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"Ci vediamo al Gran Cordaro": l'epoca d'oro di viale Lazio fra feste e piano bar a Palermo

Tempi in cui con mille lire ci venivano 3 caffè. Un luogo di ritrovo per famiglie e comitive di ragazzi, cresciuti in quel posto, in quel punto, in quel tratto di strada

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 27 ottobre 2023

La celebre insegna del bar "Gran Cordaro" in viale Lazio, a Palermo

Era il 1972 e il viale Lazio, a doppio senso di circolazione, a Palermo, era in pieno fermento, pieno di negozi e di gente. Era tanta quella gente, pochissimi ai quei tempi erano andati via.

C'era la discoteca "Çirano" che poi diventerà "Challenger", e a fianco la birreria "Treffpunkt", la latteria "Alp", il negozio di dischi "Il Cubo", e i negozi di abbigliamento "Simon & Simon" e "CB".

Proprio quasi di fronte a quest'ultimo sorgeva un baretto di nome Cordaro, gestito dai fratelli Mario e Franco Cordaro, luogo di ritrovo di tutti i commercianti della zona. E a quei tempi erano tanti e tra di loro c'era molta cordialità.

Più avanti a questo, nel tratto di strada ad angolo con via Sciuti c'era il supermercato "Trinacria", di proprietà Terrasi, gestito dai coniugi Andrea e Pina Russo, un'attività di lusso con salumi pregiati e ben 15 dipendenti.
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«Un posto luxury e all'avanguardia per i tempi di allora, dove al sabato sera si poteva partecipare a degli aperitivi di degustazione dei migliori prodotti in vendita» così ricorda la figlia Katia Russo.

Nei primi anni '80, quando il supermercato chiuse, in quei locali, si sposterà il Bar Cordaro diventando il Gran Cordaro, un luogo e una gastronomia unica con gli speciali "triangoli" alla crema pasticcera o con la ricotta, i "fazzoletti" alla crema gialla, i crostini, le mozzarelle in carrozza e un gelato alla fragola e alla zuppa inglese passato alla storia solo per fare alcuni esempi.

C'era pure una zona dedicata alle cerimonie, un "salone delle feste", un elegante privé dove gli stessi Russo del supermercato "Trinacria" festeggiarono le loro nozze d'argento nel 1984 con tanto di festa da ballo.

Non mancava la musica tutte le sere con il piano bar di Toni Mangano e Franco Mandarano.

A rappresentare il "Gran Cordaro" c'era un'insegna alta quasi 4 piani con il nome "Bar Cordaro" scritto in verticale. Un'insegna mastodontica rifinita in colore rosso che ha rappresentato l'icona di una zona e di un tratto di strada che di storie da raccontare ne custodisce ancora tante.

Nei social si leggono commenti come quelli di Salvo Cognata che apostrofa «i migliori calzoni fritti di tutti i tempi», oppure, Orietta Armanno racconta «mi ricordo del signor Cordaro quando già nel 1966 portava il pane caldo 'cunsatu cavuru cavuru' per noi dipendenti della Rai».

Giovanni Caccamo ricorda così: «Abitavo in via Sciuti mentre i miei zii in viale Lazio, sono cresciuto lì e ricordo quando il Bar Cordaro si trovava accanto al negozio di tabacchi.

Non dimentico la gentilezza del signor Franco quando una sera con la mia famiglia andammo a festeggiare l'anniversario dei miei genitori. Quando lo seppe il signor Franco Cordaro volle regalarci prontamente una bottiglia di champagne! Gentilezza e signorilità di altri tempi».

Nicolò Serio ricorda così: «Tappa obbligatoria per la colazione. Addirittura una sera incontrai l'allora Ministro De Michelis che comprava una cassata siciliana».

Tempi in cui con mille lire ci venivano tre caffè. Un luogo di ritrovo per famiglie e comitive, ragazzi che sono cresciuti in quel posto, in quel punto, in quel tratto di strada.

Colazioni, caffè, pranzi, cene, feste che hanno fatto sì che il "Gran Cordaro" segnasse un'epoca.

Una gastronomia eccellente per palati delicati.

E anche se i battenti di questa preziosa attività sono stati chiusi da tempo, nella mente e nel cuore dei palermitani è rimasto non solo un ricordo ma ancora un riferimento nostalgico quando ci si deve dare un appuntamento nei pressi del viale Lazio.
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