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Grazie all'eros ha abbattuto la timidezza: Ester, la fumettista palermitana che non ha paura

A scuola dicevano che il suo modo di disegnare era "poco accademico", ma lei voleva esprimersi liberamente e dopo il liceo ci è riuscita e i suoi fumetti erotici (fatti a mano) girano il mondo

  • 24 marzo 2022

Sarebbe il caso di dire che si sono scelti, Ester Cardella e il genere erotico. Proprio come due amici. E non è una cosa che si può spiegare in due parole anche perchè le facili, e soprattutto banali, associazioni di idee, sono sempre lì, pronte a voler sminuire, giudicare.

Ad attrarla da sempre è stato il dark, l'eros è arrivato dopo, in maniera naturale nonostante lei fosse, e continui ad essere, una persona timida. «È stato lo stile che ha scelto me - dice la fumettista palermitana -. Io ho seguito il mio istinto da donna e quando disegno riesco ad abbattere la mia timidezza.

Quando ho cominciato ero molto a disagio per questo, ma poi ho iniziato a trarne godimento. Prima mi vergognavo nel mostrare i disegni a mia madre o ai miei fratelli. Immaginati al pubblico. Le critiche le ho accolte, non mi hanno frenata, a fare altro mi sarei sentita di sprecare il mio tempo e non sarei stata in pace con me stessa».

I suoi inizi sono stati decisamente "dark", il primo fumetto era una donna a mezzo busto con dietro uno scheletro che la avvolgeva e le accarezzava il seno, «lei aveva uno sguardo tra il consensiente e il sofferente - spiega Ester ricordando quel disegno -. Da lì ho capito che questo genere mi faceva stare bene. Riuscendo a far emergere il concetto di amore per le cose, la passionalità delle cose ma anche l’altra parte della medaglia, l'oscurità, la distruzione di noi stessi, la morte, Eros e Thanatos. Una figura femminile e una figura che ricorda la morte… e da lì ho cominciato a sviluppare le prime illustrazioni su questo tema. Ho trattato anche il fantasty e western in seguito e sempre in chiave erotica».
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Ester disegna da sempre, da quando è piccola, ma lo stile del fumetto arriva a 14 anni. «Frequentavo il liceo artistico, ma in quegli anni non ho capito quale fosse il mio stile e in questo non sono stata "guidata" dai professori. Mi dicevano sempre che disegnavo in maniera "poco accademica". Dopo il liceo ho frequentato la scuola del fumetto di Palermo che ho finito cinque anni fa, e ho iniziato subito a creare fumetti finalmente esprimendo quello che avevo dentro, che volevo.

Ho una mia impronta abbastanza identificabile e indipendente, io sono l'opposto di chi ha dietro una casa editrice, è una scelta ben precisa la mia anche se di certo non è la strada più facile come spesso mi hanno fatto notare a volte quasi rimproverandomi che la scelta del genere erotico rende difficile che una casa editrice mi accolga. Mi hanno detto che stavo rischiando, ma non tornerei mai indietro».

E non avendo una casa editrice alle spalle, i social sono per lei un grande supporto a livello lavorativo, e infatti è grazie ai fumetti pubblicati sulle sue pagine che è arrivato anni fa il primo lavoro su commissione di un privato di Las Vegas, «era un fumetto in stile noir. Ed è stato emozionante spedire oltre oceano per la prima volta. Oggi ho clienti fissi, in Australia, in Inghilterra, Svizzera, e la gente mi cerca, sono collezionisti la maggior parte, ho anche realizzato alcune copertine per album».

Recentemente le è stato chiesto di dipingere quello che voleva su un dollaro, per una mostra che si svolgerà prima a Palermo, poi a Noto e infine in Argentina e si dice aperta alle nuove esperienze, ma, sottolinea «è chiaro che non riesco a fare qualcosa che non è nel mio genere, so che non lo farei al massimo. Cerco di seguire quello che sento e sto iniziando un percorso tutto mio in cui trasformo i miei disegni in magliette e lo sto facendo con i disegni più scandalosi come il personaggio della suora che ripropongo spesso.

Ha pertecipato anche a progetti a scopo sociale come la campagna "Welcome, inclusion" lanciata da HRYO Human Rights Youth Organization, per cui ha realizzato dieci illustrazioni inedite, «Da sola non lo avrei mai fatto, mi hanno coinvolta e ne sono stata felice. Se si parla di inclusività io sono in prima linea. Ci tengo a fare cose che hanno a che fare con la mia visione».

Non è facile nel nostro paese esprimere questo stile, soprattutto se sei una donna, ma Ester continua e lo fa con passione «Con i miei fumetti riesco a esprimere la mia femminiltà, ma la femminilità in generale; non è solo erotismo legato al fatto che spoglio un personaggio, le mie donne sono donne non oggetto, sono forti indipendenti, in primo piano. E oltretutto nei miei disegno tutto è curato, il personaggio principale ma anche lo sfondo, niente è lasciato al caso.

Per me disegnare non è lavorare e basta, più cresco come donna più i miei disegni crescono con me. So che l’interpretazione del genere femminile cambia con me, si evolve sempre. Assecondo me stessa facendo si che le mie emozioni vengano fuori».

E lo fa in un mondo, quello dei fumetti, in cui quando si parla dei Maestri dell'erotismo, escono fuori solo nomi maschili, Manara, Crepax, Serpieri «Sono dei grandi, - spiega - Manara per me è il massimo, guardo a loro con grande rispetto e li ho studiati ovviamente, ma ci sono anche tante donne fumettiste eccellenti, Olivia de Berardinis per citarne una, ma che non rientrano tra i "maestri" cui si pensa quando si pensa al genere erotico e questo mi dispiace. Hanno una rilevanza minore, anche perché l’associazione, pietosa, è sempre la stessa: se lo disegni sei così, una deviata e potrei continuare... Io non ho paura delle difficoltà, vado avanti, so che i miei sono pezzi unici e so che nel mercato ci sarà sempre qualcuno che vorrà vedere quello che faccio».

Ester ha 29 anni, trenta a breve, e ridendo dice che non vuole farli, «Sono molto severa con me stessa e quindi penso a volte che sto facendo tanto ma che avrei dovuto fare di più e che vorrei più tempo».

E di tempo ne ha ancora tanto per fortuna per andare avanti tra i suoi adorati fumetti, mostre collettive e personali momenti in cui esprime la sua arte anche sul luogo, «A fine marzo ci sarà una mia personale a Palermo - mi dice - e ci sarà una modella presente. Farò il disegno, mostrando al pubblico come si realizza il fumetto, facendo osservare i movimenti e l'inchiostro. Io lavoro solo a mano e il contatto col pubblico è una cosa che amo».

E mostre all'estero? Viaggi per il mondo? «Io viaggio perché viaggiano i miei lavori, poi chissà...»

P.S. Lo so che siete curisosi di sapere chi è. Non vi rimane che andare a carcarla sui suoi canali.
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