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Compie 50 anni e cambia "look": quasi 200 (nuove) opere al museo Guttuso di Bagheria

L'istituzione dedicata al grande artista del '900 cui la cittadina alle porte di Palermo ha dato i natali si rifà parzialmente il look in occasione dello speciale compleanno

Sara Abello
Giornalista
  • 28 febbraio 2024

Quasi 200 opere, 25 tra donatori e artisti, uno il catalogo appositamente realizzato e sempre uno è il calendario di eventi organizzati in occasione del 50esimo anniversario dalla nascita del Museo Guttuso di Bagheria.

Nessuna tombola con tutti questi numeri ma solo una grande novità: l'istituzione dedicata al grande artista del ‘900 cui la cittadina alle porte di Palermo ha dato i natali, e ospitata all’interno della monumentale Villa Cattolica sin dal 1973, si rifà parzialmente il look dato lo specialissimo compleanno.

Proprio recentemente è stato inaugurato il nuovo allestimento del secondo piano del corpo di fabbrica centrale del palazzo, chiuso dal 2017, con 190 opere di arte contemporanea tra quelle già presenti nella collezione e molte nuove donazioni.

Il nuovo progetto è stato promosso in questa particolare circostanza dall'amministrazione comunale di Bagheria in collaborazione con gli Archivi Guttuso, e grazie al contributo straordinario erogato dall’Assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana.
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Una visione tra passato e futuro quella offerta dalla riapertura del secondo piano del museo: «Entrare nel Museo Guttuso ti ricollega con le nostre radici ma ti apre anche una prospettiva ed uno slancio verso il futuro» - queste le parole dell’assessore alla cultura del comune di Bagheria Daniele Vella.

Con l’apertura del nuovo allestimento si coglie l’occasione per attirare nuovi fruitori all’interno del museo e, al contempo, rilanciare l’interesse del pubblico di visitatori e studiosi ormai consolidato.

Di una "politica museale moderna" parla il sindaco Filippo Tripoli e, di fatto, sono tante le novità introdotte in quella che era già una ben nutrita collezione permanente con circa 150 opere tra i dipinti di Guttuso e altri artisti, esposti nel piano nobile del palazzo.

Diverse le sezioni espositive, oltre ai dipinti infatti, il museo ospita una collezione di cartellonismo cinematografico costituito da una selezione di oltre 450 tra manifesti di vario formato, locandine e foto-buste, oggetto della generosa donazione di Filippo Lo Medico, gestore insieme ai fratelli Giovanni e Vincenzo dello storico cinema Nazionale, dove si "formò" anche Giuseppe Tornatore.

Un’altra sezione del museo è dedicata alla pittura del carretto, qui è in mostra uno spaccato dei laboratori pittorici dal 1930 fino ai giorni nostri, non solo dei fratelli Ducato, i più celebri artisti del settore a Bagheria.

Non meno importante è la sezione dedicata alla fotografia che accoglie gli scatti di Mimmo Pintacuda, Ferdinando Scianna e Pino Settanni; quella con i disegni, quasi un’appendice alla pittura per Guttuso; e infine la gipsoteca che raccoglie gessi e marmi bianchi in un’area del museo visibile anche dall’esterno grazie alle grandi vetrate che la trasformano in un immaginario schermo all’interno del paesaggio in cui si sviluppa la villa dei principi di Cattolica.

Ognuna delle opere esposte rappresenta la complessità della cultura figurativa siciliana dal XIX al XXI secolo. Un racconto che si sviluppa in parte seguendo il dato cronologico, e in parte sull’onda del legame degli artisti in esposizione con la Sicilia, terra natìa per alcuni e approdo per altri.

Il Museo Guttuso nasce nelle sale di Villa Cattolica nel 1973, grazie alla generosa donazione di alcune opere da parte del maestro Renato Guttuso, a testimonianza del suo legame con la città natale.

Nonostante i lunghi periodi trascorsi a Roma e il rapporto sicuramente complesso con i conterranei, il ricordo della terra natìa ha sempre avuto un particolare valore che lo ha accompagnato per tutta la vita. Non è un caso quindi che proprio all’esterno del museo siano ospitate le spoglie del maestro, scomparso a Roma il 18 gennaio del 1987.

L'Arca monumentale fu realizzata per lui dall’amico e scultore Giacomo Manzù con il marmo Azul Macaubas del sud del Brasile, lo stesso azzurro del cielo e del mare di Aspra, la frazione marinara di Bagheria, il cui panorama si domina proprio dalla posizione della tomba.

La storia del palazzo che sorge austero sopra un rialzo roccioso alle porte di Bagheria è però molto lunga e variegata... fu residenza suburbana di Francesco Bonanno del Bosco, principe di Cattolica che, nel 1726, ne affida i lavori di trasformazione, da baglio a villa, agli architetti Giuseppe Musso e Giuseppe Diamante.

Il nuovo aspetto dell’edificio rifletteva la rilevanza sociale di chi la abitava, quindi era espressione della ricchezza di quel ceto che aveva eletto la piana di Bagheria a meta ideale per la propria residenza di villeggiatura. L'antica masseria fortificata con torre e baglio, appartenente prima ai borghesi, poi ai Padri Carmelitani di Palermo, arrivò alla famiglia Bonanno che ne fu legata fino al suo tramonto.

Dalla seconda metà dell’ottocento per Villa Cattolica ha inizio una serie di usi diversi: fu ricovero durante un’epidemia di colera e caserma delle truppe borboniche di stanza a Bagheria.

Infine fu acquistata da Gioacchino Scaduto, membro di una famiglia borghese della città, con l’intenzione di trasformare gli ambienti del piano nobile e del secondo piano in residenze. Proprio in questo periodo vennero eseguiti gli affreschi delle volte nelle sale presenti al piano nobile che raffigurano paesaggi siciliani e bagheresi, oltre che rappresentazioni allegoriche.

Durante la prima metà del XX secolo i corpi bassi della villa sono impiegati allo svolgimento di attività commerciali, divenendo deposito di derrate, spazi per la lavorazione del legno, stabilimento a vapore per la produzione di conserve ali- mentari, per la produzione di essenze e, infine, in linea con l’orientamento economico della città, viene avviata la produzione di limoni. Bagheria del resto è stata a lungo la terra degli agrumi.

Queste attività proseguono fino al 1973, anno in cui, con l’affitto del piano nobile della villa da parte dell’amministrazione comunale di Bagheria, ebbe inizio per Villa Cattolica il processo di trasformazione e di destinazione da uso privato a quello pubblico con la nascita della "Galleria d’arte moderna e contemporanea".

Un gesto così importante ovviamente non lascia indifferente Renato Guttuso che decide, sin dall’inizio, di volere essere coinvolto in questa importante iniziativa attraverso la donazione di alcune opere da lui eseguite, e altre facenti parte della sua collezione.

Negli anni successivi il museo continua ad arricchire il suo patrimonio grazie a un lascito del pittore dopo la sua morte e varie donazioni che proseguono sino ad oggi, complici quindi di questa nuova piccola rivoluzione espositiva.

Ragioni in più per visitare questo museo che rappresenta per la "città delle ville" una preziosa risorsa e che, proprio in questo cinquantesimo anniversario dalla sua fondazione, si trasformerà in un contenitore di eventi che prevederanno conferenze tenute dagli artisti, la realizzazione di un catalogo per la collezione di manifesti cinematografici da parte di Emiliano Morreale e una conferenza realizzata insieme ad Unipa per i cinquant'anni della Vucciria, solo per dare qualche anticipazione.

Con l’acquisto del mulino Cuffaro e dell’ex Sicilicalce, il noto "mostro" che da decenni deturpa il retro di Villa Cattolica, si compiono passi verso quel polo culturale che include anche il museo, progetto di cui sentiamo parlare da tempo. Ci si proietta sempre più verso il futuro senza dimenticare il passato, o almeno la sua parte più bella.
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