album originale non lascia spazio, come invece nel caso dell’album di Pagani, a nuove ispirazioni agli arrangiamenti. L'artista di Chiari ha operato utilizzando un parco musicisti proveniente da ogni parte del mondo, rileggendo, in sintesi, "Creuza de Ma", con una chiave di lettura che molto probabilmente anche Faber avrebbe adoperato con i mezzi e le possibilità di oggi.

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La rilettura dal vivo dell’album comporta una riduzione in trio, con Pagani alla voce, violino e bouzouki, Giorgio Cordini alla chitarra e mandolino e Joe Damiani alle percussioni: una formazione, questa, attiva da più dieci anni e capace di spaziare all’interno di un vasto repertorio con grande sensibilità esecutiva. Repertorio che include anche brani tratti dagli album da solista: dal pluripremiato “Domani” a “Passa la bellezza” (premio Tenco 1991) all’omonimo album d’esordio datato 1979, e, ovviamente, affascinanti “salti all’indietro” targati PFM. Molto intenso è altresì l’impegno di Pagani sul fronte “realizzativo”: collaborazioni e produzioni che spaziano con disinvoltura da Massimo Ranieri agli Elio e le Storie Tese, passando per Daniele Silvestri (suo è il meraviglioso tocco di volino della riuscitissima “L’autostrada”), a una serie di collaborazioni nate e cresciute all’interno delle Officine Meccaniche (gli ex Studi Regson di Milano), tra le quali ricordiamo: Morgan, Raiss, Zucchero, Cristina Donà, fino a giungere alla celluloide e alla storica collaborazione con Gabriele Salvatores nata ai tempi del teatro dell’Elfo con la realizzazione delle musiche di “Sogno di una notte d’estate” e proseguita con “Puerto Escondido” e “Nirvana”.
sa.va.

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