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Il "Figlio del Tuono" che incanta i pellegrini: un Cammino di Sant'Iago anche in Sicilia

Tante le storie che uniscono la Sicilia alla Spagna: una in particolare è quella che lega il culto di San Giacomo a quello di Sant'Iago, che poi sono la stessa persona

  • 25 luglio 2019

Una stradella di campagna in Sicilia

San Giacomo Apostolo, detto il Maggiore, era figlio di Zebedeo e forse di Salomè e fratello di Giovanni. Nacque a Betsaida e va distinto da san Giacomo Apostolo il Minore e da altri omonimi: la sua festa liturgica ricorre il 25 luglio.

Fu chiamato da Gesù a seguirlo con il fratello Giovanni, ai quali Gesù stesso impose il nome di Boanèrghes, cioè "figli del tuono" (Marco 3,17). Con il fratello Giovanni e con Simone ch'ebbe da Gesù il nome di Pietro, fu uno dei tre apostoli prediletti.

Il suo martirio, si presume, sia avvenuto verso l'anno 42. Secondo la leggenda, l'apostolo Giacomo il Maggiore diffuse il cristianesimo in Spagna e, ritornato in Giudea intorno agli anni Quaranta del I, secolo fu decapitato per volere del re Erode Agrippa.

Secondo um'altra leggenda, dopo la decapitazione i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e lo portarono sulle coste della Galizia (Spagna).

Il sepolcro fu scoperto nell'anno 830 dall’eremita Pelagio in seguito ad una visione. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell'Apostolo. Il luogo fu denominato "campus stellae" (campo della stella) dal quale deriva l'attuale nome di Santiago de Capostela, capoluogo della Galizia.
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Eventi miracolosi si associano alla scoperta di questo luogo, come la sua apparizione alla guida delle truppe cristiane della riconquista della Spagna nell’ 840: la tomba divenne quindi meta di grandi pellegrinaggi nel Medioevo, il luogo prese il nome di Santiago da Sancti Jacobi (in spagnolo Sant-Yago).

Nel 1075 fu iniziata la costruzione di una grande basilica a lui dedicata. Il pellegrinaggio a Santiago, divenne uno dei tre principali pellegrinaggi della Cristianità medievale. Gli altri conducevano alla tomba di Gesù a Gerusalemme ed a Roma, nella tomba dell'apostolo Pietro.

Nella provincia d'Aragona, a Saragozza, si edificò un tempio, nell'anno 40, sul luogo in cui gli apparve la Vergine sopra un pilastro e in Galizia, ove si rinvenne la sua tomba. Nel 1681, sulla chiesa da lui costruita sorse l'odierno Santuario intitolato a Nuestra Señora de Pilar.

Il culto di san Giacomo il Maggiore in Sicilia, fu diffuso in Sicilia dai normanni: "In Palermo era un trappeto ove si tritavano le cannamele detto arabicamente Mahassar, sul quale i Normanni edificarono la chiesa di San Giacomo di Mahassar, che il volgo corrottamente dice di Mazara. Gli arabi chiamavano Ma'assara il luogo su cui sorgevano i torchi e i trappeti per la manifattura dello zucchero”. In arabo "ma'ssara" significa "pressa" (Fazello).

Ruggero il Gran Conte già investito re a Palermo, entrò in Caltagirone con le sue truppe e la liberò dai Saraceni il 25 luglio 1090.

La leggenda dice che nella notte sognò San Giacomo, non in veste di pellegrino, ma in veste di "Matamores" (uccisore dei Mori), impugnante la spada croce che verrà chiamata appunto "di San Giacomo" e che diverrà alcuni secoli dopo, l’insegna dell’Ordine Militare di Santiago. Vi fu perciò edificata una chiesa e San Giacomo divenne il Patrono.

In seguito venne tracciato il cammino delle sette chiese che si dirameranno da Caltagirone: Agrigento, Piazza Armerina, Partinico, Virzini, Capizzi (che assieme a Itala Marina viene liberata dai Saraceni), e Messina, città che poi diventerà snodo d’imbarco verso la Puglia per i pellegrini diretti a Compostella e per i pellegrini diretti in Terrasanta.

A Camaro, antico quartiere di Messina, si trova la più antica ed importante reliquia del Santo: "la giuntura del dito di San Giacomo".

Dietro il Duomo di Messina, precisamente l’abside, esiste un "largo San Giacomo" a ricordo dell’antica chiesa costruita all’epoca dei Normanni, fra XI e XII secolo. La parte laterale del Duomo di Messina è dedicata a San Giacomo con una Statua del Lucerna.

Da una scrittura di Monsignor Pantaleone Minutoli si legge che il 25 luglio, la Festa di San Giacomo si svolgeva in modo solenne. Le Reliquie donate alla Cattedrale di Messina da Don Sanchio d’Heredia nel 1430, erano portate in processione in questa chiesa per una funzione alla quale partecipava il Clero, il Capitolo della Cattedrale ed il Senato, con un rito particolare che si tramanda fino ad oggi.

C. D. Gallo fa notare che la Confraternita di San Giacomo del casale Cammari era sempre presente: questo privilegio, certamente, doveva avere un buon motivo perché a nessun santo della città di Messina veniva concesso un simile rito.

In tutti i possedimenti normanni furono costruite chiese, cittadine e frazioni con questa denominazione.

Il culto a San Giacomo fu rafforzato durante la dominazione spagnola in Sicilia. Il luogo più antico in cui si venera San Giacomo il Maggiore è Santiago de Compostela, ambita meta peraltro di secolari pellegrinaggi. Scelto come patrono dei Crociati, vittoriosi sui musulmani, lo è stato pure di tutta la Spagna.
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