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"Ccu’ pititto ci davamo del tu": la Strage del Pane a Palermo il 19 ottobre 1944

I soldati della divisione Sabauda hanno iniziato a sparare sulla folla davanti palazzo Comitini in via Maqueda a Palermo: solo 50 anni dopo un testimone racconta la verità

  • 19 ottobre 2017

La strage del pane a Palermo

"La mattina ci svegliavamo con l’acidità. Per il cibo che avevamo sognato!" È il tipo di frase che sentiamo ancora oggi pronunciare da chi ha vissuto il periodo più terribile per i palermitani. Oggi, è un anniversario, un triste anniversario, quello della strage del pane (o strage di via Maqueda).

Mai una strage ha avuto un nome così terribile: è accaduto il 19 ottobre del 1944, ad appena più di un anno dall’invasione americana della Sicilia da parte dei ‘mericani accolti come liberatori.

Già nel luglio del 1943 quando arrivano i "liberatori" la popolazione fa la fame da mesi. Edda Mussolini scriverà anche a suo padre, il Duce, per dirgli che a Palermo la situazione sta diventando insopportabile "da mesi che mancano la pasta e il pane" e "il problema è gravissimo e può da un momento all’altro diventare catastrofico anche politicamente".

L’arrivo degli americani il 22 luglio del 1943 ha permesso di guadagnare un po’ di tempo. La popolazione che soffre la fame da mesi spera tantissimo in questa nuova vita di convivenza con gli americani. Però per le pance affamate dei civili cambia poco.
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Passa un anno e qualche mese, la fame ha preso il sopravvento sull’euforia della festa della liberazione. Il 19 ottobre di 73 anni fa, la gente scende per strada chiedendo pane e lavoro.

È una manifestazione imponente che raccoglie e trascina con sé la sofferenza di tutto un popolo. Davanti a palazzo Comitini di via Maqueda è successo quel che è successo. I soldati della divisione Sabauda sparano sulla folla.

La successione dei fatti non è molto chiara. Il risultato sì: 24 morti e 158 feriti: la prima strage di stato dell’Italia liberata. La versione ufficiale è stata che i militari sono stati "aggrediti dai separatisti" e il processo si è concluso su una sentenza di "pacificazione sociale".

Solo dopo 50 anni, nel 1995 la verità su quei giorni comincia ad apparire. Giovanni Pala, un militare appartenente al Reggimento dichiara: “In Via Maqueda non era in corso alcun assalto. Eppure, quando la nostra colonna raggiunse alle spalle la folla, il tenente diede l’ordine di scendere dai mezzi e di caricare i fucili. Tutto accadde in pochi istanti; i soldati che erano in testa al convoglio cominciarono a sparare ad altezza d’uomo e a scagliare bombe. Fu il terrore, una scena bestiale".

Per molti anni quella strage fu dimenticata, anche il popolo palermitano stesso ha classificato quell'evento nel cassetto dei ricordi tristi della guerra, da non aprire… E tutt’oggi fa parte delle terribili storie che i nostri genitori, i nostri nonni hanno difficoltà a raccontare.
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