CURIOSITÀ
È di origini russe ma scrive in siciliano (pure la tesi): il sogno "bilingue" di Alessandro
Uno studente di Augusta di origini russe, laureando in Lettere Moderne a Catania, usa la nostra come una vera e propria lingua. E la notizia già fa "scrusciu"
Alessandro Saraceno
L’ha presentata nei giorni scorsi uno studente di Augusta di origini russe, laureando in Lettere Moderne all’Università di Catania; sarà discussa nella prima sessione di laurea del 2024.
Intanto, come dicevamo, già fa scrusciu. Anche perché l’Italia è un Paese che ha un rapporto "particolare", diremmo ‘n tanticchia strammu, con le lingue locali che si ostina a chiamare ‘dialetti’ mentre in tutta Europa sono denominate lingue regionali o minoritarie.
L’Italia è anche uno dei pochissimi Stati che, nonostante lo abbia firmato ben 23 anni fa (nel 2000), non ha ancora dato attuazione al trattato europeo "European Charter for Regional or Minority Languages", finalizzato alla tutela e promozione delle lingue locali attraverso, per esempio, il loro insegnamento nelle scuole e l’incentivazione del loro uso pubblico, anche nei media.
Eh, sì: "restituire". Sebbene molti siciliani non ne siano a conoscenza, la nostra è stata usata per alcuni secoli come lingua - si direbbe oggi "ufficiale" - del Regno di Sicilia.
I due secoli d’oro della lingua siciliana sono stati, in particolare, il XIV e il XV secolo. In quell’epoca si poteva leggere in siciliano di tutto: dai racconti epici, storici e agiografici ai trattati didattici, morali, religiosi e tecnico-scientifici; dai documenti giuridici e mercantili, agli statuti e regolamenti di vari tipi di organizzazioni; e tant’altro. Insomma, come oggi accade in Italia per quanto riguarda la lingua italiana.
Il titolo, provvisorio, della tesi bilingue è "Lu sicilianu e lu web: 'ndaggini, pruspittivi e spiculizzi" (Il siciliano e il web: indagini, prospettive e spigolature lessicali).
Alessandro ha indagato sull'uso della lingua siciliana nel web, esaminando l'ortografia e analizzando le pagine ad essa dedicate. Ha altresì indagato su come e quanto il siciliano si sia evoluto, sul ruolo delle Accademie Siciliane e della Wikipedia in lingua siciliana.
Nella tesi è incluso anche un saggio breve intitolato "Pirchì ‘na tesi in sicilianu?" che spiega l’importanza e la dignità della pubblicazione di una tesi di laurea in lingua siciliana.
La tesi e il saggio saranno prossimamente pubblicati in un unico volume. Il sogno di Alessandro è il bilinguismo: «Con questa tesi, ho voluto creare un precedente storico per accelerare e favorire i tempi di un bilinguismo anche ufficiale in Sicilia. Un’opera che dia speranza e un modello a chi crede nel risorgere della lingua siciliana».
In effetti la Sicilia rimane l’ultima grande isola del Mediterraneo a non aver ancora reso co-ufficiale il proprio idioma: nel 2013 l’Assemblea della Corsica ha votato la co-ufficialità della lingua corsa, anche se poi la Francia – altro Paese che non ha ratificato il trattato europeo sulle lingue regionali – ha dichiarato che la costituzione francese non prevede altra lingua ufficiale al di fuori di quella francese.
Già nel 1997 la lingua sarda era stata riconosciuta con legge regionale come lingua della Regione autonoma della Sardegna, oltre a quella italiana.
E anche in molte altre regioni d’Europa la lingua regionale è assurta negli ultimi decenni a lingua co-ufficiale, determinando un bilinguismo ufficiale che le relativamente recenti scoperte scientifiche dimostrano essere una situazione ideale per un migliore sviluppo del cervello nei bambini.
Ma di bilinguismo ne parleremo in altro articolo. Intanto, vivissimi auguri ad Alessandro Saraceno!
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