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Benassai racconta il suo sogno americano: la Sicilia (ancora) su Netflix con "From Scratch"

L'attore palermitano ha vissuto l'ipotesi sempre immaginata di andare ad Hollywood. Il mondo del cinema "possibile", che per l'Italia rimane fantascienza

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 29 ottobre 2022

Paride Benassai

Al telefono: "Ciao Paride, come stai?" - "Benassai, grazie". Battute a parte, è indubbio che il sogno di ogni attore sia potere recitare ad Hollywood. Nel 2021 il destino è dalla parte di Paride Benassai che vive in concreto le sue aspirazioni. A Los Angeles e ad Hollywood prende parte ad una serie di Tv per Netflix, “From Scratch”, in otto puntate, basata sull’omonimo best seller di Tembi Locke, con la produzione di Reese Witherspoon e la regia di Dennie Gordon e Nzingha Stewart, con Zoe Saldana ed Eugenio Mastrandrea.

La serie, una storia d'amore tra uno chef siciliano e una donna americana, in cui non mancano anche lutti e colpi di scena, è in programmazione sulla piattaforma proprio in questi giorni.

L'attore palermitano interpreta Giacomo, il padre di Lino (Mastrandrea). Vive così l'ipotesi sempre immaginata, mai vissuta, di quel mondo dello spettacolo "possibile", quello che per l'Italia rimane fantascienza. In America l'attore è considerato una "risorsa" con un grande rispetto per l'arte, spiega Benassai, a differenza dell'Italia che fa vivere certi ruoli come dei favoritismi.
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Gli artisti, negli States, vengono tutelati e sostenuti anche se in un mondo più spietato dove occorre imparare a viverci dentro. Sono necessarie grandi professionalità e grandi capacità di concentrazione per far parte di questo mondo che sembra una fiaba ma in realtà esiste davvero. Paride Benassai ha ricevuto ricchezza interiore dal cinema americano; augura questa ad ogni attore, ritiene che sia un'esperienza di crescita e formativa con rarissime probabilità che accada, purtroppo.

Arrivare a certi livelli artistici distanti da quelli vissuti non è per niente semplice; siamo figli del nostro tempo e del nostro spazio. Occorrono notevoli capacità di adattamento per non soffrire dinanzi ad uno scenario mai immaginato. In Sicilia siamo distanti anni luce dalla realtà americana soprattutto in questo periodo dove a Palermo il Teatro Biondo e il Teatro Massimo sono seriamente a rischio.

Il problema culturale è all'ultimo posto dei problemi di una società. Benassai spiega un concetto semplice come se si rivolgesse ad un bambino: la prima cosa che accade, è un'idea seguita da una parola, e alla parola segue un'azione, un "fare" che concepisce un insieme di persone che fanno parte di un discorso. Se viene esclusa un'idea, viene escluso e danneggiato un sistema societario. La parte della spiritualità o dell'invisibilità dell'essere umano è necessaria.

È l'anima dell'umanità Da piccolo, come lui stesso ricorda, amava fare il "simpaticone" con i suoi amichetti. Infatti, a 5 anni già debutta al Teatro Massimo. Rispose alle caratteristiche richieste per interpretare "Il Delfino di Francia", per l'opera lirica "Maria Antonietta" della regia di Aldo Mirabella Vassallo.

In realtà cercavano un bambino che avesse i capelli biondi e gli occhi azzurri, ma poichè nel corpo di ballo c'era Marisa, la sorella di Paride, questa propose il fratellino anche se a dire il vero era abbastanza moretto. Fu la sua prima esperienza, quella volta imparò tutto a memoria con una meticolosità unica! Ma la sua prima volta in realtà è una canzone! "Con ventiquattromilabaci" di Adriano Celentano, il motivetto che a 4 anni canta in ogni dove, con tanto di molleggiatura, persino durante l'esame di prima elementare!

Cantò così bene sulla cattedra della maestra e naturalmente fu promosso in seconda, ma la madre non si convinse e gli fece ripetere la prima. Altri tempi! Figlio di un'artista mancata, una mamma teatrante in tutto il suo modo di essere, e di un papà serio e fortemente ironico, due genitori fonti della sua ispirazione, gli angeli dei suoi più grandi successi.

"L'immoratlità di ogni essere umano sta dentro la capacità di amare". A mare, nella sua casa di villeggiatura di Mondello, da ragazzino, organizza dei piccoli spettacoli, coprendo le ringhiere con delle stuoie, per non dar spazio ai curiosi e far pagare il biglietto a tutti! 5 lire il posto a sedere per tre ore di spettacolo.

Tutto improvvisato sulle storie di Ciccio Formaggio. Sedie ben allineate con un incredibile animo commerciale. Con il ricavato riuscì a comprare mentine e caramelle dal "vecchietto di Valdesi" in bicicletta sulla spiaggia di Mondello, per sè e i suoi coetanei.

Al quinto anno del Liceo Umberto I° organizza un "cabaret improbabile" con i suoi compagni di classe, con tanto di locandine e pubblicità, ma poichè partecipa poca gente, un giovanissimo Mimmo Cuticchio si propone per riprovarci tutti insieme l'indomani.

Con il piacere di tutti lo spettacolo fu ben partecipato! E ancora come quella volta che per "Pupi e cabaret" nell'intervallo venivano distribuiti vino e panelle. Un teatro giovane, sano, genuino, divertente, autentico. Nel 1977 Paride Benassai firma il suo primo contratto di lavoro con il "Piccolo Teatro di Palermo", una grande scuola di attori e drammaturghi.

Il teatro che dirisse per 5 anni anche se era il più giovane del gruppo di cui facevano parte Salvo Licata, Nino Drago, Luigi Burruano, Franco Scaldati, Rori Quattrocchi, Giorgio Li Bassi, Toni Sperandeo, Giovanni Alamia, Giacomo Civiletti. Un record di incassi lo detiene lo spettacolo "Palermo Oh Cara" con ben 4 anni di repliche e un teatro sempre pieno. Un bel pezzo di storia che racconta Palermo e la sua arte.

A 40 anni arriva la Televisione italiana con Il film Brancaccio su Padre Pino Puglisi, il parroco ucciso a Brancaccio nel 1993, davanti la porta di casa pronunciando "vi aspettavo". Paride Benassai interpreta il migliore amico di Padre Pino Puglisi con la regia di Gianfranco Albano. Nel 2017 parteciperà anche ad un Docufilm dal titolo "L'ultimo sorriso" e il suo mentore sarà Franco, il fratello del beato, così somigliante che gli racconterà tutta una vita in prima persona, nella persona di Pino Puglisi. Un'esperienza a cui l'attore è fortemente affezionato.

Franco Puglisi, alla fine della realizzazione del docufilm ebbe a dire «finalmente ho rivisto mio fratello al cinema!». Nel 2018 arriva "L'Amore salverà il mondo", il musical su Padre Pino Puglisi per il Teatro, al Teatro Politeama e al Teatro di Verdura di Palermo dove è evidente un Paride Benassai coincidente in tante e grandi cose con quelle del parroco di Brancaccio, tanto che tanta gente tra cui io stessa spesso gli chiede: "Ma tu Padre Puglisi lo hai mai conosciuto?".

Non lo conobbe mai ma dentro di sè vivono delle incredibili similitudini. Al Cinema lo vediamo nei "Grimaldi" di Giorgio Castellani, "La passione di Giosuè l'ebreo" di Pasquale Scimeca, "Il 7 e l'8" di Ficarra e Picone, "Baarìa" di Giuseppe Tornatore, "Ore diciotto in punto" di Giuseppe Gigliorosso, "L'ora legale" di Ficarra e Picone, "L'ultimo sorriso" di Rosalinda Ferrante e Sergio Quartana; "La fuitina sbagliata" di Mimmo Esposito; "Un pugno di amici" di Sergio Colabona.

Alla mia domanda "qual è la cosa più bella che hai fatto?" Paride risponde: «la prossima, quella che farò». Un modo di essere, quindi che guarda sempre in prospettiva, uno sguardo entusiasta diretto verso il futuro che puo' riservare ancora grandi sorprese a partire da domani.

Paride sogna di partecipare, non di possedere, sogna quindi di dividere. Si augura di mettere al servizio le sue esperienze utili anche agli altri, perchè ogni altro può e deve avere un'evoluzione, sfatando il vecchio detto "chi nasce tondo non puo' morire quadrato". Chi nasce tondo, secondo Benassai, puo' diventare quadrato e viceversa.

Ogni attore o regista che ha incontrato nel suo cammino gli ha insegnato qualcosa: la profondità, il rigore, l'attenzione. Il più grande maestro in assoluto nell'ambito del teatro e del cinema rimane la "pratica", l'opportunità di ripetere per tante sere lo stesso spettacolo. La più grande fonte di ispirazione professionale è l'"esperienza"; il piu' grande maestro è dentro di noi, ma non potrebbe essere tale senza le giuste relazioni, non potrebbe incontrare altre illuminazioni senza la luce di altra gente che ha fatto quel percorso. Il percorso è sempre comune, dentro questo c'è un viaggio che è "personale".

Paride Benassai esorta gli allievi a non unformarsi mai, e a diffidare dalle regole, perchè ciascuno di noi è un individuo a se stante. Del resto la prima regola in Teatro è proprio che non ci sono regole. Per l'attore palermitano è sempre stato importante privilegiare inanzitutto l'uomo e poi l'artista", e l'attore. L'uomo e l'attore si sorreggono, ma dietro l'attore deve esserci necessariamente un uomo.

E infatti si sente un privilegiato perchè in una terra difficile è riuscito a fare quello che amava fare. Paride Benassai oggi vive in campagna con 42 animali, in una casa immersa in una natura, il suo spazio indispensabile, da cui impara ogni giorno qualcosa.
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