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A due passi dallo Stretto: Rajú è il borgo abbandonato nella notte di San Silvestro

A riscrivere la storia del borgo siciliano è stata una violentissima alluvione che fece esondare il torrente Fantina, travolgendo gran parte del paese e anche una famiglia

  • 26 aprile 2020

Borgo Rajù (foto di Cristiano La Mantia)

Un spopolamento tanto rapido quanto lo è la forza devastante di una brusca alluvione, prorpio come quella che la notte del lontano 31 dicembre del 1972 si è abbattuta sul borgo Rajù, segnando così l’epilogo delle benevole speranze rurali di questo piccolo paesino in provincia di Messina.

Si tratta di una delle 27 frazioni del comune di Fondachelli Fantina che, nel suo periodo di massimo splendore, contava all’incirca 400 abitanti. Solo che a riscrivere la storia di questo borgo siciliano e delle famiglie che vi risedevano è stata una violentissima alluvione che fece esondare l'adiacente torrente Fantina, che ha letteralmente travolto gran parte del paese e portato via con se anche un'intera famiglia di 4 persone.

Una storia triste quella che avvolge questo paesino del messinese che un tempo era luogo di semplicità, in cui la gente viveva principalmente di agricoltura, pastorizia ed artigianato, ma che oggi è soltanto l’anima silenziosa di un borgo fantasma, quasi fosse il set perfetto di un film fantasy.

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Dopo la violenza distruttiva dell’alluvione nella notte di San Silvestro, la frazione venne presto abbandonata nei giorni immediatamente dopo la catastrofe e l’intera popolazione rajusa si è smistata nei comuni limitrofi, l a maggior parte trasferendosi tra Barcellona Pozzo di Gotto, Terme Vigliatore, Trappitello di Taormina, Rodi Milici, Novara di Sicilia e Giardini Naxos.

Nonostante il disastro, ancora oggi il cuore del centro del paesino si regge in piedi e, almeno da fuori, pare essere in buone condizioni generali e molte delle case, prima tutte abitate, sono infatti rimaste aperte e ben visibili dall'esterno, anche se in completo stato di abbandono.

Ad aver documentato lo stato di questo paese fantasma è stato il fotografo siciliano Cristiano La Mantia, andato in esplorazione insieme a Giovanni Polizzi e Claudio Licitra, tutti e tre fondatori del collettivo fotografico Liotrum Urbex Sicilia (di cui abbiamo parlato qui).

«Mi sono recato a Borgo Raju durante una giornata uggiosa e a tratti anche piovosa - dice Cristiano. É stato semplice raggiungere il posto, arrivato con l’auto ho dovuto attraversare un boschetto che lo racchiude e che fa da scrigno a questo piccolo borgo abbandonato.

Dopo aver perlustrato tutto il borghetto, scattando le mie fotografie, mi accorgo che da queste viuzze passano, sovente, motociclette da cross che si inerpicano per le colline circostanti e subito perché che è davvero suggestiva la presenza della natura che, a fronte dell’abbandono umano, si sta lentamente riappropiando del territorio sottrattole, rendendolo surreale e nascosto agli occhi dei passanti».

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